Direzione didattica di Pavone Canavese

NUOVO CORSO: materiali e documenti della politica scolastica del dopo-Moratti


25.04.2007

Persona o soggetto ?
di Cinzia Mion


Il documento di base dal titolo CULTURA SCUOLA PERSONA, elaborato dalla Commissione di studiosi e di esperti presieduta dal professore Mario Ceruti , incaricata della revisione delle attuali Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione, presentato dal Ministro Giuseppe Fioroni il 17 aprile presso la Biblioteca Nazionale di Roma, pone molta enfasi sul termine persona .Dico subito che il documento e tutti gli indicatori che riconducono alla cultura della complessità ed al pensiero di Edgar Morin, mi sono piaciuti molto. Penso anzi che siamo in ritardo notevole , come scuola, ad assumere la necessità di formare competenze adatte ad avere a che fare con il pensiero difficile che tiene insieme differenze e contraddizioni tipiche della multilogica e della multidimensionalità della complessità.
Ritornando però alla"persona" se, come io penso, le parole hanno un peso ed anche una storia, come in questo caso, non ho potuto fare a meno di interrogarmi e di farmi affiorare alcune perplessità. La prima perplessità è stata quella di notare che pochi altri hanno avuto le medesime perplessità… Questo fatto mi ha trattenuto dall’intervenire subito ma mi ha ricondotto a quella riflessività di cui parla il testo successivo al documento di base, quello sul curricolo, che ad una prima lettura mi è parso molto interessante e degno di molte rilevazioni positive in linea con l’approccio socioculturale della psicologia dell’apprendimento..
Il pensiero riflessivo e, a dire il vero anche l’età che, fra tutti gli aspetti negativi, e sono tanti…,ne offre anche uno positivo che è il filo rosso della memoria, mi hanno fatto ricostruire un po’ di storia dei programmi, storia vissuta, non letta sui libri.

Ricordo allora che nel 1956, l’anno dopo che erano stati approvati i programmi Ermini del 1955, la mia professoressa di filosofia- frequentavo allora la scuola secondaria- ci ha spiegato molto bene l’idea ispiratrice, la matrice filosofica di quel testo, che consisteva nel considerare la religione come fondamento e coronamento, religione cristiana secondo la tradizione cattolica. La filosofia cui si faceva riferimento veniva definita come Umanesimo Cristiano del Personalismo, che trova i suoi temi centrali nella filosofia dei valori, nella spiritualità e libertà, quali fondamenti della dignità della persona umana :valori che hanno la loro provenienza e confluenza nella centralità assoluta di Dio. Perciò questo è il senso dell’Umanesimo Cristiano come formazione integrale della persona, espressione questa che poi è stata sempre usata nella medesima accezione .Queste formulazioni riportano poi alla mente talune motivazioni della filosofia di Mounier e di Maritain, che non so proprio come si possano leggere in chiave laica, senza snaturarle o senza decapitare le loro argomentazioni del significato ultimo.

La prima domanda che pongo ora, altrimenti si perde il senso di essa, è questa : ma voi pensate che Morin intenda questo per "nuovo umanesimo" , quando parla di etica del genere umano, di insegnare la condizione umana,di insegnare l’identità terrestre, di considerare l’Umanità come una comunità planetaria, pensate che faccia riferimento ad una qualche idea di trascendenza? A me il suo canto sembra "libero e laico"
Non vi è venuto un ragionevole dubbio quando, alla presentazione del documento, accanto a Morin , secondo me per fare da contrappeso, c’era un professore , che insegna "patristica" all’Università di Roma e che fa parte del Pontificio Comitato di Scienza storiche, che rispetto al confronto tra mondi religiosi diversi ha esplicitato, com’era naturale, l’etnocentrismo culturale della sua formazione?

Torniamo però alla storia dei programmi.
Nel 1985 sono stati varati i nuovi programmi con il DPR 104-cui ancora si fa riferimento per quanto riguarda l’impianto epistemologico -da parte del Ministro democristiano Franca Falcucci.. Beh, una bella discontinuità…
Era ora ,abbiamo detto tutti, o quasi. Infatti i programmi precedenti sostenevano l’idea di una religione di Stato che, per fortuna, con la revisione del Concordato , non era più possibile. Abbiamo atteso molto tempo per l’affermazione della laicità della scuola, dopo quella dello Stato avvenuta con la Costituzione, ma rimasta ambigua per il famoso articolo n° 7.
Il ministro Falcucci, che a dire il vero abbiamo imparato ad apprezzare solo molto tempo dopo, nei nuovi programmi ha fatto riferimento ai valori costituzionali, come al più alto punto di mediazione raggiungibile da parte di una commissione pluralistica, e al posto della persona ci siamo trovati il fanciullo. A dire il vero la Commissione aveva varato il termine bambino, molto più bello, reale, sanguigno, direbbe F.Frabboni…Anzi "ha detto" Frabboni in un suo famoso capitolo del libro "Il bambino della ragione":…un bambino dotato sì di fantasia-sentimento-intuizione (rif.ai programmi Ermini) ma anche di corporeità, linguaggi, logica, cultura antropologica: ha sangue sociale, , voglia di conoscere il proprio territorio di vita e la propria contrada storica…non può prendere le sembianze di un essere metafisico, senza volto, inesistente(v. Programmi del 1955),… ma piuttosto avrà ali per dilatare ed arricchire i panni "contingenti" della sua identità storica e sociale"

Ma cosa è successo tra il 1985 e il 2007 ? Siamo invecchiati tutti ma questo può bastare?
Mi ricordo i frizzi che tutti hanno fatto quando dopo è comparso, al posto del famoso bambino così salutato con entusiasmo, un diafano e scolorito
fanciullo..
Il triste è che oggi ci accontenteremmo di un fanciullo, che almeno avrebbe dalla sua la connotazione temporale...E qualcuno di noi rimpiange la democristiana Falcucci che ha dimostrato allora di avere un notevole senso dello Stato. Soprattutto dopo che abbiamo conosciuto la Moratti ed i vari ammennicoli della sua riforma , compresa la personalizzazione dei piani di studio. Ma non ho voglia di parlare di lei tanta è stata la sofferenza durante il suo mandato.
So però che l’attuale Ministro è orgoglioso di costituire una continuità con i valori democristiani, ma quali ? quelli belli dei tempi andati, quelli in cui non appariva nessuna sudditanza nei confronti delle gerarchie ecclesiastiche…oppure altri ?
Se la scuola deve"favorire l’autonomia di pensiero,"come sottolinea il documento di base, bisogna che ci siano Maestri che insegnano a tenere la "schiena dritta" .Io per fortuna ho avuto di questi maestri, prima di tutto mio padre, che mi ha insegnato ad apprezzare talmente la cittadinanza, intesa come il contrario della sudditanza, da indurmi a preferire di perdere dei vantaggi o dei privilegi piuttosto di asservirmi.
Invece compare di nuovo la" persona" nella sua astrattezza e quasi visione ontologica di tomistica memoria o, se vogliamo rifarci a qualche fonte più vicina, a Maritain oppure a mons. Sgreccia…
Proviamo ad ammettere che il riferimento non sia filosofico,(ma allora perché tanto accanimento per volerlo a tutti i costi?) e che si sia voluto usare una parola "neutra".. Le argomentazioni per contestarla sono di altra natura e, se vogliamo, ancora più accese.
Intanto diciamo che avremmo visto con favore l’espressione "centralità dei soggetti con la loro identità prima di tutto di
genere"
Io non credo infatti che il ragazzo che si è suicidato perché preso in giro dai compagni abbia sofferto come "persona". Egli ha sofferto come giovane adolescente maschio, alla difficile conquista e maturazione della sua identità di genere. E così dicasi della ragazza che si è buttata dal settimo piano perché stuprata dal branco: non è forse vero che ha sofferto come giovane adolescente femmina violata ed incapace da sola di ricostruire la sua immagine accettabile di femminilità?
I ragazzi e le ragazze che abbiamo a scuola non sono esseri neutri e nemmeno decontestualizzati, il loro vissuto è sempre in relazione a qualcosa e a qualcuno. Il problema semmai è migliorare la qualità di questa relazione , incominciando dalla scuola .
La loro caratteristica fondante è la
soggettività.
La soggettività è stata portata in primo piano negli anni 70 dalle donne che volevano far emergere la differenza femminile e farla entrare a pieno titolo nella vita pubblica.
Da allora il termine soggetto è sempre stato connotato nella sua identità di genere, sia maschile che femminile e nell’educazione si richiede che chi apprende sia considerato in ciò che sente, prova ed immagina, non solo in ciò che pensa.
Da quegli anni tutte le scienze sociali hanno valorizzato sempre più il "soggetto".
Dall’anno 1989, era allora Ministro Mattarella, è stato costituito al Ministero della Pubblica Istruzione, presso l’Ufficio Studi e Programmazione, un Comitato Pari Opportunità donna-uomo, alla cui presidenza c’era Albertina Soliani, che ha lavorato per una decina di anni su queste tematiche. Io ne ho fatto parte per tutto il tempo in cui è rimasto funzionante. La peculiarità di tale Comitato, e la differenza con tutti gli altri, costituiti presso i vari Enti Locali, nonchè con il Ministero delle Pari Opportunità ( perchè tutti questi lavorano sulla tutela e sulle azioni positive per garantire pari trattamento a donne e uomini adulti ) sono state l’attenzione alla educazione ed il lavoro finalizzato a crescere nella scuola bambini e bambine, con una identità di genere che fosse il più possibile scevra da stereotipi sessisti, solida e coesa, ma flessibile. Solo una formazione attenta a ciò fin dalla più tenera età può infatti creare la speranza che si possano modificare le relazioni tra uomini e donne, per renderle più autentiche e più corrette, e per garantire rapporti più paritari, senza prevaricazioni o ricatti, da ambo le parti.
Il Comitato ha anche realizzato un piano, secondo me molto appropriato, di formazione dei docenti ,finalizzato all’educazione alla sessualità di tutti i soggetti che frequentano la scuola, piano che è finito in un cassetto del Ministero ma di cui senz’altro qualcuno serberà la memoria…

Beh, quel piano potrebbe essere ripreso in mano, aggiustato e finalmente emanato perché parla di emozioni , sentimenti, paure e desideri, ansie e meraviglie, in altre parole dell’ambivalenza dell’emergere della sessualità dei nostri ragazzi e ragazze, che vengono lasciati soli di fronte all’altro lavoro, non meno impegnativo di quello di studiare , che è quello di crescere.

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