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LA BUONA SCUOLA OGGI: Documenti e interventi su  "Piano Renzi" (settembre 2014)

(04.01.2016)

Purché abbia senso e produca miglioramenti. A proposito del nuovo POF
di Antonio Valentino

 

L’Operazione Piano Triennale dell’Offerta Formativa

Non sono di quelli che ritengono quasi un attacco all’autonomia delle scuole orientamenti e proposte MIUR per facilitarne l’elaborazione.
Mi sto riferendo  alla Nota ministeriale del 12 dicembre scorso sul Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PT); Piano  che le scuole devono predisporre entro il 15 gennaio (con possibilità, si spera, di aggiustamenti successivi; dal momento che entrerà in vigore col nuovo anno scolastico).

Detta comunque senza risentimento (non sarebbe elegante in periodo natalizio e immediatamente post), l’allegato 1 alla Nota - in cui si offre un modello di delibera del CdI sull’adozione del POF - potevano anche risparmiarcela. Ma uno non sa mai come ragionano al MIUR.

L’allegato 2 però, per diversi aspetti,  una sua utilità la presenta, ove si consideri la confusione che, sotto il cielo scolastico, regna diffusamente sull’intera questione.
Forse sarebbe stato utile evidenziare gli elementi di discontinuità che il nuovo art. 3 del Regolamento presenta - ma anche di richiamare, per contrasto, le continuità e metterne in luce  i significati  e le attese progressivamente opacizzati in quest’ultimo decennio -.
Tuttavia la Nota ministeriale, assieme alla decisione assunta a suo tempo di spostare di qualche mese la data di predisposizione del POF , ha probabilmente fatto arrivare alle scuole il messaggio che il processo di elaborazione  a cui erano chiamate ha una sua centralità e priorità tra gli adempimenti, sempre più numerosi e minacciosi che gravano sulle nostre scuole.
Comunque in queste note si preferisce parlare di  operazione POF, piuttosto che di elaborazione: a sottolineare la pluralità di attività, fasi e processi che il PT richiede e deve sensatamente prevedere al proprio interno. L’elaborazione del POF  rappresenta in quest’ottica, solo la prima fase di un processo che dovrà svilupparsi e completarsi nel triennio e prevedere strutturalmente una serie di altri momenti  - progettazione, implementazione, monitoraggio, aggiustamenti in itinere - che garantiscano al documento senso e valore, ma anche strumenti di accountability per valutarne l’efficacia. 

Come sappiamo, non è stata questa l’idea prevalente di POF in questi anni.

La consapevolezza che la Nota ministeriale ha inteso richiamare non è, da questo punto di vista, di grande sollievo; può costituire  però almeno promemoria del grosso lavoro che tocca fare in questo periodo.

 Senza nulla toglierle, ovviamente, può risultare utile raccogliere qui, in una sorta di percorso immaginario, alcuni punti e spunti, scelti tra quelli  emersi recentemente sul tema in seminari o in contributi apparsi sul WEB e tesi a valorizzare gli aspetti dell’operazione che si ritengono più in linea con una idea di scuola come “impresa collettiva” (un fare scuola, cioè, in cui prevalga il lavoro di squadra e l’orientamento al risultato).
 

Un percorso in 8 punti

  

1.      Conferme: Il POF, anche nella nuova formulazione della L. 107, si configura  

2.      I cambiamenti di quadro: La questione del PT solo apparentemente può essere ritenuta più semplice di altri adempimenti previsti in questa fase, solo perché richiama analoghe pratiche degli anni scorsi.  In realtà è operazione del tutto nuova e complessa, che si gioca su paradigmi prima assenti:

File rouge nei cambiamenti:    Miglioramento e valutazione / accountability, come nuove parole d’ordine della riforma, e centralità del DS come scelta strategica.

3.      Il cuore del ragionamento sul POF. Le domande preliminari mi sembrano le seguenti:

Come si inserisce l’operazione PT in una strategia della ripartenza della mia scuola

4.      Le consapevolezze da cui muovere. Sono così riassumibili:

5.      Recuperi preliminari e fondamentali delle nozioni di

6.      Approccio cooperativo. Tra le  condizioni: 

Prevedere  programmaticamente  – nell’elaborazione del  PT

7.      Contenuti del PT (in base all’art. 3 Regolamento Autonomia) e Aree (progettuali) di possibili obiettivi omogenei. Il RAV e il conseguente Piano di Miglioramento costituiscono le fonti documentali da cui attingere, per ciascuna area tematica (educativa, curricolare, organizzativa …), gli obiettivi di miglioramento, potenziamento, innovazione. Che qui si propongono, a titolo esemplificativo, per ciascuna area tematica:

8.      Un’idea di PT (tra le altre) in tre sezioni

La prima: Il profilo culturale e progettuale dell’Istituto, di cui siano ingredienti fondamentali:

La seconda: Le Aree Progettuali (miglioramento, consolidamento, potenziamento, innovazione) di cui al precedente punto 7 (v. Quadro 2). Le Aree Progettuali, dentro ad un documento così composito, rappresentano – dovrebbero rappresentare - la sezione del Piano in cui sono pianificate attività e strategie prioritarie che nel triennio sono finalizzate (e quindi progettate e programmate) a migliorare la scuola non solo sotto il profilo delle esperienze formative previste dai curricoli, ma anche in rapporto al clima interno, agli ambienti, alle strutture, alle modalità di valutare gli esiti complessivi e di rendicontarli

La terza: I codici di comportamento (delle figure, a partire dal DS, e delle componenti dell’Istituto): da definire specificamente per ogni figura con riferimento agli aspetti del profilo e  in coerenza con i valori e le linee guida esplicitati nelle sezioni precedenti.  Questa sezione va vista come espressione di una identità che si costruisce, attraverso comportamenti professionali competenti e “curati”, la qualità delle relazioni, il rispetto e il decoro degli ambienti, la disponibilità all’ascolto attivo, ecc.., da prevedere e condividere e monitorare in vista di “aggiustamenti” migliorativi.

E che tutti gli dei dell’Olimpo – a questo punto - aiutino Dirigenti e Gruppi coinvolti.

 

Quadro 1: Cosa studenti e famiglie devono aspettarsi

 

A titolo puramente esemplificativo (trattandosi di aspetti – da limitare comunque numericamente - che hanno a che fare con l’ identità culturale e progettuale di ciascuna scuola):

     Sicurezza e decoro ambientale

     Didattica laboratoriale

     Apprendimenti solidi e sensati

     Rispetto dei codici di comportamento condivisi

     Cura dello sviluppo professionale del personale

     Lo sviluppo  delle Competenze Chiave di Cittadinanza – CCC - (declinate in rapporto al ciclo di studi e alle caratteristiche degli allievi) e delle competenze di studio come impegno collettivo.

 

 

Quadro 2: Le Aree Progettuali (AP): cuore del PT

 

A.P.: la sezione del PT in cui inserire gli obiettivi di miglioramento, potenziamento, innovazione (traguardi sul triennio), individuati come prioritari e raggruppati in Aree di contenuto omogeneo. Passaggi auspicabili

1.      Per ciascun traguardo va previsto, a cura del Gruppo di elaborazione,  una sintetica scheda di progetto che riporti le azioni strategiche distribuite sui tre anni (gli obiettivi di processo), ma anche tempi, risorse, strumenti ….

2.      Tali schede progettuali – una per ogni obiettivo - costituiscono le matrici del lavoro di progettazione per i vari gruppi di lavoro (CdC, GD, gruppi ad hoc) coinvolti nella implementazione delle AP (fase: gestione del PT)

  

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