Direzione didattica di Pavone Canavese


vai alla pagina della rubrica PSTD

05.04.2000

Internet allarme rosso
Non tutto è bene nel mondo delle nuove tecnologie


Sono convinto che le nuove tecnologie didattiche costituiscano un ambito didattico capace di razionalizzare l’apprendimento e di innovare il processo di formazione.

Sono anche convinto tuttavia che occorre accostarsi alle nuove tecnologie con la dovuta attenzione senza eccessiva enfasi , senza pensare che siano l’assoluto : occorre infatti integrare le nuove tecnologie con le "vecchie" che non tutti gli insegnanti ancora conoscono e soprattutto con il libro.

Non è tuttavia questo aspetto che mi interessa sottolineare in questa sede.

Ho ritrovato tra i miei appunti una sintesi di un passo di N.Filograsso tratto da "Dilemmi dell'educazione nella società acentrica"(Edizione Quattroventi) che pone il problema dell'uso di internet.

Oggi i media , il potere economico, ma anche lo stesso Ministero della Pubblica Istruzione spingono le scuole ad attivare un colllegamento internet. Bene. Non vi è nulla di male si dirà. Occorre tuttavia soffermarsi un attimo a riflettere, in silenzio al di fuori del gran vocio di messaggi pubblicitari che ci circonda . Tra parentesi , spesso accade che le circolari o le informazioni devono essere scaricate da internet e a scuola non arriveranno mai … Hanno comunque valore legale?

Per tornare a Filograsso il suo è un vero e proprio allarme che pone degli interrogativi inquietanti.

Vediamo.

"Secondo N. CHOMSKY, Internet sta provocando reazioni e problemi non molto diversi da quelli che hanno accompagnato le tappe della rivoluzione tecnologica nella società moderna .(...) Più possibilità di comunicazione , si è sempre detto, uguale più libertà."

Filograsso rende conto della personale avversione di CHOMSKY per Bill Gates il quale in un recente libro , sicuramente di parte, ha affrontato anche il tema dell'istruzione.

Questi immagina infatti che l'apprendimento tenderà a diventare sempre più una attività on line , come del resto ogni attività umana (es. telelavoro).

"L'autoapprendimento sostenuto da un intenso rapporto interattivo col computer , avrebbe tra gli altri , il vantaggio di eliminare ansia e stress, i correlati inestirpabili dei sistemi scolastici di valutazione."

Filograsso allora vuole vedere da dove nasce questa avversione di CHOMSKY per Gates e per quello che egli rappresenta.

Semplicemente CHOMSKY non crede nella naturalità della tecnica nè che internet offra, sul piano della libertà e della creatività, tutto quello che gli fanno promettere i suoi massimi sacerdoti da Gates a Negroponte.

Innanzitutto internet è l'espressione di un capitalismo molto esigente e totalitario...

"Oggi -  ha dichiarato CHOMSKY - Gates ed altri vogliono trasformare internet in un gigantesco mercato" Dietro internet cioè ci sarebbe un progetto monopolista di globalizzazione... "Il contenuto di tanti programmi interattivi serve solo, spessissimo, per vendere oggetti".

Un altro effetto sottolineato da Chomsky è quello che egli definisce di cyberdipendenza

"Mettersi davanti al computer, usare i programmi, è un'abitudine che può indurre dipendenza".

Filograsso si chiede se questa sia una opinione o una evidenza.

L'autore riporta alcuni episodi come ad esempio il fatto di cronaca avvenuto in America di un giovane che ha ucciso la madre perchè gli impediva l'accesso ad internet.

La madre era intervenuta non solo per i costi sostenuti per il telefono ma soprattutto perchè immancabilmente il ragazzo terminava i suoi viaggi in internet nei programmi a luce rossa...

In alcune università americane inoltre sta avvenendo una inversione di rotta. "Internet riduce paurosamente il tempo che gli studenti dovrebbero dedicare allo studio rendendo ancora più improbabile di quanto BLOOM(1988) non ritenesse, il loro ritorno ai "grandi libri"".

Uno studio della Alfred University di New York del 1996 avrebbe inoltre accertato una correlazione tra basso rendimento scolastico ed eccessivo tempo trascorso a viaggiare in internet.

Anna Guaita (Il Mesaggero del 23 maggio 1996 ci ha informato, da New York, che "l'allarme rosso si è soprattutto diffuso nel college dell'Est e nel college dell'Ovest le due zone nelle quali l'espansione di internet sembra non conoscere ostacoli, ma proprio lì si sarebbe verificato il maggior numero di crimini da episodi di adescamento di bambini da parte di pedofili, a furti per droga e altri episodi malavitosi."

Filograsso tuttavia prosegue la sua analisi non soffermandosi su queste che sono evidenze.

"...titoli di libri come E Dio creò Internet di C. HUITEMA, possono rivelarsi indicativi di un fenomeno destinato certamente ad accrescere le patologie dell'io , la sua fuga dal centro. La tecnologia naturalmente, continuerà a stupirci con le sue realizzazioni , ma ad ogni sua conquista subentra ben presto uno stato d'animo diverso, quasi un'ansia montante per qualcosa di terribile che potrà verificarsi vanificando ogni gratificante meraviglia"

Filograsso ricorda che Habermas già negli anni sessanta aveva avvertito della necessità di ri-orientare la tecnologia.

Invece ora sembra che "rientri nell'ordine naturale delle cose permettere che una detrminata realizzazione si inserisca nel mercato e produca tutti i suoi effetti , anche quelli non desiderati o forse non previsti, e in seguito, solo in seguito si rifletta sulle sue ricadute sociali , psicologiche, etiche ecc...magari enfatizzandone alcune e non altre. Non Dio ma l'uomo ha creatoInternet , ed ora che i suoi guasti sembrano assumere dimensioni preoccupanti, l'uomo, e non Dio, dovrà correre ai ripari, inevitabilmente avvitandosi in una delle tipiche paradossie della modernità.(Filograsso nel suo libro tratta ampiamente il concetto di società acentrica e di paradossia...)

"Perchè internet non sarebbe internet senon si espandesse e per farlo ha bisogno di "clienti" a tempo pieno, stante la sua promessa totalizzante di ingoiare nel cyberspazio il bene e il male dell'intera umanità, i suoi piaceri, le sue angosce, le sue produzioni , i suoi business, i suoi svaghi..."

Tra le righe Filograsso pone un interrogativo ...ma non ci eravamo sbarazzati per sempre di "soggetti" totalizzanti ?

E' un interrogativo inquietante. Levy parla addirittura di intelligenza collettiva!

In verità a noi sembra che abbiamo l'illusione di partecipare alla costruzione di questa intelligenza ma concretamente è il sistema economico, chi detiene il potere economico che indirizza questa intelligenza ... Ecco un nuovo totalitarismo, che limiterà sicuramente la libertà dell'uomo.

Non vogliamo demonizzare internet ma vogliamo ricondurlo ad una natura più "umana " come un semplice strumento di lavoro di cui dispone l'uomo per affermare la sua libertà e la sua creatività ,accanto agli altri mezzi tecnologici ma soprattutto accanto ad una buona biblioteca.

Con Habermas dunque occorre ri-orientare la tecnologia che di per sè non ha valore etico riportandola in un contesto etico ed educativo. I rimedi dovranno essere immediati e non tali da avere effetti peggiori del male.

Girio Marabini