Direzione didattica di Pavone Canavese

Organizzare e inventare la scuola


a cura del Centro Studi Logos.

 

Il Centro territoriale di formazione e servizi
per le scuole di Bassano del Grappa: uno statuto interessante

di Francesca Siragusa, magistrato e consulente scolastico
e di Fernando Salvetti, avvocato e antropologo organizzativo

 

Bozza di statuto particolarmente interessante, quella del Centro territoriale di formazione e di servizi per le scuole del distretto di Bassano del Grappa ed Asiago, frutto di un accordo di rete tra scuole pubbliche e private.

Lo statuto è molto articolato, ripartito in una serie di capi che considerano analiticamente le dimensioni costitutive, organizzative e di funzionamento del Centro.

Risponde pienamente all’obiettivo di creare un organismo autonomo, senza troppi vincoli burocratico-amministrativi, flessibile dal punto di vista operativo. Ovvero, un centro di servizi in grado di progettare e presentare i suoi prodotti sul mercato scolastico (e, in prospettiva, anche su altri mercati formativi).

Tra le molte clausole previste, si legge anche della possibile evoluzione in consorzio: struttura societaria necessaria per potenziare l’offerta di servizi sviluppando attività di natura commerciale.
Inoltre, è prevista la possibilità di strutturare – all’interno del CTF – centri operativi autonomi fortemente orientati al mercato della formazione e della consulenza, anche organizzativa ed amministrativa. Previsione interessante e molto moderna, soprattutto se si aggiungesse ancora una clausola per rendere possibile la costituzione di gruppi di progetto composti sia da interni che da consulenti esterni.
Un rischio. Lo statuto prevede, in linea di principio, l’impiego quasi esclusivo di formatori interni (in possesso di competenze tecnico-professionali specifiche, in buona parte acquisite o potenziate a seguito di un percorso formativo appositamente progettato), ma le richieste del mercato potrebbero mutare così velocemente da non consentire al CTF di preparare adeguatamente i formatori interni: di conseguenza, si rischia di introdurre un fattore di irrigidimento.
Perché non prevedere, al posto dell’impiego massiccio di formatori interni, un percorso di formazione e certificazione delle specifiche competenze professionali necessarie per essere formatore del CTF ? Potrebbe essere più semplice e meno oneroso rispondere alle esigenze del mercato con standard di qualità adeguati e maggior flessibilità organizzativa.

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