Direzione didattica di Pavone Canavese

Il dibattito (sulla scuola, ma non solo...) - a cura di Ennio De Marzo

(27.01.2009)

La terza ondata

 Nell'aprile del 1967 un giovane insegnante della Cubberley High Scool di Paol Alto (California), Ron Jones, al suo primo anno di insegnamento, discute sull'Olocausto con i suoi studenti dopo la visione di un film sul nazismo. Ne nasce una accesa discussione. Si stenta a credere che in uno degli Stati più civili del mondo si sia consumata una delle più grandi tragedie dell'umanità. A molti studenti sembra tutto poco credibile, ad altri qualcosa di assolutamente irripetibile. Jones, a corto di spiegazioni esaustive sull'argomento, ma dotato di forte carisma, decide di realizzare un ardito esperimento, trasformando rapidamente la classe in una sorta di Reich in miniatura, la “Terza Ondata”, dove vige una ferrea disciplina. Gli studenti sono costretti ad indossare tutti una uniforme, a salutare l'insegnante con il braccio piegato orizzontalmente con il palmo della mano teso all'altezza del cuore e a ripetere continuamente slogan del tipo “la disciplina rende forti”, “la comunità rende forti”. Ad un gruppo di studenti viene assegnato il compito di cercare nuovi adepti, fuori e dentro la classe, mentre un altro ha il compito denunciare tutti coloro che si sottraggono alle regole o che criticano l'esperimento. Dopo una settimana le adesioni sono più di duecento in tutta la scuola, studenti e studentesse che pendono dalle labbra dell'insegnante, al quale obbediscono ciecamente. E così Mr Jones può annunciare il comizio nel quale verrà ufficializzata la nascita del nuovo movimento anche su scala nazionale tra l'esultanza generale. Il giorno dell'annuncio centinaia di studenti si presentano all'appuntamento, ansiosi di sentire il grande annuncio. Ma Mr Jones decide improvvisamente di chiudere l'esperimento con queste parole: “siete stati manipolati: non siete migliori o peggiori dei nazisti tedeschi che abbiamo studiato”.

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