Direzione didattica di Pavone Canavese

Il dibattito (sulla scuola, ma non solo...) - a cura di Ennio De Marzo

(04.03.2009)

L'esproprio educativo


New Orleans: agosto-settembre 2005. Uno spaventoso uragano si abbatte sulla città, uccidendo diverse migliaia di persone. Mentre il popolo americano si attiva per aiutare i sopravvissuti e per contribuire alla ricostruzione della città, qualcun altro pensa di approfittare della situazione per lasciare sotto le macerie, oltre alle migliaia di corpi senza vita, anche le scuole pubbliche.
“L'idea di Milton Friedman
[1] era che, invece di spendere parte dei miliardi di dollari destinati alla ricostruzione per ripristinare, migliorandolo, il preesistente sistema delle scuole pubbliche a New Orleans, il governo avrebbe dovuto fornire alle famiglie dei buoni spesa, da usare presso istituzioni private, molte delle quali a scopo di lucro, sovvenzionate dallo Stato. Era essenziale, scriveva Friedman, che questo mutamento epocale del sistema scolastico non fosse una misura provvisoria, d'emergenza, ma piuttosto «una riforma permanente»? Una rete di think tanks conservatori si gettò sulla proposta di Friedman e calò sulla città dopo l'uragano. L'amministrazione di George W. Bush appoggiò i loro piani con decine di milioni di dollari per convertire le scuole di New Orleans in «scuole charter», ovvero scuole pubbliche gestite da enti privati secondo le proprie regole. Le scuole charter sono fonte di profonde diseguaglianze negli Stati Uniti, e in particolare a New Orleans, dove vengono viste da molti genitori afroamericani come un modo di ribaltare le conquiste del movimento per i diritti civili, che garantiva a tutti i bambini lo stesso standard educativo. Per Milton Friedman, d'altro canto, l'intero concetto di sistema scolastico statale puzzava di socialismo. A suo parere, la funzione dello Stato era quella di «proteggere la nostra libertà sia dai nemici esterni sia dai nostri concittadini: mantenere la legalità e l'ordine, conferire forza operativa ai contratti privati, salvaguardare la competitività di mercato». In altre parole, garantire il servizio di polizia e l'esercito; ogni altra cosa, ivi compresa l'istruzione gratuita, costituiva un'indebita ingerenza nel mercato. In stridente contrasto con la lentezza geologica nella riparazione degli argini e nel ripristino della rete elettrica, la vendita all'asta del sistema scolastico di New Orleans si svolse con rapidità e precisione militari. Nel giro di diciannove mesi, quando la maggior parte dei cittadini poveri era ancora in esilio, il sistema delle scuole pubbliche di New Orleans era stato quasi completamente rimpiazzato da scuole charter gestite da privati. Prima dell'uragano Katrina, il comitato dei direttori d'istituto gestiva 123 scuole pubbliche; ora solo quattro. Prima di quell'uragano, c'erano state sette scuole charter private in città; ora ce n'erano trentuno. Gli insegnanti di New Orleans erano stati rappresentati da un sindacato forte; ora il contratto sindacale era stato stracciato, e tutti i suoi 4700 membri erano stati licenziati. Alcuni insegnanti, tra i più giovani, furono riassunti dalle scuole charter, con salari ridotti; ma tutti gli altri no. New Orleans era adesso, secondo il «New York Times», «il principale laboratorio nazionale per l'uso su larga scala delle scuole charter», mentre l'American Enterprise Institute, un think tank friedmaniano, esclamava raggiante che «Katrina ha ottenuto in un giorno [...] ciò che i riformatori scolastici della Louisiana non erano riusciti a ottenere in anni di tentativi». Gli insegnanti delle scuole statali, intanto, mentre vedevano i soldi destinati alle vittime dell'inondazione impiegati per cancellare un sistema pubblico e sostituirlo con uno privato, chiamavano il progetto di Friedman «un esproprio educativo».

(da: Naomi Klein, Shock Economy, 2007)


[1]    Milton Friedman è stato partigiano del liberismo più radicale, fiero avversario del pensiero e delle pratiche keynesiane e di welfare. Premio Nobel per l'Economia nel 1974, ispira le politiche economiche di diversi paesi (tra cui probabilmente anche quelle del Cile del dittatore Pinochet) sino ad anni recenti. È morto il 16 novembre 2006

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