Direzione didattica di Pavone Canavese

Quaderno di scuola - a cura di Marina Boscaino

(21.01.2009)

Concorso di colpa

Quando – con la Finanziaria del 2007 – si iniziò a disegnare l’ipotesi dell’innalzamento dell’obbligo scolastico, sebbene attraverso una serie di contraddizioni che culminavano nella mancata soppressione (in via transitoria) del doppio canale individuato dalla Moratti, una apposita commissione individuò gli assi culturali su cui il biennio obbligatorio avrebbe dovuto fondarsi.

Da allora le cose sono cambiate.

Il canale della formazione fa oggi parte integrante, indipendentemente dal dettato costituzionale, del sistema dell’istruzione. L’obbligo è assolvibile sia nella scuola sia nella formazione professionale, con devastanti ricadute sulla speranza di vincolare all’innalzamento dell’obbligo scolastico progresso civile ed emancipazione di destini socialmente determinati.

Nonostante il brusco e definitivo stop rappresentato dall’emendamento dello scorso luglio al decreto 112, continua però ad andare avanti la “macchina burocratica”, attivata dal regolamento emanato con decreto del Ministro della Pubblica Istruzione (all’epoca Giuseppe Fioroni, DM 139/07) il 22 agosto 2007, che definiva tardivamente l’obbligo e la necessità di attivazione – da parte delle scuole – per realizzare il biennio unitario. In quel regolamento venivano individuate competenze chiave di cittadinanza, saperi e competenze di base, nonché, come si diceva, i contenuti degli assi culturali dei linguaggi, matematico, storico sociale e scientifico tecnologico.

Innovadidattica è un concorso, bandito dall’ANSAS, di innovazione didattica a sostegno dell’obbligo di istruzione, in relazione alle linee guida trasmesse alla istituzioni scolastiche il 27 dicembre 2007.

Innovadidattica si propone di:

- promuovere la progettazione e la sperimentazione di percorsi formativi per competenze;

- incentivare la collegialità didattica e valutativa tenendo presente un approccio per competenze;

- mettere al centro le competenze considerate nell’impostazione del rapporto Ocse-Pisa e ad esse informare la pratica della valutazione;

- sostenere la continuità tra primo e secondo ciclo;

- favorire la circolazione di materiali tra le scuole che parteciperanno al concorso.

La centralità delle competenze – che investe gli obiettivi di apprendimento, i modelli di valutazione, le metodologie didattiche – rappresenta un’ipotesi suggestiva che la scuola superiore (fortemente legata ad un impianto che preveda prioritariamente la certificazione delle conoscenze e la loro centralità nell’approccio didattico) avrebbe stentato comunque a recepire, anche non fosse mutata se la normativa relativa all’obbligo.

In alcuni – me compresa – continua a suscitare notevole scetticismo la sudditanza culturale all’Ocse-Pisa: stimoli che derivano da esperienze internazionali diventano meccanicamente determinanti nella faticosa costruzione di un sistema di valutazione nel nostro Paese; o criterio di giudizio per valutare l’attività delle nostre scuole. L’Ocse .il principale evidenziatore della débacle della scuola italiana – è pur sempre un organismo economico, sensibile a particolari aspetti, oltre che informato a specifiche culture.

Ma, al di là di tali perplessità, un concorso come Innovadidattica – se realizzato in un clima di reale impegno del Paese per un concreto innalzamento dell’obbligo scolastico - avrebbe potuto rappresentare un punto di inizio per cercare di trasformare le scuole in centri di ricerca e di sperimentazione di strategie elaborate autonomamente, svincolate da inopportune incursioni esterne.

Questo non è: le emergenze che la scuola deve affrontare, oggi, sono ben altre. E il problema dell’innalzamento dell’obbligo scolastico risulta definitivamente archiviato, lasciando l’Italia ultimo Paese europeo con l’obbligo al di sotto dei 15 anni.

Questo bando suggerisce inoltre che – in questo panorama desolante e nel generale disinteresse per le sorti della scuola italiana - la testa non sa cosa fanno le gambe e viceversa.

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