Direzione didattica di Pavone Canavese

NUOVO CORSO: materiali e documenti della politica scolastica del dopo-Moratti


19.06.2006

Quel che rimane
di Stefano Stefanel

 

Il sottosegretario Mariangela Bastico ha ribadito, in risposta ad un’interpellanza parlamentare, quello che già la Corte costituzionale aveva sancito con la sentenza n° 279/2005 e cioè la liceità e la prescrittività delle Indicazioni nazionali, provvisorie, ma allegate ad un D.lgs 59/2004. Questa sua ammissione fa il paio con gli interventi che l’Assessore regionale all’istruzione del Friuli Venezia Giulia Roberto Antonaz sta realizzando per la approvazione di una legge regionale, che si colleghi ai mutamenti proposti dalla Riforma Moratti.
Le azioni della Bastico e di Antonaz sono molto interessanti, perché erano state proprio Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia a portare il Governo davanti alla Corte costituzionale sul D.lgs 59/2004, ricevendo una secca bocciatura su tutta l’architettura del ricorso, con la sola eccezione del problema degli anticipi.
Il Ministro Fioroni ha poi annunciato che non farà una nuova Riforma del 1° ciclo dell’istruzione, ma si limiterà ad eliminare Tutor e Portfolio: il Tutor non ce l’ha quasi nessuno ed è uno strumento nato morto prima ancora di venir sperimentato realmente; il Portfolio ce l’hanno tutti ed è forse il lavoro più innovativo su cui le scuole di tutto il territorio nazionale hanno lavorato negli ultimi anni. Il fatto che il Garante per la tutela dei dati sensibili e personali si sia espresso sul Portfolio non significa che si debba cancellare lo strumento, ma solo che è necessario avere cura nella raccolta e nel trattamento del materiale. Cosa che vale anche per i documenti diversi dal Portfolio e che riguardano i dati sensibili e personali di alunni, personale, famiglie, ecc.
I problemi più significativi che nascono da quanto emerso in questi giorni sulla scuola sono di ordine culturale e pedagogico, non di ordine funzionale: se dovrò buttare nel cassonetto della raccolta differenziata 750 Portfolio ben compilati, ben organizzati, con ottimi lavori allegati, lo farò. Ho applicato la Riforma Moratti, non vedo perché dovrei oppormi a quanto prescrive il Ministro Fioroni. Noto soltanto che questi due strumenti (Tutor e Portfolio) sono i più “europei” della Riforma e sono soprattutto quelli nei cui confronti la scuola italiana ha mostrato il maggior deficit culturale e formativo.
Rimane poi un altro grave problema: la personalizzazione e l’opzionalità senza Tutor e senza Portfolio diventano un vero pericolo, perché nessuno sarà più responsabile di nulla, nemmeno formalmente. Il dibattito attorno al Tutor e al Portfolio stava facendo emergere il problema delle responsabilità dei docenti in riferimento al successo formativo degli alunni. Senza strumenti leggibili e senza responsabilità chiaramente assegnate, tutto resterà nel limbo della collegialità “notturna ed opaca” (quella in cui tutte le “vacche” sono nere, non perché è realmente così, ma perché è buio e non si vede nulla, come diceva il vecchio Hegel). Anche le azioni abrogative possono avere una loro gradualità, riconoscendo a chi ha lavorato di poter continuare a farlo. Non è forse il caso di aprire un dibattito per permettere a tutti di esprimere le proprie opinioni e di comunicare le proprie “buone pratiche”?
 

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