Direzione didattica di Pavone Canavese

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a cura di Franca Lazzarini

 

 

LE LINGUE DEI SEGNI NEL MONDO

 

"Un populo
diventa poviru e servu
quannu ci arrobanu a lingua
addutata di patri,
è persu pi sempri"
I. Buttita (poeta siciliano)

 

Partendo dal presupposto, scientificamente provato, che la Lingua dei Segni è una vera e propria lingua con una propria struttura grammaticale, uno dei luoghi comuni più diffusi continua ad essere la convinzione che essa possa essere universale.
Così come avviene per le lingue orali la lingua dei segni, in realtà, si differenzia da nazione a nazione ed all’interno di ogni Paese si possono ancora individuare varie forme dialettali.
"Si parla così di Langue des Signes Français (LSF), American Sign Language(ASL), Brithis Sign Language (BSL), Lingua dei Segni Italiana (LIS), ecc.."
(Autori vari "Linguaggio e sordità", La Nuova Italia, 1994 )
Nelle varie lingue dei segni uno stesso segno può avere significati completamente diversi oppure un significato analogo può venir espresso in modo diverso.
Circa trent’ anni fa venne creata una Commissione Internazionale di esperti della Federazione Mondiale dei sordi che, nel 1975, pubblicò un volume contenente una lista di segni "internazionali".
L’obiettivo era quello di creare una sorta di lingua dei segni condivisibile a livello mondiale. Trattandosi però di una proposta esclusivamente lessicale non poté mai acquisire le caratteristiche di una vera lingua; in tempi alquanto rapidi andò incontro ad un totale fallimento così come successe all’ esperanto per quanto riguarda le lingue vocali.
Una lingua infatti non può essere creata artificiosamente, "a tavolino" come si suol dire, ma scaturisce dalle vere esigenze comunicative di una intera comunità che in essa riflette la propria storia ed i propri valori culturali.
Un chiaro esempio di questo processo è l’Italia.
La nostra nazione prima del 1860 non era un unico Paese, ma era suddivisa in diversi regni e ducati; inoltre a partire dal 1880 con il Congresso Internazionale di Milano (per motivi che vedremo più avanti) l’uso della lingua dei segni nell’ insegnamento venne definitivamente bandito.
Ciò fece sì che i segni, in Italia, si diversificassero non solo da regione a regione ma da città a città ed addirittura da istituto scolastico ad istituto dove i ragazzi usavano la lingua dei segni di nascosto durante gli intervalli, nelle loro camerate oppure in famiglia ( nel caso di genitori o parenti sordi).
L’ unificazione d’ Italia inoltre non facilitò l’ omogeneizzazione delle diversità locali, vennero difatti "…….soffocati i dialetti e le usanze regionali a favore di un’ unica lingua e cultura nazionale….."
A maggior ragione ciò avvenne nei confronti di "….una lingua e di una cultura ancora più distanti ed impenetrabili…" quali quelle dei sordi. ( "Dizionario bilingue elementare della Lingua dei Segni Italiana", 1992)
Negli ultimi trent’ anni in Italia sono ricominciati gli studi sulla lingua dei segni, i sordi hanno cominciato a recuperare quella consapevolezza, soffocata da cent’anni di puro oralismo, che la loro è una vera e propria lingua attraverso la quale possono interagire gli uni con gli altri, comunicare intenzioni ed emozioni, nonché trasmettere conoscenze e valori di generazione in generazione.
Pur appartenendo a regioni o città diverse i sordi italiani con estrema facilità e rapidità riescono a comprendersi fra loro, poichè le differenze dialettali investono soprattutto il lessico piuttosto che la sintassi.
Le categorie lessicali che presentano il maggior numero di variazioni sono i giorni della settimana, i mesi dell’anno, i colori e i sostantivi non frequenti. "I segni usati per i nomi dei colori a Roma , ad esempio, sono molto diversi da quelli usati a Torino…"
"Assai meno variazioni si trovano nei verbi, aggettivi, avverbi e gran parte dei sostantivi più frequenti". ("Dizionario bilingue elementare della Lingua dei Segni Italiana", 1992)

Ciò che è possibile rilevare è che in realtà, così come accade per i dialetti orali, anche per i dialetti delle lingue dei segni sono più le somiglianze che le differenze.
Comitati scientifici (CNR di Roma, Mason Perkins Deafness Fund), enti (Ente Nazionale Sordomuti), istituti ( Istituti dei Sordomuti presenti nelle varie città ) associazioni e coperative sociali di sordi stanno lavorando, a partire dagli ultimi trent’anni, al fine di studiare la Lingua dei Segni Italiana, uniformarla nei limiti del possibile e promuoverne la sua evoluzione e la sua diffusione.
Importante è che la società moderna possa continuare ad aprirsi sempre più nei confronti di una cultura che nel passato ha sofferto moltissimo ed ora richiede il riconoscimento ufficiale quale minoranza linguistica.

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