Direzione didattica di Pavone Canavese

24.01.2002

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“ La musica è un gioco da bambini”
di François Delalande
Edizione italiana a cura di Maurizio Disoteo

Ed. Franco Angeli, Milano
Lire 28.000 (Euro 14,46)

Il titolo accattivante del libro di François Delalande non deve trarre in inganno i lettori. Il testo, infatti, uscito in Francia nel 1984, irrompe in modo provocatorio nel mondo della didattica musicale e volutamente critico nei confronti della formazione tradizionale dei musicisti. Delalande ci parla della “pedagogia del risveglio” offrendoci una lettura estetico - musicale.
Pedagogia del risveglio intesa come ricerca e riscoperta del gusto del suono, in cui l’educatore gioca un ruolo di mediatore e facilitatore della crescita musicale del bambino. Il bambino conquista così la capacità di organizzare i suoni e di usarne i codici di comunicazione. Assume qui maggiore importanza una pedagogia delle condotte musicali. La differenza sostanziale tra “comportamenti” e “condotta” è evidente nella didattica musicale. Ad un pianista si insegnano comportamenti, ovvero ciò che si osserva direttamente. La condotta invece è ciò che motiva il comportamento. Come dice Reuchlin, “ la condotta è un insieme di atti caratterizzati dall’organizzazione che viene loro imposta dal fine perseguito, consapevolmente o no, dall’organismo”. L’educatore non dice all’allievo “fai così”, ma interviene a monte domandandosi : “Cosa potrei inventarmi perché egli abbia voglia di farlo?”.
La musica è un insieme di condotte che portano alla motivazione, quindi al piacere. Questo percorso porta ad una libera costruzione del sapere con evidente recupero della dimensione estetica. Musica , quindi, intesa come pratica discorsiva e linguistica per far crescere modi di fare e di essere.
Concludendo, si tratta di un testo utile agli educatori, che devono però compiere una coraggiosa operazione di rimozione ( che non significa eliminazione) dei saperi formali appresi nei templi sacri della musica (Conservatori).
Consiglierei quindi la lettura anche a tutti i docenti dei Conservatori, detentori del “sapere musicale”, con la speranza di esserne, almeno in parte, turbati e stupiti. Ciò si tramuterebbe in un bisogno di conoscere e di sapere.
La musica è un gioco da bambini, impariamo a giocare con loro.Prof. Maurizio Carandini