Direzione didattica di Pavone Canavese

Viaggio in mongolfiera con ....

Sebi Trovato

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C'è una ris - post@ per te
All'intervento di Sebi Trovato risponde
il maestro chiamato in causa

 

Carissima sebi,

certo che da te ci si deve proprio aspettare di tutto !
Uno e` li`, tranquillo nella sua isoletta che tenta di sopravvivere e di fare resistenza umana attiva al tempo e agli inglesi quando, tutt'ad un tratto, si vede chiamare novello Giuseppe Mazzini sul principe dei siti web per la scuola italiana.
Che figuraaa!!

You know I'm kidding. La tua presenza in quest'ultimo anno, in rete o in mailbox, per me ha significato davvero tanto. Non era solo sapere che c'era qualcuno con cui parlare di De Andre` e Battisti, con cui raccontarsi idee e storie. Era soprattutto profumo della scuola italiana che mi piace, foriera di grandi aspirazioni e progetti, che con creativita` e voglia di fare e` capace di arrivare ovunque ritenga necessario.

Yet, devo correggerti un paio di cosette e precisarne meglio altre per far capire meglio a tutti gli sventurati che hanno letto le tue righe e leggeranno le mie, chi sono e da dove vengo (da lontano, sempre e comunque da lontano …) e dare loro modo di ricomporre meglio il puzzle.

Innanzitutto non sono un insegnante della "Sacred Heart Roman Catholic Primary School" di Loughborough.
Io sono un insegnante della
Direzione Didattica del Consolato di Manchester. Vale a dire: ho fatto il maestro per cinque anni in Italia e poi ho vinto il concorso bandito dal Ministero degli Affari Esteri per l'area linguistica inglese . Si`, proprio quel concorso estero su cui a tutt'oggi circolano, tra i docenti, storie mitiche e leggende urbane di tutti i tipi: si favoleggia di incredibili tesori nascosti da chi insegna all'estero (siamo pagati bene, si`, ma non cosi` tanto) e di raccomandazioni multiple di altissimo livello per avere una tenue speranza di vincerlo (io non so neanche come si chiedano).

L'ho vinto, dicevo, e mi hanno spedito alle dipendenze del Consolato di Manchester (mica per sempre, però: tra quattro anni devo ritornare in patria).

La precisazione e` importante, perche` io svolgo la funzione di … a kind of visiting teacher che, una volta a settimana, si presenta alla Sacred Heart (come in 5 altre scuole anche molto distanti tra loro) per somministrare pilloline di lingua e cultura italiana a corsi e corsetti (in tutto ne ho 15 ….) doposcuola -destinati soprattutto ai figli dei figli (dei figli?) degli italiani - o inseriti - destinati cioe` a intere classi locali e in normale orario scolastico.

Non mi dilungo oltre perche` sarebbe noioso.

Quello che voglio dire e` che in Inghilterra non studiano la lingua straniera nelle scuole elementari come noi in Italia. Impensabile. Ed anche alle scuole superiori ha spesso un'importanza molto, molto relativa. In fondo loro hanno la fortuna (?) di parlare la lingua franca dell'impero. Si stupiscono persino, al ritorno da una vacanza a Maiorca, di sentirsi dire che li` si parla lo spagnolo: in due settimane non hanno parlato che inglese, inglese, inglese. Non a caso l'Inghilterra e` uno dei paesi europei piu` carenti nell'apprendimento di altre lingue straniere.

"I bambini inglesi mi fanno veramente rabbia, senza nessuna fatica a tre anni parlano la lingua oggi più diffusa" dice il sociologo De Masi in un'intervista su Repubblica. Vero. Verissimo. Noi, pero`, imparando l'inglese sapremo due lingue: una lingua franca utile per lavoro, contatti, commercio .… e la lingua di Dante, Leonardo, Boccaccio che loro ci invidiano non poco (hai mai pensato a questo, De Masi?).

L'unico motivo per cui talune scuole accettano di sperimentare l'insegnamento dell'italiano nelle loro classi e` che fa fare bella figura ai loro booklets di presentazione e non costa nulla perche` e` offerto dal Consolato Italiano gratuitamente : due elementi che in regime di piena e vera autonomia hanno un loro, indiscutibile peso.

Ma l'autonomia delle scuole ( totale per quanto riguarda assunzione e pagamento del personale, orari, strutturazioni delle classi….) e` controbilanciata da un Curriculum Nazionale estremamente prescrittivo negli obiettivi da raggiungere (valutati alla fine di ogni Key Stage da test approntati da Commissioni Nazionali -Boards- I cui risultati sono pubblicati sui principali giornali del paese), tanto che ho gia` notato come in diverse scuole si affrontino gli stessi argomenti negli stessi modi usando lo stesso materiale didattico.

Per non parlare poi dell'introduzione in questi ultimi anni della "literacy hour" e della "numeracy hour". In parole povere, il ministro dell'istruzione e del lavoro D. Blunkett si e` accorto che I bambini inglesi non sapevano ne` scrivere correttamente ne` le tabelline (mi piacerebbe dare un'occhiata alle tabelle comparative sull'alfabetizzazione linguistica e matematica nei vari paesi ocse: se avete un'idea ditemelo, grazie matthew66@dtn.ntl.com) e le commissioni governative hanno messo a punto questi due programmi a livello nazionale, strutturati al minuto, che mirano a far alzare la media dei punteggi nei test di cui sopra.

Dove voglio arrivare, Sebi, lo sai. Le costrizioni del curricolo inglese sono tali che gli spazi concessi a cose come la lingua straniera, nonostante tutte le ricadute positive che puo` avere a livello di consapevolezza culturale e linguistica, sono diciamo risibili. Se lo scorso anno alla S. H. insegnavo in due classi per mezz'ora alla settimana ( ogni classe veniva divisa in due gruppi, mandati da me alternativamente) quest'anno ho tre classi praticamente perun quarto d'ora alla settimana. Does it make sense?

Sinceramente, non credo. Certo, il curricolo e le sue esigenze li tiene sotto pressione, ma l'interesse avvertito per le altre lingue e culture europee (Europa? Si mangia …?) e` minimo e molto spesso di facciata.

Una strana sensazione di omogeneita`, anzi di omogeneizzazione, mi percorre quando passo da scuola a scuola, lasciandomi sempre sottilmente perplesso. Vedi Sebi, "presentare la realta` della scuola britannica" e` cosa che richiederebbe ben piu` di una risposta, ed io adesso non me la sento di prendere un impegno cosi` grosso.

Dentro di me pero` questa operazione di comparazione la faccio ogni giorno, ogni momento. La scuola inglese e`, per molti versi, l'esatto contrario di quella che e` stata la scuola italiana fino ad ora, nei suoi pregi e nei suoi difetti anche se i cambiamenti che stanno avvenendo ora in Italia (autonomia, differenziazione degli stipendi, sistema nazionale di valutazione, .. solo per dirne alcuni) stanno rendendo I due sistemi scolastici piu` simili tra di loro (non a caso sono molto apprezzati sui giornali locali anche se si puo` leggere una buona dose di ironia).

Bene, ottimo: l'integrazione reciproca dei sistemi scolastici europei non puo` che essere positiva, si dira`, e l'Italia sta in fondo solo perdendo quei tratti che la rendevano un caso anomalo. Forse giungeranno anche da noi le ispezioni improvvise e a tappeto dei singoli istituti, si arrivera` a poter licenziare un insegnante se non rende, ci saranno dei programmi nazionali coerenti e uniformi anche tra I diversi livelli scolastici (piu` prescrittivi e meno vaghi degli attuali), verranno istituite le classifiche nazionali delle scuole come una lavagna di buoni e cattivi, staremo a scuola per otto (nove? dieci? undici?) ore al giorno, avremo un riconoscimento sociale ed economico diverso, la possibilita` di far carriera …..

Va bene, va bene. Ci posso anche stare.

Ho solo un piccolissimo dubbio. In un sistema razionale si`, ma rigido e paludato come questo, vedo proprio poco spazio per il pensiero divergente, la diversita` culturale, le invenzioni, le iniziative metodologico - didattiche che vanno oltre I paradigmi ufficiali …… Non ci sarebbe spazio per gli incapaci e gli svogliati cronici ne` per I picchi di eccellenza e di creativita`. Credo proprio, Sebi, che tu qui non esisteresti (dove ti colloco, decidilo tu).

Sara` mai possibile arrivare ad un sistema che coniughi efficacia e creativita`, efficienza e divergenza, razionalita` ed invenzione ? …… La risposta, come tante altre, soffiera` nel vento.

Chiudo con un auspicio ed una promessa.

Prima la promessa.

Come novello Icaro, dicevi tu, sono caduto e mi sono fatto un po' male. Sognavo un bel Socrates con la tua classe e mi (ci) hanno tarpato le ali.

Stai sicura che ci riprovero`: coinvolgendo di meno le scuole inglesi e lavorando con I gruppi dove ho piu` diretta responsabilita` (i doposcuola di italiano), al piu` presto mi rimettero` le ali e ci riprovero`. Odio perdere.

Poi l'auspicio: che in un futuro non troppo lontano il carrozzone statale degli inviati all'estero venga rimpiazzato da un sistema razionale ed efficiente di veri interscambi tra docenti delle scuole europee il cui compito non sia solo insegnare una lingua ma fare da vero ponte culturale (so che questa parola ti piace) tra paesi, scuole, docenti, bambini. Sarebbe un bel passo avanti verso una vera europea, ispirata dall'interculturalita`, dalla ricerca comparativa e aperta ad un processo di confronto continuo pur rispettando le diversita` di ognuno.

Come vedi, non perdo il vizio di sognare.

Ma questa, forse, e` un'altra storia.

A big hug

matteo morandi