Pianeta WEB 2.0. Intelligenza collettiva o media fast food

Barcelona, España / México DF. Septiembre 2007

di Cristóbal Cobo Romaní y Hugo Pardo Kuklinski

Capitolo V. Apprendimento collaborativo

Nuovi modelli per usi educativi (traduzione italiana di Ermelinda Guarino)

 

 

 

5.1 Le nuove tecnologie nell’educazione: usi produttivi

 

Nel contesto della società della conoscenza, le tecnologie per usi educativi – sia che siano impiegate per insegnare in presenza o a distanza – si sono convertite in un supporto fondamentale per la istruzione, apportando benefici ad un universo ogni volta più ampio di persone. Questa associazione tra tecnologia e educazione non solo genera miglioramenti di carattere  quantitativo – per esempio, la possibilità di insegnare a più studenti – ma principalmente di ordine qualitativo: gli studenti incontrano in internet nuove risorse e possibilità di arricchire il proprio processo di apprendimento.

L’educazione è stata una delle discipline che più ha beneficiato dall’irruzione delle nuove tecnologie, specialmente quelle relazionate al Web 2.0. Per questo, risulta fondamentale conoscere e avvantaggiarsi dell’insieme dei nuovi dispositivi digitali, che aprono inesplorate potenzialità all’educazione e all’investigazione. Incluso nel linguaggio accademico, alcuni già parlano di “Apprendimento 2.0”. Al riguardo, suggerisce Piscitelli, che oggi Internet non è solo un mezzo nuovo, ma uno spazio virtuale in cui passano cose. Si tratta, molto meglio, di un territorio potenziale di collaborazione nel quale si possono dispiegare in maniera adeguata processi di apprendimento e insegnamento. (Piscitelli 2005).

Uno dei principali benefici di queste nuove applicazioni web – di uso libero e che semplificano moltissimo la collaborazione tra pari – risponde al principio di non richiedere da parte dell’utente un’ alfabetizzazione tecnologica avanzata. Questi strumenti stimolano la sperimentazione, la riflessione e la generazione di conoscenze individuali e collettive, favorendo la formazione di un cyberspazio di intercreatività che contribuisce a creare un ambiente di apprendimento collaborativo.

Risulta evidente che di fronte alla tradizionale struttura statica di internet, con pochi emittenti e pochi riceventi, comincia a formarsi una nuova piattaforma web in cui le applicazioni sono facili da usare e permettono che ci siano molti emittenti, molti riceventi e una quantità significativamente più alta di interscambi e cooperazione. Alcuni dei corsi più popolari, e che stanno avendo una importante ripercussione sui modelli di insegnamento che si basano sulle tecnologie online, sono i blog, i wiki, i collaborativi.  (O’Hear, 2005)

 

5.2 L’apprendimento basato sullo scambio aperto

 

Prima di descrivere le applicazioni del Web 2.0 il cui uso può essere utile nel campo dell’insegnamento, si analizzano alcuni dei principi che contribuiscono a concettualizzare il contributo specifico che il web sociale offre al mondo dell’educazione. Senza dubbio, il principale valore che offrono le applicazioni del web 2.0 è la semplificazione della lettura e della scrittura online degli studenti. Ciò si traduce in due azioni sostanziali(?) del processo di apprendimento: generare contenuti e condividerli. Si potrebbe pensare che questo apprendimento 2.0 si appoggi su due principi basilari dell’attuale web: contenuti generati per l’utente e l’architettura della partecipazione. Sotto questo panorama si consolida un web che permette di innovare fino ad un modello più ricco in strumenti, spazi di interscambio e pedagogicamente più prolifico dove gli studenti e i docenti possano apportare le loro conoscenze. Gibbons, Limoges, Nowotny, Schwartzman, Scott e Trow (1994) analizzano l’idea di un sapere “socialmente distribuito”, potenziato dall’uso delle applicazioni che favoriscono l’accesso, l’interscambio di informazioni e la generazione collettiva di contenuti. Cioè, un sapere interscambiabile, cumulativo, collaborativi, che può essere condiviso, trasferito e convertito in un bene pubblico.

Johnson (1992), da parte sua, aggiunge che il sapere si genera sempre sotto una continua negoziazione e non sarà prodotto finchè gli interessi di vari attori siano inclusi. Questo autore propone tre tipologie diverse di apprendimento:

  1. apprendere facendo (learning by doing): con questo tipo di apprendimento risultano di speciale utilità quegli strumenti che permettono allo studente e/o al docente la lettura e la scrittura sul web, sotto il principio di “prova-errore”. Per esempio, gli studenti possono apprendere sull’ecologia producendo presentazioni online (di testo, audio o video) su come si affronta questo tema in diverse nazioni nel mondo. Poi il professore lo rivede e corregge quegli aspetti migliorabili. Questo processo di creazione sia individuale che collettivo, promuove un processo di apprendimento costruttivista.
  2. apprendere interagendo (learning by interacting): una delle principali qualità della piattaforma di gestione dei contenuti è che oltre ad essere scritta con collegamenti offre la possibilità di scambiare idee con il resto degli utenti di internet. Sotto questo aspetto, l’enfasi dell’apprendere interagendo è posta nell’ istanza comunicativa tra pari. Alcuni esempi di interazione sono: allegare un post in un blog o wiki, parlare tramite VOIP, inviare un messaggio vocale e attività colloquiali come l’uso della chat o della posta elettronica.
  3. apprendere ricercando (learning by searching): uno degli esercizi propedeutici alla scrittura di un documento, paper, saggio, esercizio è la ricerca di fonti che offrano informazione sul tema che si affronterà. Questo processo di investigazione, selezione e adattamento termina ampliando e arricchendo la conoscenza di chi lo realizza. All’interno di grandi informazioni disponibili, risulta fondamentale apprendere come e dove cercare contenuti educativi.

Lundvall (2002) aggiunge a questa tassonomia un quarto tipo di apprendimento, che rappresenta il valore essenziale degli strumenti del web 2.0 e che si basa sull’idea di condividere informazioni, conoscenze ed esperienze:

  1. apprendimento condiviso (learning by sharing): il processo di interscambio di conoscenze ed esperienze permette agli studenti di partecipare attivamente ad un apprendimento collaborativo. Avere accesso all’informazione non significa apprendere: perciò la creazione di istanze che promuovano la condivisione di oggetti di apprendimento  contribuiscono ad arricchire significativamente il processo educativo. Internet conta una grande quantità di risorse che gli studenti permettono di condividere i contenuti che hanno prodotto. Per esempio: piattaforme per l’interscambio di diapositive online, podcast o video educativi. L’idea di “apprendere condividendo” è analizzata da diversi autori. Lavori come quelli di Mais, Thiyssen, Dirksen, Lam e Truiyens (1999) o Collazos, Guerriero e Vergara (2001) studiano come l’uso di internet apra innumerevoli possibilità nel campo dell’insegnamento. Questi autori sostengono che il concetto di learning by sharing si arricchisce attraverso quello che Harasim, Hiltz, Turoff e Teles (2000) hanno chiamato reti di apprendimento (alunno-alunno alunno-professore) sostenute da queste tecnologie cooperative. In questo contesto, il web 2.0 moltiplica le possibilità di apprendere nel condividere contenuti esperienze e conoscenze. Le risorse in linea del web 2, oltre ad essere strumenti che ottimizzano le gestione dell’informazione, si convertono in strumenti che favoriscono la formazioni di reti di innovazione e generazione di conoscenze basate sulla reciprocità e sulla cooperazione. Il continuo rinnovamento della conoscenza non solo esigerà nuove abilità nell’uso delle tecnologie ma anche competenze orientate a processare ogni volta maggiori volumi di informazioni. Lo sviluppo adeguato di queste abilità negli studenti stimolerà i loro interessi nel generare e condividere contenuti multimediali di qualità, a condizione che i docenti siano aggiornati sui vantaggi di queste applicazioni e contino nell’alfabetizzazione tecnologica necessaria per incorporare queste risorse digitali nell’aula.

 

 

 

 

5.3 Descrizione degli strumenti web 2.0 per usi educativi

 

Anche se la gamma di applicazioni che possono essere etichettate come web 2.0 sia molto ampia, di seguito si specificano tre tipi di piattaforme di generazione di contenuti in linea che risultano specialmente appropriati (e raccomandabili) da inserire in ambienti educativi.

 

Blog. Per studenti e docenti si trasforma in un registro del processo educativo, uno spazio per scrivere domande, pubblicare lavori o registrare collegamenti a risorse significative. Attualmente esistono numerose comunità di blog educativi in cui si scambiano informazioni e conoscenze tra professori e alunni. Questo tipo di pagina web di struttura cronologica si è convertita nel sistema di gestione di contenuti più popolare del web 2.0 e uno dei preferiti di molti docenti. Uno studio di Pew Internet  & American Life Project (Lenhart e Fox, 2006) stabilisce che circa 150 milioni di nordamericani sono utilizzatori di Internet e tra questi quasi 60 milioni leggono almeno un blog regolarmente.

 

Wikis. Pagina di scrittura collettiva. Una delle sue principali qualità è che consente la scrittura collaborativi. Grazie a questo, un professore può – per esempio- può chiedere come compito ai suoi studenti che scrivano ciò che intendono con la parola “globalizzazione”. Questo strumento permetterà a ciascun alunno possa investigare, redarre e pubblicare la sua definizione e allo stesso tempo, leggere i contributi dei compagni. In ultimo, una edizione successiva dei contenuti permetterà di creare una definizione collettiva e probabilmente molto più ricca (secondo il principio dell’intelligenza collettiva) di quella che ciascuno studente ha redatto individualmente. Un esempio di wiki educativo di grande visibilità (a parte Wikipedia) è Wikiversità.

 

Piattaforme collaborative. Questo tipo di piattaforme si utilizzano come repository per l’educazione e permettono di condividere oggetti di apprendimento che poi possono essere esportati su altre piattaforme. Sono anche spazi di cooperazione per lavori di investigazione. Le piattaforme collaborative semplificano in maniera notevole l’accesso e l’interscambio di input  tra professori-accademici-studiosi, come se fosse una biblioteca o un laboratorio di libero accesso. Si possono condividere documenti scientifici, progetti, report, conferenze, paper, compiti, database e altro.

 

A seguire si presentano distinti strumenti del web 2.0 che contribuiscono alla generazione e collettivizzazione della conoscenza attraverso Internet:

 

 

5.3.1 Voce su IP

 

Telefonia attraverso Internet

www.sipphone.com

www.vivox.com

www. skype.com

www.gizmoproject.com

www.vbuzzer.com

www.fastchat.com

 

 

 

5.3.2. Archivi di audio sul web

 

www.waxmail.biz

http://castingwords.com

www.talkshoe.com

http://clickcaster.com

www. odeo.com

www.archive.org

www.audiobird.com

www.evoca.com

www.feed2podcast.com

www.folcast.com

www.gcast.com

www.podomatic.com

www.yackpack.com

 

 

 

 

 

 

5.3.3. Repository e piattaforme collaborative

 

http://stu.dicio.us

http://creativearchive.bbc.co.uk

http://in.solit.us

http://plone.org/products/educommons

www.notetango.com

www.nuvvo.com

www.ocw.mit.edu

www.plosone.org

www.aypwip.org/webnote

www.colaboratorios.net

www.connotea.org

www.darenet.nl

www.eigology.com/unblokt

www.harvestroad.com

www.intrallect.com

www.jorum.ac.uk

www.minitellus.co.uk

www.wikilearning.com

www.wincyclopedia.com

www.wisdomdb.net

 

 

·         Piattaforme di conservazione e interscambio di documenti (permettono la lettura/scrittura o caricare e scaricare documenti della rete) con enfasi sui contenuti di carattere educativo.

·         Molte di queste applicazioni favoriscono la scrittura collettiva dei suoi utenti

·         Sono spazi aperti per condividere risorse, ricerche e oggetti di apprendimento.

·         La possibilità di creare portaolio virtuali si converte anche in una opportunità per dimostrare l’abilità di raccogliere, organizzare e ottimizzare differenti documenti e fonti di informazioni.

 

 

5.3.4. Risorse accademiche e biblioteche virtuali a consultazione gratuita

 

http://oci.open.ac.uk

http://ocw.usu.edu

http://avoir.uwc.ac.za

http://biblioteca.mineduc.cl

http://cervantesvirtual.com

http://cle.usu.edu/opportunity.shtml

http://ocw.mit.edu

http://sofia.fhda.edu

http://ocw.tufts.edu

http://open2.net

http://redescolar.ilce.edu.mx

http://scholar.google.com

www.bibliotecasvirtuales.com

www.cmu.edu/oli

www.cnx.org

www.edna.edu.au/edna/go/pid/1

www.educationfutures.com

www.eduteka.org

www.futurelab.org.uk

www.gutenberg.org

www.healcentral.org

www.ilumina-dlib.org

www.merlot.org

www.jocw.jp

www.labiblio.com

www.lablaa.org

www.librodot.com

www.literature.org

www.meraka.org.za

www.ocwconsortium.org

www.open.ac.uk/idc/news/

current/opendoor.html

www.red.es

www.schoolnetafrica.net

www.smete.org/smete

www.snie.sep.gob.mx

www.talis.com/tdn/articles

www.tessaprogramme.org

 

 

 

 

 

5.3.5.Motori di ricerca visuali

 

www.kartoo.com

www.kevan.org/extispicious.cgi

www.mnemo.org

www.visualthesaurus.com

 

 

 

 

 

 

5.3.6.Editor di diagrammi e altre rappresentazioni grafiche

 

www.gliffy.com

 www.mxgraph.com

http://sketchup.google.com

 

 

 

 

 

5.3.7.Analizzatori web di testi

www.topicalizer.com

 

 

 

 

 

5.3.8.Editor di inchieste/formulari

www.jotform.com

 

 

 

 

 

 

5.3.9.Traduttori

http://google.com/translate_t

http://babelfish.altavista.com

http://www.foreignword.biz/software/xanadu

 

 

 

 

5.3.10. Accesso remoto ai computer

https://logmein.com

www.vyew.com

 

 

 

 

5.3.11. Assistenza pedagogica

http://collegeruled.com

www.gradefix.com

www.chalksite.com

www.engrade.com

www.mynoteit.com

www.haikuls.com

www.backpackit.com www.thegroupvine.com

www.schoopy.com

www.tuggle.it

www.exlibrisgroup.com/digitool.htm

 

 

5.3.12. Revisore ortografico

http://orangoo.com/spell/

 

 

 

 

5.3.13. Edublogs

http://docencia.es

http://fint.doe.d5.ub.es/rtie

http://weblearner.info

www.aulablog.com

webdosfera.blogspot.com

www.aula21.net/aulablog21

www.educandonos.cl

 

 

5.3.14.Indicizzare libri

www.librarything.com

www.citeulike.org

www.biblioscape.com

 

 

 

5.3.15.Esportazione in formato pdf

www.pdfonline.com

www.freepdfconvert.com

 

 

5.3.16. Calcolatori virtuali

www.calcoolate.com

http://googleguide.com/calculator

 

 

Gli strumenti qui esposti favoriscono quello che i pedagogisti chiamano un apprendimento costruttivista. Secondo questo approccio, il soggetto è protagonista e apprende in interazione con l’oggetto dell’apprendimento mediato dal docente (esempi di oggetti di apprendimento: power point online, podcast, blog educativi). Una delle qualità più evidenti nell’inserimento di queste applicazioni nell’ambito educativo è che rendono possibile il lavoro d’equipe, facilitando la soluzione di problemi e la presa di decisione in forma congiunta (Jeronimo 2004).

Secondo questo approccio, la partecipazione in comunità virtuali come MySpace.com può essere una opportunità per creare gruppi di apprendimento virtuali.

Tra gli aspetti di queste applicazioni si apre una valida possibilità di convertire Internet in uno strumento che renda più dinamico e partecipativo il processo di apprendimento dello studente. Non sono pochi gli studenti che si sentono più catturati da un dispositivo digitale che da un libro. Invece di vedere questa realtà come una minaccia, è raccomandabile afferrare l’opportunità che questo cambio di paradigma offre. Downes (2006) segnala al riguardo: “nel futuro si riconoscerà in modo più ampio che l’apprendimento dipende non dal disegno di contenuti educativi ma da come questi sono utilizzati.”

Cioè, la potenzialità di questi strumenti diventerà realtà nella misura in cui i docenti si entusiasmeranno per sperimentare con queste nuove risorse e saranno capaci di volgerle a beneficio della didattica (Cobo, 2006).

 

5.4 Esperienze positive di applicazioni del web 2.0 e Mobiles

 

Di seguito si menzionano 4 casi di uso innovativo degli strumenti nell’area del web 2.0 nella didattica e che probabilmente saranno guida nelle pratiche didattiche dei prossimi anni. Nel capitolo 6 si approfondirà il campo di studio del Mobile web 2.0:

  1. ICamp

 

Dal 2005 l’Unione Europea si riunisca dando impulso a iniziative educative comunitarie basate sulle potenzialità del web 2.0 a partire dalle quali possano nascere progetti in questa stessa linea con possibilità di implementazioni in altre regioni del mondo. Un esempio particolarmente interessante è il progetto ICamp (il suo nome viene da Innovative Inclusive Interattive e Intercultural Learning Campus). Questa iniziativa che si sviluppa all’interno del sesto programma Marco per l’indagine e lo sviluppo tecnologico della UE promuove l’applicazione delle tecnologie, strumenti e servizi del web 2.0 nell’ambiente educativo. ICamp cerca di fornire infrastrutture per la cooperazione e formazione di reti sociali di apprendimento attraverso diversi sistemi (open source) in diversi paesi d’Europa (Austria, Regno Unito, Spagna, Polonia, Turchia, Slovenia, Lituania, Repubblica Ceca e Estonia). Questo ambiente di apprendimento interattivo fornisce agli studenti della UE la possibilità di accedere a diversi strumenti educativi. Il suo obiettivo pedagogico punta a formare persone capaci di auto-gestire il proprio apprendimento (self directed). Per mezzo di ciò si promuovono quelle attività che permettono di apprendere investigando (learning by searching), scambiare portfolios-repositories di contenuti educativi e usare strumenti collaborativi tra le altre cose (Fumero 2006).

 

  1. Blog di Moodle

 

Moodle è un sofisticato sistema che permette di creare e amministrare una piattaforma di insegnamento online,  che offre un supporto per le più moderne tecniche pedagogiche, oltre ad offrire interessanti strumenti collaborativi e sociali per promuovere partecipazione. E’ disponibile in più di 70 lingue ed è open source, per cui si può usare gratuitamente. E’ specialmente utile per insegnare a distanza o come interfaccia tra alunno e professore. In più, questo strumento permette ai professori e studenti di tenere un blog in linea.

I blog che offre Moodle consentono che ciascun partecipante abbia il proprio spazio di scrittura. Qui i contenuti si possono classificare e dividere attraverso tags (etichette) e gli utenti possono selezionare per chi sarà visibile il proprio blog.

Attualmente questa piattaforma conta nel mondo più di due milioni di utenti e più di 1300 istituti e università spagnole la utilizzano come complemento dell’attività in presenza (El Pais 2006).

 

  1. Podcast educativi per le Università

 

In alcune Università nordamericane, come la Duke, sempre più professori e studenti sperimentano l’inserimento del podcast nell’insegnamento.

Più di 40 classi nella Duke includono l’uso dell iPod per scaricare podcast con diversi contenuti educativi. Per incorporare questo strumento, dieci università hanno firmato una convenzione con la Apple Computer. Questo ha permesso la consegna di iPods e microfoni agli studenti con un costo basso e ai professori in maniera gratuita. Questo progetto ha consentito che gli alunni generino, editino e dividano con i propri compagni (attraverso la rete) contenuti educativi. Secondo i professori della Duke, gli studenti utilizzano gli iPod per registrare interviste, conferenze ed altro. Una volta catturato il podcast, può essere ascoltatonel computer o su altro tipo di riproduttore. Alla luce di questa iniziativa, non sarà strano chein ogni momento altri tipi di materiali educativi siano conservati in formato audio.

In Messico, per esempio, istituzioni come la Facoltà di Medicina Veterinaria e Zootecnica come l’Università Autonoma Nazionale del Messico, esplorino anche l’uso del podcast audio e video in ambienti accademici.

 

  1. m-Learning