Direzione didattica di Pavone Canavese |
dal 06/03/2000 questa pagina
è stata visitata
volte
Il Castello di Ivrea
sullo sfondo La Serra, la collina morenica più lunga d'Europa
La gestione
delle visite del Castello è affidata all'Associazione volontaria "Castello di
Ivrea" che ne garantisce l'accesso nei giorni di sabato (orario 15/18) e
domenica (10-12 e 15-18) dal 1 maggio al 31 ottobre. Le scolaresche possono visitarlo anche in altri giorni e altri periodi dell'anno prenotando ai numeri telefonici 0125/44415 oppure 0125/51130 Costo della visita: 3000 lire. |
Chi sale per le vie della Città vecchia ad Ivrea, superata la piazza del Duomo, entra nella piazza alberata dove, imponente, si erge la struttura del Castello del Conte Verde.
Le torri e le mura possenti del maniero lasciano nel visitatore notevole impressione.
La costruzione del Castello di Yporegia (Ivrea), voluta da Amedeo VI di Savoia come baluardo contro le invasioni dal nord attraverso la Val d'Aosta e come simbolo del potere sulle popolazioni del Canavese, inizia nel 1358 e viene ultimata tra il 1393 e il 1395.
Il Castello di Ivrea sarà fortezza, residenza dei Signori di Savoia, carcere di Stato e poi carcere comune.
L'aspetto architettonico ha similitudine con la Bastiglia poichè il Conte Verde era cognato di quel Carlo V (entrambi avevano sposato due sorelle Bourbon). La costruzione del maniero era iniziata sotto il regno di Carlo V per cui si ritiene che il Conte Verde si avvalesse dei suggerimenti di architetti parigini. Il fossato intorno al Castello venne fatto costruire dal 1384 al 1387 a protezione dell'ingresso.
Il Castello venne adibito a carcere nel 1750 e mantenne questa funzione sino al 1970.
La poderosa mole aveva
agli angoli 4 torri cilindriche, le più imperiose ed elevate nell'antico Piemonte.La
Torre Mastra, usata come polveriera, è mozzata per il fulmine che, nel 1676, la fece
esplodere causando molte vittime (pare 280) e la distruzione di 187 case. Le torri sono alte mt.34 e spesse mt. 0,80 (con sezioni che vanno dai mt. 9,50 a mt. 7,05) e sono costruite a tronco di cono contro il quale piombavano gli oggetti gettati dall'alto dai dofensori ed indirizzati dalla scarpata verso gli assedianti. |
Sulla facciata si possono notare le caditoie attraverso le quali
venivano buttati sul nemico liquido bollente o pietre.
I merli, mancanti su questa facciata ma visibili sulle altre, sono a forma di coda di
rondine "merli ghibellini" attestanti la fedeltà all'imperatore) mentre quelli
a forma di rettangolo "merli guelfi" attestavano la fedeltà al Papa.
Carcere
Da documenti del 1814 risultavano essere un totale di 28 camere: 5 sono celle per 4 persone, ognuna cons ervizio. La particolarità delle porte delle celle era di avere soltanmto uno spioncino per il controllo dei prigionieri ma non uno sportello passavivande in quanto non c'era la possibilità di comunicazione con l'esterno.
Tra il 1822 e il 1831 il Castello può ospitare 150 detenuti con una media annua che varia da 95 a 71 persone.
L'ospitalità era molto austera: minestra, pane e acqua e per giaciglio la paglia.
Interno del Castello
Delle primitive strutture restano sulle facciate le eleganti
finestre gotiche in pietra ed elementi decorativi che confermano l'utilizzo del maniero
come residenza signorile oltre che come fortezza.
Alcune finestre presentano ai lati due scudi con la croce sabauda.
Significativi, a dimostrazione dei tre piani invece dei successivi quattro, i resti di due
archi ogivali in cotto decorato con croci greche (1^ e 2^ piano) e con croci dei Cavalieri
di Malta (piano terreno).
I soffitti
Il Castello era dotato di soffitti il legno a cassettoni. Travi di
questi soffitti esistono tuttora nei solai e nella parte più danneggiata.
Si presume che buona parte siano stati demoliti quando il castello venne adibito a carcere
o forse danneggiati durante l'assedio dei Francesi (1641).
Nel cortile si notano tuttora