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LA BUONA SCUOLA OGGI: Documenti e interventi su  "Piano Renzi" (settembre 2014)

(04.08.2016)

La Ministra ne parla bene
di Aristarco Ammazzacaffé

 

La Ministra, a un anno dall’approvazione della Legge 107, ha voluto riproporre  in tutta onestà – ne è sicura - quanto è stato fatto, in questi lunghi 12 mesi, per far decollare bene la Riforma. E lo ha fatto con dichiarazioni ufficiali, interviste e conferenze stampa di cui si avvertiva molto in giro l’esigenza.

La Conferenza che ha avuto la più ampia eco è stata senz’altro quella a ridosso della ricorrenza.

È di questa che qui si tenta una ricostruzione – sulla base di note fatteci pervenire da colleghi amici presenti - che ben evidenzia l’equilibrio del racconto della Ministra e la sobrietà e condivisibilità – ne sono certi i suoi consiglieri  – della valutazione complessiva del suo operato.  

Nell’esordio,  senza tanti giri di parole, la Ministra  ha voluto ricordarci – hanno raccontato i nostri amici - che la legge è opportunamente entrata nel Guinness dei primati per il suo impianto fortemente unitario (un solo articolo, pensate! ) e che, solo per un soffio,  il primato non ha riguardato anche la chiarezza del testo normativo e il valore delle pensate di cui la Legge abbonda. Sorprendente poi, per i nostri amici, il linguaggio usato:  appassionante e coinvolgente. Tanto che nella sala a non pochi strabuzzavano gli occhi.  E  a qualcuno gli è scappata: “Ma è proprio lei?”. Mah!

Dopo aver espresso vivo e onesto apprezzamento per la sua di lei riforma, ha richiamato e commentato i grandi passi in avanti (nessuno comunque di lato; né tanto meno indietro. Però! ) su tutte le grosse questioni affrontate quest’anno (dai RAV ai PdM, dai CdV alla premiazione del merito, dalla costituzione delle reti di ambito alla impropriamente detta “chiamata diretta”…..), dichiarando come il percorso attuativo della riforma è piaciuto e piace – ne è personalmente convinta - (e noi con lei: siamo di bocca buona), sia  a destra che a manca, e che addirittura  - sostiene sul punto - “le cose vanno sempre meglio. Basta guardarsi bene in giro”.

“Ed essere strabici”: è la battuta sottovoce, (del solito apocalittico che non manca mai in queste occasioni), che, dal fondo sala, corre veloce come una freccia.

Per fortuna la Ministra non è riuscita a sentirla, per cui poté continuare le dichiarazioni  affermando che le  sue valutazioni si fondano su precise e continue verifiche fatte  con dipendenti e  dirigenti dell’Amministrazione. E mica solo con loro. Ha voluto sentire anche i Dirigenti Tecnici e i DS suoi estimatori.   

“Desidero richiamare a questo punto che tutti gli interpellati si sono detti convintamente d’accordo con me”.  

“E senza minacce!”, bisbigliò la solita voce dal fondo, per fortuna non arrivata neanche questa alla Ministra. Almeno così è sembrato.

“Insomma - ha aggiunto guardandosi intorno circospetta (e nessuno ha capito perché) - sono decisamente ottimista e speranzosa per il futuro della nostra scuola”.
Sia per il semplice che per  l’anteriore,  è sembrato di capire. Almeno questa l’impressione dei colleghi amici presenti.  Anzi - sempre la Ministra - ha dichiarato, subito dopo, che pensa di incontrare quanto prima  anche le OOSS  della Scuola perché vuole addirittura convincerle di  quanto sia buona riforma  la sua riforma (e di Renzi, per carità!). Ci vede solo un ostacolo.  

“Purtroppo – ha  infatti affermato  - quelli [le OOSS] si incaponiscono a chiedere il contratto. Quante pretese! Ma si può?! Comunque vedrete che le cose si aggiusteranno, esattamente come per  il merito, i PdM, le reti di scuola, la cosiddetta chiamata diretta … Basta andare nelle scuole per rendersi conto di quanto coinvolgimento ci sia e crederci”.
“Nei  miracoli!”: ancora la stessa voce, sempre dai posti del fondo.
Ma, da vera signora, la ministra finge di non sentire e prosegue parlando, questa volta, di una insinuazione – che l’ha profondamente addolorata, dice - molto diffusa tra le persone di scuola;  e cioè che al ministero la riforma la si conosca a spizzichi e che ogni ufficio sia affezionato unicamente al suo pezzo. Che manchi, cioè, nell’azione dei dirigenti ministeriali,  visione di insieme e consapevolezza del senso. Queste in sintesi le malignità.

“Su questo, non sono affatto d’accordo. Si tratta di cattiverie”  afferma sorprendentemente energica e volitiva. “Semmai, se proprio proprio si vuol cavillare, l’unica cosa che al mio staff si può forse addebitare è che non ha ancora capito del tutto dove la legge vuole andare a parare e cosa fare di certe disposizioni normative.  Dovete però considerare che si tratta di un testo legislativo complesso e scritto a più mani. Mani lunghe.
“Ma che al Ministero non si conoscano le cose, questo no. Non lo accetto e lo escludo categoricamente. Al Ministero – continua infervorata che non la riconosceresti - lavora gente preparata e competente che sa ben ‘pianificare la progettualità’, [sic!] come efficacemente  ha scritto recentemente  la nostra Capo Dipartimento dell’Istruzione, che, sia quando scrive  note formali che atti di indirizzo, è una vera poetessa! Una poetessa lirica! Vi rendete conto con chi ho a che fare? “.
 E aggiunge:  “Avete presente, a proposito di pianificazione,  la tempistica dei vari provvedimenti adottati, la razionalità delle procedure e soprattutto la ragionevolezza  dei tempi previsti per i più importanti adempimenti di quest’anno? Chi avrebbe potuto fare meglio? Chiedete ai DS, se avete dubbi! “.

“Ma a vostro rischio e pericolo! “ fece la solita voce dal fondo,
Ma la Giannini, incurante, e sempre più dentro al ruolo, continua: “Ho citato la Capo Dipartimento, per non  parlare del nostro Tutankamen, come affettuosamente chiamano il Sottosegretario Faraone al Ministero. Che vogliamo citare anche per complimentarci con lui: il mese scorso ha saputo infatti, tra l’altro,  coronare felicemente il sogno della sua vita: laurearsi. E senza raccomandazioni. Posso testimoniarlo.
“Comunque, parlando in  generale, desidero sottolineare che in questo anno ci siamo mossi sempre in totale sintonia con le speranze e le attese di insegnanti e DS,  e siamo sempre stati molto attenti – ce ne darete atto -  ad evitare  operazioni affrettate, confuse  e mal digeribili. Lo dico e lo ripeto con molta serenità, se proprio avete bisogno di sentirvelo dire. E tutti, ma proprio tutti, hanno potuto apprezzare il nostro impegno a contrastare qualsiasi tensione lacerante che potesse nascere dentro le scuole. Chiedete sempre ai DS, se non credete a Faraone, che deve pur fare la sua parte.  Infine una rassicurazione, se proprio ce n’è bisogno:  è nostra meditata convinzione che mettere troppa carne al fuoco non sia segno  di buona politica. Proprio no. Lo ha detto anche qualche altro. Forse Metternich”.

“Adesso però devo chiudere”  conclude la Ministra. “Mi hanno riferito che ci sono delegazioni un po’ agitate, sia di docenti e che di DS, che vogliono essere ricevute: chissà cosa vorranno!”.

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