Direzione didattica di Pavone Canavese

Dossier sul lavoro minorile


Bambini avviati alla prostituzione: i dati di alcuni paesi

Tailandia

300.000

Brasile

500.000

India

300.000

Filippine

100.000

Vietnam

40.000

Pakistan

40.000

Leggi il commento dell'ILO

 

REPORTAGE:
SEX TOUR
SULLE PISTE DEI MERCATI DI SESSO PER OCCIDENTALI

 

Roberto Cavalieri

Sulle strade dei tour del sesso nelle città dell’Asia. Non "l’inflazionata" Bangkok ma Dakha la disperata, Ho Chi Ming City la neocapitalista, Negambo la povera. O in Africa, minorenni vendute a 2 dollari a notte. Merce.

Minute, facce d’angelo, graziose. Le piccole singalesi aspettano i loro clienti tenendosi un po’ in disparte. Altri curano il traffico delle rupie, dollari se clienti stranieri, proventi delle ore d’amore. Un monte ore incalcolabile che sciupano i corpi delle giovani donne che se ne stanno dietro un semplice locale che urla musica rock e promette deliziose portate di pesce dell’oceano indiano. Negambo è un grande punto di passaggio per la piccola isola dello Sri Lanka. Spesso i turisti dell’amore a pagamento non raggiungono nemmeno Colombo, al massimo il "viaggio" li porta direttamente al sud, a Unawatuna e altri posti degli irreali "tropici" da tours operators.

NEGAMBO

La "cosa" più richiesta nel mercato di Negambo è avere una giovane vergine. Mercenari occidentali del sesso e nuovi ricchi dell’Asia richiedono questo tipo di merce in modo così pressante che gli stessi boss del traffico non sanno più rispondere alla domanda. I più spregiudicati addestrano le giovani a tenere tra le gambe un piccolo e tagliente pezzo di plastica. Quando il cliente inizia il rapporto, la giovane ha imparato a simulare il dolore della "prima volta". Il rapporto porta allo sfregamento del oggetto con il sesso della giovane. Il sangue testimonia per il cliente la perdita della verginità. Mille dollari soddisfano il cliente. E il venditore. La merce, la giovane che ricompone il suo sari, rimane fuori servizio per qualche giorno. Poi un’altra ius prime noctis la attende.

DHAKA

Il circuito del sesso in Asia collega Calcutta, Bangkok, Canton e altre metropoli del Bengala indiano. Tra queste la più povera: Dhaka. Qui i prezzi crollano. Non esiste nessun circuito turistico e quindi i prezzi sono spesso ancora legati al reddito pro capite annuo. Poco più di cento dollari all’anno. Un rapporto con una prostituta può costare poche decine di lire. Nell’immenso delta che dà vita a quello che una volta era il Pakistan occidentale fare sesso su commissione porta ad un guadagno che permette di comprare riso e pollo piccante. Un pasto insomma. Spesso donne della casta degli intoccabili, uno degli ultimi gradini della perversa divisione sociale indù, ricevono i clienti nelle loro capanne fatte di palma e fango secco. Ma il mercato porta anche qui il cliente a scegliere. La differenza viene fatta solo sulla posa dell’amplesso. Farlo coricati costa un po’ di più che farlo in piedi. Ma il mercato del sub continente indiano non ha conoscito sconvolgimenti radicali. Quello che, nel tempo libero, facevano i dipendenti della Compagnia Britannica delle Indie tra un commercio e una partita di cricket lo continuano a fare le orde di turisti assetate di emozioni forti.

HO CHI MINH CITY

Chi invece ha subito un terremoto sociale che ancora oggi lascia strascichi è la città di Ho Chi Minh City. Ieri la Saigon americana e dei sudvietnamiti era stata trasformata in un enorme bordello. Retrovia di svago e sesso per i giovani soldati americani che tra eroina e vietnamite sapevano affogare le paure del XVII parallelo e dell’incubo comunista. Oggi, in forma ridotta, come ieri le ragazze di Saigon passeggiano per le strade vestite con il loro ao dai di seta. Ruotano attorno all’Hotel Continental e al Rex, le vecchie glorie che dagli anni sessanta e sino alla fuga dell’aprile del ‘75 hanno ospitato i capi dell’esercito Usa. I miti del sesso asiatico resistono. Le stampe erotiche indiane, giapponesi, cinesi che hanno attraversato i secoli oggi sono sostituiti da brochures a quadricromie che giovani smaliziati ti invitano ad osservare e magari a scegliere. Massaggi, bagni, saune e... sesso. Da consumarsi in grandi quantità.

MI SI E’ RIVOLTATO LO STOMACO...

Ciò che accade in Asia accade, in realtà, in tutto il sud del mondo. In particolare nei paesi ridotti alla disperazione e alla fame.
Tempo fa attraversavo un paese africano in preda ad una guerra tanto insensata quanto sanguinaria. Capitai in una regione dove una grande impresa italiana di costruzioni ha cantieri immensi che impiegano operai locali pagati pochissimo. La sera ho incontrato nel counpund (il campo base dove vivono le maestranze straniere) alcuni operai del cantiere. Italiani rotti ad ogni esperienza. Abbiamo chiacchierato un po’. Poi, improvvisamente, uno di loro ha detto che si era fatto tardi. "Devo andare" disse. E aggiunse: "Dove sono le mie pecore?".
L’ho visto allontanarsi prendendo sottobraccio una ragazzina dal volto bambino.
Era "la sua pecora". Il tutto a due dollari a notte.
Mi si è rivoltato lo stomaco.

(da AlfaZeta, n. 46)


Un commento dell'ILO

Sulla prostituzione minorile l'organizzazione mondiale del lavoro scrive quanto segue:

Child prostitution:

International conferences such as the ones held in Stockholm (1996) and Amsterdam (1997), have reflected worldwide concern on the subject of child prostitution. However the full extent of the problem is unknown. In Thailand, for example, estimates of those aged under 16 or 18 whose livelihood includes sale of sexual favours range absurdly between 2,500 and 800,000. According to reports from countries seriously affected by the AIDS endemic, male customers for sex are showing increasing preference for younger partners. Over the past two decades, the emergence of 'sex tourism' has received wide international attention. It is the most widely publicized negative aspect of tourism.

 

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