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(2.05.2003)
Guardiamo nella cittadella di ForTic attraverso i suoi Forum
- di Marco Guastavigna

Un po' dappertutto sul territorio nazionale sono incominciati i corsi A; in qualche regione sono attivi anche quelli B; di C non ho notizie precise.
Sul sito Puntoedu di  Indire sono comunque disponibili alcuni materiali relativi ai  primi 7 moduli di A e ai primi 5 di B, a cui si unisce anche qualcosa per C.
Soprattutto è attiva una grande quantità di Forum tra i partecipanti ai corsi. Il fatto che l'accesso a questi ultimi sia, per ragioni di tracciamento "fiscale" delle attività,  limitato solo a coloro che sono in possesso di login e password è davvero un peccato: così come sarebbe bene che ogni insegnante, anche se non iscritto, potesse fruire dei contenuti dei vari corsi, c'è da auspicare che prima o poi venga presa la decisione istituzionale di far accedere ai forum (almeno in sola lettura) chiunque sia interessato o, meglio, che qualcuno si faccia carico di una ricerca-documentazione sul fenomeno, perché si tratta davvero di uno spaccato molto significativo di  quali siano le rappresentazioni mentali e gli usi delle TIC in rapporto alla didattica e alla comunicazione professionale. Ben vengano quindi iniziative collaterali,  come per esempio quella di Maecla, che via via ripubblicano  tutti i materiali dei corsi e una selezione di quanto elaborato sui forum - il sito dedica a questa attività un'area protetta a cui si accede richiedendo nome utente e password via mail: tale procedura è gratuita e non comporta iscrizioni o inserimenti in mailing list.

Qui di seguito alcune prime impressioni:

a. la discussione procede smoderatamente: ciascun forum ha un tema e uno o più moderatori, ma la gran parte degli interventi sono animati di vita propria; nel caso del forum 5 c'è stato un tentativo del moderatore di organizzare la discussione su alcuni filoni precisi, ma la voglia di essere e di dire dei colleghi ha travalicato i confini e si susseguono nuove proposte e si aprono nuovi "thread": chi come me frequenta i forum quotidianamente verifica come il tutto sia estremamente dispersivo e poco razionale;

b. i più "loquaci" appartengono a due categorie estreme, storicamente contrapposte: da una parte ci sono gli apocalittici, che parlano di "fregature", che affermano la totale inutilità dei corsi e così via, dall'altra gli integrati, coloro cioè che sono disposti a qualsiasi sacrificio, anche cognitivo, pur di usare una "nuova" tecnologia. Un esempio tipico di questo secondo insieme sono coloro che difendono il modo angosciante e frammentario in cui i corsi sono erogati (una serie infinita di micropagine) e affermano anzi l'obbligo di adeguarsi a questa modalità di diffusione dei contenuti, mentre con ogni evidenza essa è rifiutata dalla stragrande maggioranza dei corsisti perché fonte di sovraccarico: di fronte alle proteste quasi tutti i materiali sono ormai forniti anche in versione scaricabile e stampabile;

c. alcuni corsisti hanno la sindrome del compito in classe: intervengono cioè su di un argomento non con una propria elaborazione personale o con l'indicazione di riferimenti bibliografici  (spesso direttamente disponibili in rete), ma facendo una vera e propria lezioncina: un caso tipico sono coloro che hanno partecipato a un corso online sulle mappe concettuali erogato da una nota casa editrice, i quali intervengono elogiando il software di riferimento e ripetendo le coordinate teoriche loro fornite in quella occasione;

d. molti sono ovviamente i tecnocentrici, ovvero coloro che lamentano da una parte il fatto che i corsi B siano troppo teorici e dall'altra che solo ai corsisti A si apra la prospettiva dell'ECDL; i forum sono però popolati da un sottoinsieme particolare di questa categoria: gli assolutisti, ovvero coloro che aspirano alle Affermazioni Univoche e Perenni: Definizioni Indiscutibili di Software, Indicazioni dei "Migliori" Programmi, richiesta di valutazione di un proprio prodotto digitale per vedere se è conforme ai Canoni e così via.

e. la ripetizione è del tutto legittimata: pochi sono coloro che entrano in un argomento e leggono tutti i messaggi; più spesso qualcuno entra in un "thread" e magari segnala un sito o indica un concetto, senza accorgersi che ciò è già stato fatto pochi messaggi prima, magari già più di una volta;

f. parallela alla ripetizione è la superficialità: letto un messaggio, magari intessuto di link a approfondimenti ed esempi, si risponde con un'affermazione immediata, senza fare alcuna verifica e riflessione autentica su quanto in esso è proposto o indicato;

g. nei forum relativi ai corsi A, infine, si è verificato un fatto particolarmente curioso: una collega che ha facilità di scrittura e di rima, è divenuta il centro di attrazione emozionale di uno di essi e lo delizia di spiritosi messaggi in forma poetica, sulle tematiche più varie; ho addirittura letto messaggi di altri colleghi commossi per essere stati citati in una delle sue composizioni e di qualcun altro che si rammarica del contrario.

Insomma. è evidente il basso tasso di utilità (prescindo dagli aspetti emotivi e fatici) dei forum per chi vi partecipa: ciò però non è certo imputabile ai corsisti o ai loro tutor. La gran parte dei forum di qualsiasi tipo oscillano tra il silenzio e il rumore di fondo, tra l'entusiasmo iniziale e il progressivo afflosciarsi della comunicazione. Anche in campo scolastico ci sono stati ampi precedenti di questo genere. Ciò nonostante il tutto è stato riproposto immutato a nuovi utenti e di conseguenza si verificano le medesime dinamiche. In particolare, questa volta si sarebbe potuto e dovuto pensare a livello centrale a un ruolo più preciso e vincolante dei tutor e alla definizione di filoni di discussione precisi.

In futuro, in ogni caso, altre impressioni.