Direzione didattica di Pavone Canavese

NUOVO CORSO: materiali e documenti della politica scolastica della legislatura attuale

12.01.2010

"Zero euri" per fare scuola
di Giancarlo Cavinato


ASPETTI PEDAGOGICI E ORGANIZZATIVI
‘Se l’educazione non può fare tutto da sola, può però raggiungere qualche risultato. La sua forza sta nella sua debolezza’ (Paulo Freire)

Sia gli alunni che gli insegnanti devono essere messi in condizione di  lavorare alla ricerca della conoscenza di cui già dispongono, così da assumere un atteggiamenti dialogico di condivisione delle conoscenze  e una inquietudine epistemologica che obblighi a rivedere ciò che già si conosce, così da conoscerlo meglio.
Ma la serenità, il tempo disteso di apprendimento, le risorse che tale metodologia di ricerca richiedono sono progressivamente sottratti al lavoro educativo.
Si tolgono ore, cattedre, si frammenta e si impone una didattica delle piccole cose semplici, della linearità, del nozionismo.
Manca a tutt’oggi una circolare sulle iscrizioni e sulla formazione degli organici. Ma ben presto ci accorgeremo dell’ulteriore danno che ci troveremo a gestire nell’ottica della riduzione del danno.
La ministra può affermare che è stato aumentato il tempo pieno: si può risponderle come Bruno Ciari ‘tempo pieno, di che?’
Un tempo scomposto, le compresenze ridotte a supporto delle classi più numerose e disagiate, l’impossibilità di lavorare in modo sensato per gruppi di classi aperte con progetti che non siano semplice riempitivo o sostituzione.
Non si possono sacrificare tutti assieme principi educativi, benessere degli scolari, organicità dei modelli, per escogitare  soluzioni di accomodamento.

E’ importante assumere assieme delle scelte da sottoporre alle famiglie che non stravolgano principi, non sacrifichino impianti consolidati. Se la scelta a cui siamo costretti è fra tempo pieno e 27 ore, che tempo pieno sia e 27 ore siano. L’alternativa è la frammentazione degli interventi in entrambi i modelli.
La continuità educativa dei team, delle classi, non può essere sistematicamente violata.
Sulle 27 o 30 ore va impostata una conflittualità con l’amministrazione.: per il recupero, i laboratori, le attività alternative, il sostegno adeguato. Bisogna parlare agli utenti, spiegare e far vedere. 
Se non sappiamo far valere le ragioni della scuola attraverso l’associazionismo professionale, il sindacalismo non corporativo, l’associazionismo delle famiglie, la stampa, la pubblica opinione, gli enti locali, nei prossimi anni ci troveremmo con classi sempre più numerose e di gestione complessa, senza risorse, con organici sempre più ridotti, ma con un mandato sociale sempre più articolato e stratificato: nuove famiglie, nuovi bambini, nuove povertà, nuove tecnologie.

ASPETTI DI CURA DEI SOGGETTI E DELL’INCLUSIONE NELLA SCUOLA DI TUTTI
 ‘C’era una generosità civile nella scuola pubblica, gratuita, che permetteva a uno come me di imparare. L’istruzione dava importanza a noi poveri. I ricchi si sarebbero istruiti comunque. La scuola dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria però tra le sue mura permetteva il pari. Il dispari cominciava fuori.’ (Erri De Luca)

La circolare che introduce il tetto per gli alunni stranieri nelle classi prime ( e le classi di inserimento) è, viceversa,  un tassello per togliere diritti, uguaglianza e opportunità.
Come scrive don Baratto della Caritas sul Gazzettino, ‘cosa vuol dire mettere un tetto? Che investiamo nelle scuole che tradizionalmente avevano il 2-3% e che si trovano ad avere il 30% di bambini stranieri? Se volgiamo spalmare sul territorio le presenze, ci saranno scuole che vedranno crescere gli stranieri. Se creiamo una redistribuzione dobbiamo investire sulle scuole dove non è mai stato fatto un percorso di integrazione. Sono scettico se non vengono attivati dei percorsi, degli investimenti in formazione. Solo a questa condizione le quote non eccessive di stranieri in una classe rende più facile il lavoro di integrazione reciproca.’
Quando un paese serio vuole affrontare seriamente i problemi, come in Francia, Svezia, Germania, si investe di più sulle situazioni di precarietà. Ho presente un’esperienza condotta da anni a Lille nella scuola primaria Concorde di Mons en Baroeuil di un quartiere con  insuccessi scolastici precoci. La scuola ha un’èquipe di insegnanti che l’hanno scelta e partecipano a una sperimentazione monitorata dall’Università con la costituzione di un’équipe multidisciplinare ( pedagogista, sociologo, psicologo, esperti di didattica del francese, della matematica, delle scienze). Fra i criteri adottati, un sistema di ricerche da seguire e coordinare, una temporalità adeguata ( almeno 5 anni di continuità di intervento), una molteplicità di confronti diacronici e sincronici, lo studio di dimensioni diverse ( rapporti con le famiglie, costruzione di norme e di valori condivisi, discussione-negoziazione su episodi di devianza, apprendimenti disciplinari,…)
Gelmini, Donazzan, Goisis non la raccontano giusta. Dietro le loro prese di posizione di questi giorni c’è l’ipocrita strizzare l’occhio alle smanie xenofobe della Lega,  c’è un parlare ai bollori di intolleranza e giustizialismo di cui abbiamo esempio ormai tutti i giorni: dal ‘paroni in casa nostra’ al ‘white christmas’, dal tentato omicidio con il fuoco di innocui barboni allo sfratto forzoso con distruzione dei campi  di nomadi e rom ai pogrom di Rosarno.
Perfino il povero dialetto residuale, per decenni bersaglio di irrisione, perfino la cultura popolare esclusa dai percorsi di apprendimento vengono strumentalmente contrapposti ai ‘barbari’ da tener fuori dalle nostre radici e tradizioni.
La scuola sarà debole, ma sempre un presidio di ragionevolezza e accoglienza. Servono strumenti, fondi, dialogo interculturale, rinuncia da parte nostra degli elementi più ‘forti’ di credenze tradizioni mentalità per poter dialogare e incontrare l’altro.
Assistiamo invece a una continua rincorsa a frapporre ostacoli, a rinforzare le mura, ad alimentare incomprensione, assimilazione,  inculturazione forzosa.. L’acculturazione è un altro percorso, un’altra storia. La lingua, ad esempio, è un sistema organico e interrelato. E’ organizzazione delle conoscenze, repertorio di categorizzazioni, e ogni lingua ha suoi precisi criteri di simbolizzazione e rappresentazione della realtà. Ce lo raccontano gli etnolinguisti, esemplificando come i repertori lessicali ad esempio rispondano ad esigenze di economicità, a riproduzione di fenomeni naturali, umani, ambientali ( si veda il repertorio per la neve o per la sabbia in alcune culture).
A fronte di una lingua e una cultura ideogrammatiche insistere con la fonologia ad esempio significa contrastare i modelli conoscitivi, non facilitare l’assimilazione dei nostri, quindi creare delle discrepanze e delle fratture.
La violenza viene sollecitata verso i deboli, ma si ripercuoterà inevitabilmente anche sui nostri alunni autoctoni in termini di mentalità chiusa, di stereotipi, di pregiudizi. ‘Nella misura in cui la mente può essere controllata ideologicamente dai media, dalla propaganda, dalla costruzione sociale dominante di immagini essa produce un filtro che trasforma ciò che gli occhi registrano’. (Paulo Freire)

ASPETTI FINANZIARI E QUALITA’ DELLA SCUOLA

Una buona notizia:

STANZIAMENTO DI 75 MILIARDI DI EURO PER IL BILANCIO DELL’ISTRUZIONE.

Ma si tratta del bilancio federale U.S.A. Il bilancio è quasi raddoppiato rispetto a quello delle precedenti amministrazioni e sarà funzionale a finanziare le iniziative previste dalla legge ‘No child left behind’ volta a realizzare una maggiore equità nel sistema formativo.

Il presidente U.S.A. ha presentato il piano ‘American recovery and reinvestment act of 2009’ (A.R.R.A.) . Per ricevere i fondi stanziati, i 50 stati dell’Unione dovranno mettere al centro delle loro politiche quattro obiettivi prioritari:

  • miglioramento della qualità e dell’efficacia dell’insegnamento, con inserimento di buoni insegnanti nelle scuole situate nei quartieri più poveri e con più alta presenza di minoranze;

  • realizzazione di sistemi di valutazione che rilevino anno per anno i livelli di apprendimento raggiunti dagli studenti nelle materie chiave (longitudinal data systems);

  • miglioramento degli standard e dei test

  • sostegno alle scuole in difficoltà

( da Tuttoscuola Newsletter) 

IN ITALIA le scuole hanno ricevuto dal M.I.U.R. il 22 dicembre le indicazioni per la predisposizione del programma annuale 2010.
La risorsa finanziaria.
Il M.I.U.R. ha comunicato a ogni scuola la ‘risorsa finanziaria su cui può fare affidamento’ senza riferimenti ai decreti precedenti, il Decreto Interministeriale n. 44 del 2001 o il decreto Min. n. 21 del 2007 ( o ‘del capitolone’).
Quindi non si capisce  in che modo la risorsa finanziaria sia calcolata.
La comunicazione è pervenuta ben oltre il termine del 15 dicembre, entro il quale, secondo l’art. 2 c. 3 del decreto del 2001 i Consigli di istituto devono approvare il programma per l’anno successivo.

Tempi di erogazione
L’importo verrà erogato in 4 rate, indicativamente a febbraio, maggio, agosto e novembre 2010, senza indicazione di come vada suddiviso tra le singole voci di spesa.
La scuola non può iscrivere ulteriori importi di spesa se non dopo specifica comunicazione alla Direzione gen. per la politica finanziaria e il bilancio.
In via eccezionale se si rende necessario un contributo per personale supplente breve ( n.b.  ricordiamo la circolare di settembre che invitava a non pregiudicare il servizio nominando i supplenti necessari) determinando così una spesa complessiva superiore a quella data da un tasso d’assenteismo medio nazionale per tipologia di scuola (?) , previa verifica dell’effettiva inderogabilità del fabbisogno, potranno essere attribuite altre risorse.

Finanziamenti compresi nella risorsa finanziaria
a)      8/12 del finanziamento per il contratto  integrativo di istituto per i mesi da gennaio ad agosto; risorsa che, per la parte docente, ‘va prioritariamente orientata agli impegni didattici in termini di flessibilità, ore aggiuntive di insegnamento, di recupero e di potenziamento’

b)      il finanziamento dei contratti con le imprese di pulizia; la spesa deve essere ridotta a un massimo del 75% del contratto pattuito (taglio del 25%) ‘per esigenze di ottimizzazione del servizio’; quanto questo ricada in termini igienico-sanitari , di qualità dell’intervento, e di costi umani ( orari e riduzione personale) è intuibile; chissà se provvederà Topo Gigio? Viene fatto carico dalla dirigente dell’U.S.R. al dirigente scolastico di comunicare formalmente all’impresa la ristipula del contratto. Per legge si potrebbe variare fino al 20% in meno del contratto, ma il M.I.U.R. ( e il min. Brunetta per la funzione pubblica) impongono una riduzione più sostenuta sotto condizione altrimenti  di scindere il contratto.

c)      il finanziamento per supplenze brevi

d)     il finanziamento per il funzionamento delle istituzioni scolastiche (consistenti appunto nel 25% risparmiato)

Supplenze brevi e funzionamento
Tale finanziamento deve essere calcolato per differenza tolti gli altri importi.
Il D.M. del 2007 (n° 21) stabilisce parametri precisi per il calcolo di tali finanziamenti: parametri completamente ignorati. Non è infatti possibile fare riferimento ad essi come in parte faceva l’analoga comunicazione del 25 nov. 2008, in quanto la finanziaria di quest’anno taglia 232 milioni ( 129 milioni per supplenze brevi e 103 per funzionamento).

I suggerimenti del M.I.U.R.

§ Usare i finanziamenti non vincolati per il ‘perfezionamento dell’obbligazione giuridica’ ( es.: i contributi volontari dei genitori per retribuire corsi di recupero, supplenze brevi o pulizia dei locali)
§ Utilizzare il fondo cassa al netto dei residui passivi per far fronte ad ‘eventuali deficienze di competenza’ (?)

Si suggerisce cioè di ricorrere alla finanza creativa o alla nobile ‘arte di arrangiarsi’.
Piccolo particolare non trascurabile: le scuole attendono tuttora fondi del 2008 e 2009 mai pervenuti e sono sopravvissute finora grazie ad oculati risparmi.
La situazione impone una tempestiva consultazione fra tutte le componenti scolastiche per evitare di inficiare e paralizzare quanto nella scuola si sta facendo di positivo e proficuo.                                        

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