Direzione didattica di Pavone Canavese

NUOVO CORSO: materiali e documenti della politica scolastica della legislatura attuale


14.02.2009

Wikipedia, Coogen e  "tempo pieno"
di Reginaldo Palermo

 

La mia “polemica” sulla voce “tempo pieno” inserita di recente in Wikipedia non era (e non è) del tutto peregrina.
Riassumiamo i fatti: un paio di settimane fa il Coogen di Torino aveva iniziato a pubblicizzare una pagina di Wikipedia dedicata al tempo pieno realizzata da una maestra torinese.
Mi ero permesso di osservare che la voce è molto discutibile, per svariate ragioni.
Osservavo tra l’altro che qualche cenno bibliografico non sarebbe stato superfluo, anzi sarebbe stato molto utile per gli insegnanti più giovani.

Silvia Bodoardo, presidente del Coogen, ci aveva scritto spiegando i motivi per cui era stato deciso dalla sua Associazione di aprire su Wikipedia una voce dedicata al TP.

Adesso gli stessi amministratori di WP stanno iniziando a porre qualche dubbio sulla “neutralità” e sulla “scientificità” della ricostruzione storica contenuta nella voce.
I dubbi riguardano due passaggi:
La scuola a tempo pieno è, attualmente, un modello consolidato a livello nazionale, i risultati raggiunti dai suoi allievi sono riconosciuti anche a livello internazionale
(su questo punto gli amministratori dicono che si tratta di un paragrafo “non neutrale” in quanto contiene una “Informazione vaga e priva di riferimenti”)

Questo tempo scuola è inteso come tempo necessario a garantire una risposta soddisfacente ai bisogni di tutti i bambini.
(anche in questo caso il passaggio viene considerato “non neutrale”  in quanto contiene una “Opinione non unanimamente condivisa”)

La mia “carriera” scolastica è iniziata esattamente nel settembre 1971 a Torino e la mia prima esperienza fu quella di insegnare in una scuola dove stava appunto nascendo il tempo pieno e dove lavoravano proprio alcuni fra i più noti “inventori” del tempo pieno torinese. Sono convinto anche io che l’esperienza del tempo pieno non possa essere cancellata in quattro e quattro otto, ma proprio per questo credo che debba essere difesa e sostenuta partendo da una analisi storica serena, oggettiva e documentata.
Questo significa fare ricerca pedagogica.Altre modalità (la voce di Wikipedia ne è un esempio, almeno a mio parere) hanno a che fare più con la propaganda o con la polemica politica (peraltro assolutamente legittime) che con la ricerca, che è esattamente ciò che noi (donne e uomini di scuola) dovremmo fare

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