Direzione didattica di Pavone Canavese


 

(25.04.2011)

LegittimaMente - di Marina Boscaino

La sentenza di giovedì 14 aprile in cui il Tar del Lazio si è definitivamente pronunciato in merito all’illegittimità dei tagli degli organici del personale docente della scuola è l’ennesima risposta che la giustizia dà ai metodi spregiudicati che il ministero usa per arrivare allo scopo cui informa gran parte delle azioni: il taglio degli organici, per far quadrare i conti con la Finanziaria 2008 che – come è noto – ha previsto per il triennio seguente una diminuzione di circa 80mila cattedre.

Nell’ansia di dar concretezza alle previsioni di abbattimento della spesa a colpi di annullamento di posti di lavoro, da Viale Trastevere trascurano ormai da tempo di seguire le procedure che devono obbligatoriamente accompagnare alcune azioni, e che sono il sale della democrazia. Non è la prima volta che la “distrazione” rispetto alla consultazione obbligatoria, ai pareri degli organi preposti, nonché la tendenza a legiferare tramite circolari e decreti interministeriali porta problemi al ministero, al momento letteralmente assediato da sentenze – dei tribunali e anche della Corte Costituzionale – sfavorevoli. La sentenza di qualche giorno fa ha contestato la legittimità degli organici dell’a.s. 2009/10 e dell’a.s. 2010/11, oltre ad uno dei provveidmenti più controversi della cosiddetta “riforma Gelmini”: la revisione dell’assetto ordinamentale dei tecnici e professionali (decreto interministeriale 1/6/10) con il quale sono stati ridefiniti gli organici delle classi II, III e IV (tecnici) e II e III (professionali), senza sentire il parere del Cnpi. A questo proposito il Tar esprime un giudizio anche nel merito, considerando che il provvedimento "nel prevedere una indiscriminata riduzione dell’orario su base meramente numerica e percentuale (…) contiene l’implicito risultato di ridurre proprio gli orari delle discipline aventi maggiore caratterizzazione rispetto la qualificazione dei corsi di studio", mutando unilateralmente l’ambito dei corsi di studio che erano stati prescelti dagli studenti. E – aggiungo io – andando ad impoverire ulteriormente il segmento più debole del sistema scolastico superiore.

Insomma, la sentenza del Tar del Lazio dà luogo ad una serie di domande, che ho avuto la possibilità di rivolgere direttamente all’avvocato Corrado Mauceri, che ha curato il ricorso, per l’associazione Per la scuola della Repubblica, che ha appoggiato i 755 – docenti, Ata, studenti, genitori – che hanno ritenuto l’azione di Gelmini lesiva dei propri diritti.

“Quali indicazioni specifiche, contenute nella sentenza del Tar, possano orientare una coerente risposta dell’amministrazione scolastica in merito a ciò che gli è stato contestato?”.
“Il Tar del Lazio non si è limitato a dichiarare l’illegittimità degli organici e degli orari degli istituti tecnici e professionali, ma ha ritenuto di dover fornire alcune opportune indicazioni per una corretta esecuzione delle sentenze. L’accoglimento delle censure comporta "necessariamente l’obbligo del riesame, da parte dell’amministrazione, delle regole relative al dimensionamento degli organici e degli orari di insegnamento".
L’Amministrazione scolastica deve pertanto:

    1. rideterminare gli organici del personale docente relativo agli anni scolastici 2009/10 e 2010/11, previo parere delle commissioni parlamentari, del Cnpi (per quanto concerne gli istituti tecnici e professionali) e della Conferenza Unificata per quanto concerne la ripartizione a livello regionale;
    2. provvedere alla ricostruzione delle posizioni dei docenti sulle rispettive graduatorie rispetto a tagli di orari e di organici, prevedendo il riconoscimento di una apposita priorità di reinserimento nelle cattedre oggetto di soppressione dei rispettivi titolari;
    3. favorire gli alunni e le famiglie per eventuali appositi transiti da uno ad un altro istituto, in conseguenza della rimodulazione dell’offerta formativa oppure altre diverse soluzioni per sopperire gli svantaggi conseguenti alle illegittimità determinate."

“Il primato della politica rispetto a questa ed altre situazioni sembra un po’ messo in discussione. Quanto di fatto è stato sancito in questi difficili anni è stato il frutto di azioni legali piuttosto che di una battaglia di carattere politico. L’impressione è stata, in alcuni momenti, quella di una sorta di inerzia, anche poco attenta ai ricorsi promossi dalla società civile, dai sindacati, dalle associazioni. Cosa ne pensi?”
“Anche se finora la politica scolastica del governo – in mancanza di un’azione politica unitaria – è stata messa in crisi soltanto con le azioni legali, dobbiamo ribadire che le iniziative legali possono aprire varchi e fare emergere contraddizioni che la politica deve efficacemente e tempestivamente governare. Sollecitano un ruolo primario della politica ed in particolare delle istituzioni democratiche; finora ogni appello è rimasto inascoltato. Le Regioni di centrosinistra – che pur avevano il potere di intervenire nel procedimento relativo alla determinazione degli organici – hanno lasciato carta bianca al Ministro e non hanno nemmeno sostenuto i ricorsi promossi da genitori e insegnanti che ora il TAR ha accolto”.

“A prescindere da una quasi obbligatoria presa di posizione da parte del centrosinistra rispetto all’illegittimità configurata e poi concretizzata dal governo e stigmatizzata dalle sentenze, quali effetti pensi un intervento politico possa oggettivamente produrre?”
“Finora – salvo poche eccezioni – la politica si è limitata a rituali proteste e poco più (è singolare che le opposizioni parlamentari non abbiano mai protestato per l’omesso richiesta del parere delle commissioni parlamentari previsto dall’art. 22 della l. 448/01). E’ necessario che la politica:

  1. impedisca l’attuazione della circolare ministeriale n. 21 del 14/3/11 [la circolare sugli organici del prossimo anno scolastico, ndr], che ripropone lo stesso percorso che il Tar ha dichiarato illegittimo.
  2. favorisca il ripristino, secondo le indicazioni del Tar, dei diritti violati e l’effetto dei provvedimenti dichiarati illegittimi;

Ma soprattutto è necessario, se si vuole sconfiggere questa politica scolastica governativa, mettersi insieme: istituzioni democratiche, partiti politici, organizzazioni sindacali e comitati di genitori e di lavoratori della scuola”.

“Quali ti sembra siano le azioni da mettere in atto concretamente?”.
“Questa la piattaforma minima che andrebbe concordata per tener dentro delle emergenze: blocco dei tagli alla spesa per la scuola, a cominciare dal ritiro della circolare n. 21 del 14 marzo; avvio alla stabilizzazione dei precari e salvaguardia delle prerogative degli organi collegiali, compreso il Cnpi. Sarà possibile? Noi riteniamo che sia indispensabile; se tale schieramento unitario non si realizzasse subito, dovremmo sentirci tutti responsabili e rassegnarci agli interventi più o meno autoritari del governo (un decreto legge, che sana tutte le illegittimità rilevate dal Tar)”.

“Quale il ruolo di enti locali e regioni?”
“Nella circolare n. 21/11 si afferma più volte che "gli interventi relativi alla elaborazione delle dotazioni di organico richiedono confronti ed interazioni con le regioni e gli enti locali, in quanto titolari di specifiche ed importanti attribuzioni in materia di politiche scolastiche nei rispettivi territori". Le Regioni, insieme agli Enti locali, possono promuovere al più presto un incontro con il mondo della scuola ed utilizzare questi spazi previsti nella citata circolare 21/11 per chiedere con forza la revoca di detta circolare ed il ripristino della piena legalità attuando le sentenze del TAR”.

“Dal punto di vista dell’iniziativa legale esistono ancora margini di manovra praticabili?”
“Come dicevo, è auspicabile che finalmente la politica intervenga a tutti i livelli e che con un’azione unitaria possa efficacemente contrastare questa politica scolastica governativa. Ma l’auspicio non è certezza; quindi dobbiamo anche ora preparaci a farci carico dell’inerzia della politica e preparare ancora una volta le azioni legali. Possiamo:

a) Utilizzare subito le sentenze del Tar per contestare davanti ai tribunali ordinari:

    1. le mancate nomine a tempo determinato o a tempo indeterminato per l’effetto della riduzione illegittima degli organici degli anni scorsi;
    2. i trasferimenti d’ufficio per effetti delle contrazioni illegittime degli organici;

b) Impugnare subito la circolare 21/11 con richiesta di sospensione per la conclamata illegittimità già dichiarata dal Tar”.

L’avvocato Corrado Mauceri coordina per l’occasione la sezione toscana dei giuristi democratici ed è a disposizione per attività di consulenza e di assistenza legale. In questo intervista abbiamo provato a mettere in evidenza alcuni elementi che forse possono fornire spunti utili per coloro che – docenti, personale Ata, genitori, studenti – hanno visto scavalcare propri diritti esigibili. L’informazione è talmente poco capillare e precisa che spesso le persone non sono nemmeno in grado di rendersi conto delle violazioni che sono compiute, né dei margini di intervento previsti. Con l’associazione Per la scuola della Repubblica da due anni cerchiamo di mantenere viva l’attenzione sulle procedure adottate dal ministero che – oltre a configurare alternative illegittime al legiferare – configurano un’insidia piuttosto preoccupante alla democrazia effettiva e al rispetto dei diritti.


 

torna indietro