Pavone Risorse

Le Istituzioni scolastiche nel contesto delle autonomie


03.12.2012 

Stop al "DDL Aprea
E vedere di nascosto l’effetto che fa
di Stefano Stefanel

 

         Il DDL 953 denominato “Aprea” sembra arrivato ad un punto morto. Il PD da difensore del DDL sembra disponibile a prendere ancora tempo e quindi a portare tutto a fine legislatura, cioè nel nulla. Va detto che il DDL 953 non è una gran cosa, è un testo molto abborracciato e prefigura un futuro incerto e probabilmente confuso. Inoltre fa già intravvedere quali sarebbero gli elementi di contestazioni una volta che diventasse operativo. Ha un solo grande pregio: innova rispetto alla situazione attuale, statica ormai da trent’anni e che ha ridotto gran parte degli organi collegiali delle scuole in luoghi in cui si consumano stancamente riti del passato.

         Il DDL 953 innova rispetto alla situazione attuale e quindi apre a prospettive di ricerca e di sperimentazione, ma al tempo stesso lo fa introducendo meccanismi che di per sé non garantiscono un bel niente. Sarebbe interessante vedere in che modo gli Istituti scolastici affronteranno l’opportunità dello Statuto, anche perché si assisterebbe ad un “braccio di ferro” tra chi vorrebbe uno statuto standard nazionale e che sarebbe invece favorevole alla libera iniziativa delle scuole. Credo però che il prezzo da pagare per questa innovazione rimarrebbe troppo alto per le scuole di oggi, visto la capacità dei sindacati e dei “riformatori” di bloccare e ostacolare tutto quello che in qualche modo modifica l’assetto scolastico.

         La forza di interdizione nella scuola è molto più forte della forza di innovazione e infatti le maggiori vittorie, che vengono decantate nei vari siti web sindacali o scolastici, riguardano soprattutto provvedimenti bloccati o resi inoffensivi. Esiste una parte consistente del personale sindacale e scolastico che ritiene “riformatore” tutto quello che blocca le modifiche, tutto ciò che produce corteo, tutte le azioni che permettono in qualche modo di paralizzare il sistema nella sua evoluzione. Ma l’argomento che ha fatto breccia nel cuore del PD credo sia stato quello “democratico” e “costituzionale”. Il DDL 953 non ha nulla di anticostituzionale e non tocca alcun diritto democratico: se però così fosse ci sarebbe la Corte costituzionale addetta a dirimere la questione. Ma in questi mesi è stata montata una campagna molto dura e continua, che delegittima chiunque non attacchi frontalmente il DDL 953 in nome della lesa Costituzione e della lesa Democrazia. E questo argomento per il PD è irresistibile.

         Per cui ritengo che possiamo tirare avanti ancora con Consigli d’Istituto in cui si chiacchiera molto e si decide poco, anche perché tutta la responsabilità delle decisioni è del dirigente scolastico che deve predisporre i documenti per il Consiglio, visto che i Presidenti spesso non sanno da che parte cominciare. E possiamo tirare avanti anche con i Collegi docenti in cui il “diritto di tribuna” allontana le decisioni trasparenti con troppi punti all’ordine del giorno, troppi che vogliono parlare, troppi distinguo. Sia negli Istituti comprensivi, sia negli Istituti del secondo ciclo è necessaria una modifica del sistema organizzativo delle scuole per rendere più efficace tutto il processo decisionale. Però è meglio tirare avanti con quello che c’è che trovarsi in mezzo ad un problema di lesa Costituzione e lesa Democrazia.

         Io non penso sia possibile sottovalutare la presenza nelle scuole di un’idea che collega il servizio scolastico così come si è venuto formando negli ultimi anni con la percezione che la Costituzione vieti qualunque innovazione, se nella scuola non vengono riprodotti gli elementi più tipici della paralisi del sistema decisionale italiano. Poiché fermare ogni cambiamento partendo dalla richiesta di cambiamento è diventato un argomento vincente non credo si possa far finta che questa metodologia di lavoro non esista. La premessa è sempre la stessa: è necessario cambiare (gli organi collegiali della scuola). La conclusione è sempre la stessa: bisogna cambiare (gli organi collegiali della scuola) in modo serie e quello che viene proposto (DDL 953) è pericoloso e dunque va fermato. E’ sotto gli occhi di tutti l’impossibilità di attuare innovazione in un simile clima, per cui è meglio prenderne atto e tenersi il vecchio facendo finta che sia possibile farlo funzionare.

 

VENGO ANCH’IO

 

         Con l’attuale maggioranza parlamentare penso che un DDL abbia pochissime possibilità di venir approvato. Il Governo Monti ha agito per Decreti legge perché la strada dei DDL è impraticabile.  Un metodo però ci sarebbe: dato che tutti sono d’accordo che un’organizzazione nata da esigenze degli Anni Settanta (i “decreti delegati”) non è più al passo con i tempi una soluzione potrebbe essere quella di abrogare tutte le norme del d.lgs 297/94 che riguardano gli Organi collegiali. Una volta abrogate tutte quelle “norme antiche”, le scuole si troverebbero nella necessità di organizzarsi in qualche modo. La maggioranza delle scuole manterrebbe tutto inalterato continuando ad applicare quello che è stato abrogato (non è successo così anche con i Programmi ministeriali?), mentre qualche scuola potrebbe anche produrre delle buone e innovative idee. So che è un metodo un po’ anglosassone o nordico quello di abolire (“deregulation”) tutto in modo che ognuno si organizzi come ritiene, ma certamente eviterebbe di approvare una riforma degli organi collegiali che ”abolisce la democrazia e la costituzione” e costringerebbe chi vuole ad essere “conservatore per scelta”. Una soluzione un po’ finlandese, “per vedere l’effetto che fa”.

 

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