Direzione didattica di Pavone Canavese

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"FAMILIARIZZAZIONE"? INDUBBIAMENTE! MA QUALE?

di Marco Guastavigna

Un'ampia familiarizzazione degli insegnanti con le tecnologie di comunicazione è sicuramente una  condizione essenziale per un esito produttivo del Programma di svluppo delle Tecnologie Didattiche.

Credo però che si debba  chiarire in modo approfondito e esplicito che cosa si intenda con questo concetto,  per evitare di ridurre la familiarizzazione a un periodo preliminare  di addestramento, centrato sul funzionamento astratto delle "macchine", e per consentire invece un'autentica comprensione di studenti e colleghi.

A questo scopo può essere utile riferirsi al  modello riportato in figura, che articola la conoscenza di una tecnologia di comunicazione in quattro aspetti generali, o "attributi"1:

 

Thompson.GIF (6531 byte)

È indubbio che i diversi gradi di resistenza nel tempo offerti dai mezzi utilizzati per la conservazione delle informazioni e delle forme simboliche (dalla pietra alla pergamena, alla carta, al legno, alla pellicola, al supporto magnetico - per citare alcuni passaggi fondamentali) costituiscono un elemento costitutivo essenziale di qualsiasi tecnologia di comunicazione.

Allo stesso modo è evidente come la comunicazione sia condizionata dalla riproducibilità di una forma simbolica o di una informazione, che va evidentemente da molto bassa (pietra) a molto alta (mezzi elettronici) per quel che riguarda vuoi la quantità vuoi la qualità delle copie.

Anche l'accessibilità spazio-temporale, ovvero la valutazione di quanto una forma simbolica o unl'informazione siano separabili dal contesto di produzione senza perdere la loro efficacia, è un fattore che influisce sulla comunicazione; pure in questo caso il valore dell'"attributo" varia da molto basso (conversazione faccia a faccia) o molto alto (testo scritto).

La conoscenza della tecnologia di comunicazione sarebbe incompleta se non ne fossero note regole e procedure di codificazione e decodificazione delle forme simboliche o delle informazioni. Thompson precisa che "conoscerle a fondo non significa necessariamente essere in grado di formularle in modo chiaro e esplicito; significa piuttosto saperle usare nella pratica, sapere come andare avanti - come direbbe Wittgenstein".

Insomma,  avere familiarità con un mezzo di comunicazione significa saper consapevolmente rispondere a queste domande:

  1. Su quale supporto conservo le informazioni e quali sono le sue caratteristiche?
  2. Come faccio per produrre più copie delle informazioni?
  3. Quale accessibilità spazio - temporale ho a disposizione con il mezzo?
  4. Quali regole e procedure devo conoscere per "andare avanti"?

Tali quesiti sicuramente aiutano a meglio definire il concetto di familiarizzazione.

Sono convinto però che se dimentichiamo di porci una quinta domanda, tanto banale quanto cruciale ("Quali forme simboliche o informazioni produco o ottengo con il mezzo di comunicazione?"), non abbiamo in realtà fatto molti passi avanti . Senza una chiara risposta a una domanda sul senso, infatti, gli altri "attributi" di ogni mezzo di comunicazione divengono del tutto inutili. È insomma essenziale sapere a che cosa serve il mezzo e che cosa ci si può fare in un dato contesto.

Si rifletta poi sul fatto che un PC multimediale è una macchina complessa e potente, che  utilizza la medesima interfaccia e il medesimo impianto materiale di insieme per far compiere all'utente funzioni tra loro diverse, e che a tali funzioni corrispondono moduli operativi sempre più simili tra loro negli aspetti tecnici e distinti  proprio dal senso e dallo scopo - scrivere per sé piuttosto che per altri, elaborare dati numerici, utilizzare le informazioni di Internet, lavorare sulle immagini e sulla grafica e così via - e si capirà come il quinto quesito sia in realtà non solo basilare almeno come gli altri, ma meriti  il primo posto.

Di conseguenza propongo un Modello di familiarità con le tecnologie di comunicazione che riordina gli elementi precedenti e vi aggiunge in prima posizione l'attribuzione di senso:

Thompson2.GIF (5450 byte)

 

In sintesi: si sarà raggiunta una vera familiarizzazione con qualsiasi mezzo di comunicazione e in particolare con un  PC multimediale quando si saprà consapevolmente rispondere a queste domande:

  1. Cosa posso fare con questo particolare modulo operativo (quali informazioni tratta?)
  2. Quale accessibilità spazio - temporale ho a disposizione con il mezzo? (a "chi" sono destinabili le informazioni?)
  3. Su quale supporto conservo le informazioni e quali sono le sue caratteristiche?
  4. Come faccio per produrre più copie delle informazioni?
  5. Quali regole e procedure devo conoscere per "andare avanti"?

Da questa impostazione discendono alcune conseguenze per ciò che concerne le ipotesi di formazione:

a) rispondere alle richieste di senso è il vero elemento fondante del patto formativo da stabilire in occasione dell'aggiornamento professionale degli insegnanti;

b) un corso di formazione deve cominciare con un'esperienza intellettuale globale sulle nuove risorse di comunicazione, che faccia fin da subito cogliere i sensi e gli scopi del loro uso, nonché le connesse possibilità di modificare e migliorare i contesti formativi;

c) l'addestramento "tecnico" sarà possibile e utile solo dopo questi passaggi essenziali e delicati,  meglio se coniugato con la progettazione o l'adattamento di percorsi formativi per gli allievi.

 

Note:

1 Il Modello è ricavato dalla lettura di J.B. Thompson, "Mezzi di comunicazione e modernità" , Bologna, Il Mulino, 1998.

Per raggiungere un'ampia bibliografia su queste tematiche.

 

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