Direzione didattica di Pavone Canavese

12.10.2001

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RITMIA: DALL’ASCOLTO DEL CORPO AL FARE MUSICA

Un nuovo approccio alla didattica della musica
Di Sonia Simonazzi

Diverse pratiche di propedeutica musicale per bambini dai tre ai dieci anni propongono un approccio ludico al fare e ascoltare musica. Le varie metodologie attualmente in uso trattano i seguenti contenuti:

Per assecondare la natura dinamica dei bambini, alcune di queste metodologie si avvalgono anche della pratica motoria. Tuttavia, gran parte delle attività che associano la stimolazione sonora al movimento del corpo si limitano a proporre esercizi di animazione dove gli obiettivi di effettivo apprendimento della musica rischiano di passare in secondo piano.
In altre pratiche, dove pure il movimento viene associato al suono per facilitare la comprensione dei parametri musicali o per migliorare lo sviluppo psicofisico del bambino, le tecniche motorie proposte sembrano considerare solo superficialmente il valore simbolico e relazionale di ogni gesto. Allo stesso modo, la musica viene utilizzata di rado come valido supporto al movimento per un concreto sviluppo delle capacità di comunicazione.
E' sull'analisi di queste basi che si è inserito il percorso innovativo di RITMìA®.

Schemi motori di base (strisciare, rotolare, afferrare, lanciare, camminare, saltare, correre, arrampicarsi): dall’ascolto del corpo al fare musica.

A seconda delle parti del corpo che il bambino muove e delle posture che assume nel gioco, derivano particolari sensazioni che egli interpreterà con gesti dal preciso significato simbolico. Per esempio, correre in punta di piedi con le braccia aperte gli permette di imitare il volo, mentre camminare pesantemente a quattro zampe suggerisce situazioni completamente diverse. Anche tramite l’interscambio con gli oggetti che lo circondano, il bambino sperimenta se stesso e si propone al mondo esterno mostrando di volta in volta calma, aggressività, fragilità, forza, ecc. Per comunicare le sue sensazioni tende a identificarsi con le immagini più diverse, per esempio un leone quando vuole esprimere aggressività e irruenza, oppure una farfalla per indicare fragilità e leggerezza.

Le sonorità che il bambino produce spontaneamente eseguendo i vari movimenti accentuano la sua immedesimazione nel simbolo. Durante il gioco, i suoni del respiro e della voce, i rumori creati dai movimenti e dalla manipolazione degli oggetti diventano prolungamenti del corpo nello spazio. Attraverso il loro insieme (suoni deboli e forti, successioni lente e veloci, tessiture acute e gravi, differenti timbriche) il bambino raggiunge gli altri, inducendo stati emotivi che comportano reazioni corporali toniche o motorie.

Con una guida adeguata i piccoli possono imparare facilmente che ciascun suono è la diretta conseguenza di un preciso movimento o della sollecitazione di un oggetto specifico, e che ogni sonorità è strettamente legata all’immagine espressa tramite i vari gesti. Sperimentando movimenti e suoni, ogni bambino può assumere le sonorità che più gli appartengono, invitare gli altri a viverle nel gioco, accompagnarli e a sua volta mettere in pratica le proposte dei compagni. In questo modo il suono diventa un linguaggio comune che ha il potere di suscitare sensazioni e reazioni. Con queste premesse, fare e ascoltare musica anche a livelli elementari acquista valore di comunicazione artistica, un veicolo per convogliare le emozioni che ogni individuo esprime attraverso la propria creatività.

Chi volesse saperne di più su questo approccio metodologico, può visitare il sito www.metodo-ritmia.com