Direzione didattica di Pavone Canavese

(18.12.2004)


Polemica Andis-Confederali
Una ulteriore replica di Federico Niccoli

Caro direttore, ti chiedo di ospitare questa brevissima replica

Per prima cosa, mi scuso con il collega Puttilli, presidente dell’Andis di Torino, per il mio intervento , da lui evidentemente ritenuto una non legittima o quanto meno inopportuna invasione di campo da parte di un lettore "fuori Provincia".
Segnalo subito, però, il pericolo che si possa instaurare una sorta di devoluzione pedagogica : i "titolati" all’intervento sarebbero solo quelli che hanno partecipato all’elaborazione dei documenti nelle varie province. Vero è che una migliore conoscenza di tutto il procedimento può aiutare il formarsi di opinioni corrette, ma i documenti "parlano" o dovrebbero parlare attraverso i contenuti che esprimono.
Su una riflessione del collega Puttilli esprimo ampio consenso : i sindacati sicuramente (ma forse anche l’Andis) dovrebbero astenersi dal "vizietto" ricorrente della fornitura di modulistica varia da adottare da parte dei collegi dei docenti e dei loro dirigenti (e ciò perché se l’autonomia è un valore forte, essa va difesa con intransigenza anche nei confronti degli "amici")
In ogni caso, quando, come ho già scritto, la frittata è fatta è opportuno entrare nel merito.
Vorrei far notare che , per quel che mi riguarda, ho segnalato che entrambi "volano" (sia i confederali sia l’Andis torinese) ma, in questo caso, a me continua a sembrare che la posizione sindacale esprima più coerentemente di quanto non faccia l’Andis torinese (e nazionale, che si è affrettato a dare una solidarietà – una sorta di imprimatur- di cui non si avvertiva il bisogno in tempi in cui è definitivamente tramontata ogni ipotesi di centralismo democratico) l’intransigenza della battaglia che da tutte le sigle è stata condotta per la difesa del tempo pieno e dei tempi modulari ancorati all’unitarietà del progetto pedagogico.
Sappiamo tutti, caro Puttilli, che l’art. 7 del d.lgs. 59/04 disciplina l’orario delle attività didattiche in termini di "spezzatino". Ma , fortunatamente, il Ministro ha fornito una sorta di interpretazione autentica dello stesso articolo, esaltando la unitarietà delle ore obbligatorie e di quelle facoltative.
Fino a quando sarà possibile, dovremo difendere non solo a parole, ma anche nei "modelli di iscrizione", l’organizzazione unitaria dell’orario, rivendicando con coraggio i poteri esclusivi delle istituzioni scolastiche autonome in materia di autoorganizzazione dei tempi di insegnamentoapprendimento.
Alle famiglie va presentata, io credo, la scelta netta del collegio dei docenti (sempre che, ovviamente, il Collegio e il CdI abbiano optato per il modello orario delle 30 ore unitarie o delle 30 ore + mensa). Se viene presentata nei modelli , sia pure come residuale, l’opzione delle 27 ore (+ 3) bisogna, per correttezza dire, da subito, in quali momenti della settimana saranno collocate le ore facoltative.
E bisogna anche tener presente che, se lo si vuol leggere correttamente, il testo dell’art. 7 non prevede solo il +3, ma anche il +1 e il +2 (fino a 99 ore) .
Credo che siamo tutti d’accordo che le Scuole sarebbero ridotte ad una sorta di portineria impegnata soprattutto a regolamentare gli orari di ingresso/uscita degli alunni sulla base delle richieste sovrane delle famiglie.

Concludo questa breve replica con una promessa e una riflessione:

· Garantisco che non mi occuperò ulteriormente dell’oggetto della controversia tra Andis e sindacati confederali di Torino per le considerazioni espresse in premessa

· Sul ruolo del dirigente scolastico nella scuola dell’autonomia occorre, anche in sede Andis, continuare una riflessione approfondita. Il collega Puttilli sa meglio di me (lungi da me l’idea di impartire lezioncine) che lo spartiacque tra funzionario governativo e funzionario repubblicano non è sufficientemente chiaro all’intera categoria dei dirigenti scolastici. Su questo versante, quando e se si vorrà intervenire, mi dichiaro sin d’ora disponibile ad offrire il mio contributo di esperienze e riflessioni maturate sul campo.

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