Responsabilità tecniche e gestionali

Generalmente le scuole hanno reti di calcolatori più sviluppate delle piccole e, talvolta, medie imprese. Basta un laboratorio più una segreteria per fare subito 20-30 PC. Molte piccole imprese, invece, non hanno più di 5-10 PC, giusto l’amministrazione. Anche le aziende con centinaia di dipendenti, se non sono espressamente del terziario, hanno un rapporto pc/dipendenti di 1 a 10, questo vuol dire che una azienda con 800 dipendenti può avere 80-100 PC per coprire le esigenze di amministrazione e progettazione. Per le piccole reti le aziende, generalmente, fanno riferimento a fornitori IT esterni, mentre per le reti più sviluppate le aziende si dotano di personale interno addetto alla manutenzione e progettazione. In media è necessario 1 tecnico/sistemista a tempo pieno ogni 15-20 personal computer.

Dopo questa riflessione è evidente come il sistema scuola è un soggetto anomalo nel panorama delle TIC. Le scuole si possono, infatti, attrezzare con reti molto grosse di personal computer pur senza avere le risorse necessarie per la corretta gestione e manutenzione. Non è raro, infatti, trovare scuole con più di 100 PC distribuiti su più laboratori e/o più plessi con risorse per nulla paragonabili ad aziende dotate dello stesso numero di postazioni.

Il focus del problema è proprio la sottostima delle risorse necessarie per mantenere operativi i laboratori. Per un certo periodo l’informatica a scuola si è sviluppata grazie buona volontà ed all’entusiasmo di docenti pionieri ed esploratori. Successivamente o parallelamente  si è anche sviluppata con la distorsione del puro acquisto di beni e infrastrutture. Ora che il tempo dei pionieri sta finendo (vuoi anche perché alcuni vanno in pensione) è ora di interrogarsi su cosa comporta mantenere e, soprattutto, usare certe strutture senza più l’opera dei volontari.

L’epopea dei pionieri ha provocato, in alcuni casi, anche un effetto collaterale creando laboratori ad immagine e somiglianza dei volontari (o dei fornitori) soprattutto nell’uso didattico degli stessi. Questo può aver limitato l’accesso diffuso e da parte di tutti gli altri docenti delle TIC presenti nelle scuole. (http://www.pavonerisorse.to.it/pstd/sovman.htm )

Per concludere la riflessione sulle responsabilità tecniche e gestionali bisogna affrontare anche il problema dell’affidabilità. Non è raro per gli insegnanti che portano in laboratorio gli studenti avere solo un ora di laboratorio per volta (o a settimana):

1.      Spostamenti in entrata (10 minuti)

2.      Accensione dei PC (5 minuti)

3.      Alcuni pc si bloccano, altri chiedono la password, uno non si accende (15 minuti)

4.      Avvio del software o del browser (5 minuti)

5.      lezione vera e propria (20 minuti al massimo)

6.      Spegnimento e uscita (5 minuti)

Con questa cinica analisi dei tempi è evidente che, senza una affidabilità assoluta dei laboratori e senza una assistenza qualificata, le lezioni in laboratorio sono quasi “virtuali”

Attività:

1.      Qual è il dimensionamento complessivo delle TIC nella mia scuola?

2.      C’è uno studio sulle risorse necessarie per il corretto funzionamento?

3.      Ci sono (ci saranno) le risorse necessarie per un uso utile e affidabile?

4.      L’uso delle TIC è diffuso o è limitato ai pionieri?

5.      Quanto pesano i problemi di affidabilità?

6.      Quanto siamo soddisfatti dei fornitori?

7.      Abbiamo un contratto di assistenza? (solo uffici o anche laboratori?)

8.      Riflettere su http://www.pavonerisorse.to.it/pstd/sovman.htm