Direzione didattica di Pavone Canavese

(30.08.99)

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Consigli per gli acquisti
di Marco Guastavigna

Nei prossimi mesi numerose scuole saranno impegnate nell'acquisto di calcolatori e periferiche - si chiamano così nel gergo un po' troppo spesso autoreferente del settore gli strumenti collegati o collegabili al PC, per esempio le stampanti.

Le proposte che verranno loro presentate comprenderanno anche una certa quantità di software, di programmi con cui "corredare" il computer.

Il passato ci insegna che nella maggioranza dei casi arrivano nelle scuole PC con "preinstallati" i programmi standard (per esempio Windows 98, strumenti per la posta elettronica e la navigazione in Internet e poi Word, Excel, Access e così via). In situazioni sempre più frequenti, poi, i calcolatori sono collegati tra loro in rete locale.

La conseguenza più probabile di questi accadimenti (che può essere secondo me drammatica nelle elementari e anche all'inizio della media, qualora a bambini e ragazzi si propongano esclusivamente le stesse strumentazioni che ha la segreteria della scuola) è l'insorgere dell'idea che si debba (far) imparare a usare ciò di cui si dispone, senza rendersi conto - senza essere messi nelle condizioni di rendersi conto - che si è attrezzato quel che dovrebbe essere un laboratorio/contesto formativo con PC-da-ufficio e costruendo anzi proprio su questo la rappresentazione mentale di ciò che il computer possa e debba essere ai fini dell'apprendimento.

Mi sembra questo un fatto tutt'altro che banale e che non si può sottovalutare.

Se non si riflette su di esso anche solo per un attimo, se non se ne coglie la pericolosità ai fini della costruzione di percorsi didattici autenticamente utili, si corre infatti il rischio di legittimare l'idea del "piccolo informatico", dello scolaro che deve precocemente e affrettatamente provvedersi di competenze tecnologiche,  senza porsi il problema dello scopo e delle motivazioni di tale acquisizione.

E al "piccolo informatico" possono essere proposte esperienze davvero paradossali, imperniate su colossali equivoci tra scopi e strumenti, come per esempio scrivere una lettera per imparare a usare un programma di videoscrittura, simulare il gioco di borsa per imparare (con le competenze matematiche degli 11 anni!) a usare un foglio elettronico o mettersi genericamente in comunicazione con altri per imparare a usare la posta elettronica e così via.

Mai nella storia umana si è scritto per imparare a usare lo stilo o la stilografica, si è fatto di conto per imparare a usare l'abaco o la calcolatrice meccanica, si è telefonato per imparare a usare la cornetta e il disco numerico a rotazione!

Per evitare di ri/cadere in situazioni come quelle a cui ho accennato, è forse utile provare a costruirsi preliminarmente una rappresentazione mentale di un calcolatore (maggiormente) a misura di ragazzino.

Comincio io in questa direzione, chiedendo però immediatamente ai lettori un contributo di arricchimento sulla base della loro esperienza e delle loro conoscenze.

Su un PC-da-scuola vorrei e FIN DA SUBITO:

- la posta elettronica
- programmi per cercare informazioni su Internet
- programmi per fare fumetti
- programmi per fare filmati e cartoni animati
- programmi per fare libri illustrati
- programmi di scrittura per bambini
- programmi per fare giornalini
- programmi per fare carta da lettere, biglietti da visita, volantini, striscioni…
- programmi per fare giochi
- programmi per disegnare in modo divertente
- programmi per elaborare fotografie
- programmi per fare caricature
- programmi per manipolare immagini e filmati (deformare, mescolare, "pasticciare"
- programmi per giocare con la musica e i suoni in genere
- collezioni di immagini da utilizzare nel lavoro
- Logo, per disegnare e ragionare con la tartaruga
- un bel po' di giochi logici
- un bel po' di giochi di simulazione

E le periferiche? Una bella stampante a colori, uno scanner e, soprattutto, una macchina fotografica digitale.

Tutte le tipologie di software citate ci sono. Così come altri che non mi sono venuti in mente e che spero saranno indicati dai lettori. Basta sapere che esistono, procurarseli e mettersi nell'ordine di idee che utilizzare, per esempio, un programma per fare fumetti è un buon modo per rimettere in ordine strumenti e scopi.

Concludo segnalando che dalla D.D. di San Mauro Torinese viene condotto un lavoro molto importante di informazione e di recensione su programmi come quelli elencati.