Direzione didattica di Pavone Canavese

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24.12.2003


Dialogo immaginario
fra un decisore politico (P.) e un insegnante di scuola media (Ins.)
di Enrico Monteil, insegnante di scuola media a Rivalta-Tetti Francesi

 

P. "La scuola cresce con te..."

Ins. La scuola italiana è sottoposta a un pressing continuo di riforme annunciate, decise, realizzate in parte, annullate, ridecise, riavviate in parte, da almeno 9 anni (1994, prima legge sull’autonomia). Sa chi ci sta peggio in questa situazione ?

P. Mi dica…

Ins. Quegli insegnanti che prendono sul serio il Parlamento e le leggi dello Stato e che sono consapevoli che insegnare in una scuola pubblica comporti degli obblighi…

P. Che ne pensa della concorrenza nel pubblico e fra pubblico e privato ? del diritto di scelta delle famiglie ?

Ins. Per preparare le loro scelte le famiglie si informano, ragionano e dialogano con le (si sottolinea il plurale le) scuole nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2003, poi fanno le loro scelte a gennaio 2004 e le loro scelte saranno operative a settembre 2004.

P. Che cosa c’è di male in questo ?

Ins. Assolutamente niente, anzi. Però Lei immagini di insegnare in una scuola collocata in una frazione "popolare" di un Comune delle cintura torinese e di dover convincere le famiglie benestanti di frazioni contigue, ad iscrivere i loro figli. La prima cosa che chiedono a novembre 2003 è: "che cosa ci proponete per settembre 2004 ?

P. Mi pare una richiesta sensata…

Ins. Anch’io lo penso. In questo contesto decidere all’inizio di dicembre 2003 ciò che faremo in prima media dal settembre 2004 è l’unico modo per sopravvivere. Quest’anno abbiamo qualche problema in più. Per cui ho risposto loro: "inizio lezioni il primo settembre 2004 !!, niente sabato, percorsi flessibili per tutti, con orario flessibile annuale, settimanale e giornaliero…con attività curricolari, opzionali e facoltative… con due/tre rientri pomeridiani, due lingue straniere, certificazioni internazionali DELF, Trinity, ECDL, Chat, Forum, siti Web, soggiorni alpini, laboratori curricolari…è 7 anni che lo facciamo, vi interessa ?"

P. E le 27+6 …?

Ins. Lei mi dica la composizione della squadra e che cosa deve insegnare e allora in 3 mesi le costruisco una proposta seria, ben integrata tra il 27x33 e il +6x33 (cioè non 27 + prolunga separata), poi mi concede un mese per presentarla alle famiglie e un mese alle famiglie per decidere, per valutare le proposte delle altre scuole…

P. Ma guardi che non Le posso dare tutto questo tempo…

Ins. Questo l’ho capito da solo, però Lei che è un esperto di mercato, dovrebbe accettare di riconoscere che non ha certo favorito le mie possibilità di competere…la genericità forzata sul 27+6 può disorientare le famiglie al mese di dicembre; dopo le vacanze natalizie, se dobbiamo elaborare una offerta formativa credibile che integri il 27+6 e tutte le novità legislative, in soli 30 giorni, avremo qualche problema di comunicazione con le famiglie anche a fine gennaio 2004…

P. Insomma per realizzare la riforma che cosa le serve ?

Ins. Un organico di diritto stabile, che comprenda sia il monte ore di 891 ore (27x33), sia l’ulteriore monte ore +6x33 (ovviamente se scelto dalle famiglie), senza scherzetti del tipo "una parte in organico di diritto e una parte in organico di fatto"; tutti i posti di diritto coperti da personale di ruolo, in tre anni, cioè entro il 1° settembre dell’anno scolastico 2006/2007, anno in cui la riforma sarà a regime per la scuola media; inoltre sarebbe gradita una spruzzata di incentivi contrattuali, giuridici e economici, per favorire la stabilità biennale degli insegnanti.

P. Un organico di diritto sulle 891, siamo d’accordo, però per le altre 6x33 potreste aver bisogno di esperti esterni…

Ins. Nessuna contrarietà di principio sull’avvalerci di esperti esterni, però in nome dell’autonomia scolastica costituzionalmente garantita, lasci decidere a ciascun istituto scolastico, sia le attività del +6x33, sia chi le deve fare (insegnanti in organico o esperti esterni). Inoltre vorrei tutti, insegnanti e ATA, al loro posto entro giugno, in modo da cominciare a settembre con la squadra informata, motivata e al completo.

P. Abbiamo fatto il grosso delle nomine in giugno e luglio…

Ins.Gliene do atto, meglio nomine di precari a luglio che nel gennaio successivo, ma sempre precari sono…

P. La sua bolletta si fa salata..

Ins. Non si fanno nozze con i fichi secchi. Per venirle incontro possiamo discutere sul rapporto mensa – flessibilità – autonomia. Da sette anni utilizzando la flessibilità con un organico di scuola media a tempo normale eroghiamo un servizio mensa per il 90% degli allievi e delle allieve (2-3 volte la settimana), ma devo dirLe con franchezza che non intendiamo accontentarci della attuale retribuzione contrattuale della flessibilità: è poca cosa a fronte del potenziamento del servizio che consente. Ovviamente non sto parlando dei servizi mensa del tempo pieno e del tempo prolungato (l’Anci ha avanzato una proposta in merito che non mi sogno di contraddire), ma dei servizi mensa dei tre quarti della scuola italiana che, passando dal modello a 30x33 ore tutte al mattino al modello 27x33 ore con possibilità +6x33, si pone il problema di gestirsi i servizi connessi con un paio di rientri pomeridiani.

P. Perché ci tiene così tanto ai suoi rientri pomeridiani ?

Ins. Guardi che c’è un equivoco, i rientri pomeridiani non mi appassionano di per sé più di tanto, quello che mi interessa è il ritmo di una giornata allievo/allieva, il ritmo di una settimana, l’aiuto per fare i compiti dentro un progetto integrato di percorsi individualizzati… (l’opposto del tempo normale con una prolunga separata) per questo mi servono tempi distesi e flessibili. Poi detto fra di noi, non dovrebbe tener conto dei bisogni delle famiglie che lavorano? Se la scuola si ritira tutta al mattino, quanto costerà alle famiglie, tappare il buco ricorrendo al mercato ?

P. Lei non è informato del fatto che abbia deciso di aderire alla proposta dell’ANCI…

Ins. L’ho letto, ma sa che cosa mi arrovella ?

P. Mi dica…

Ins. Come può, da un lato dichiarare di mantenere tutti i posti di tempo pieno e tempo prolungato esistenti nel 2003/2004, garantire la copertura della mensa, la riduzione d’orario di insegnamento per i tutor e l’offerta 27x33 e +6x33 (le ricordo che il 70% della scuola media viaggia a 30 ore e non a 33) e contemporaneamente prevedere di tagliare 12.000 posti di insegnamento con la finanziaria ?

P. Sono due cose tecnicamente compatibili

Ins. Considerato che non siamo in periodo di calo demografico, delle due l’una: o aumenta il numero di allievi per classe o tira fuori il giochetto 27x33 in organico di diritto, con +6x33 e mensa in organico di fatto o qualcosa di simile…

P. Lei fa il processo alle intenzioni…

Ins. Sarei il primo a rallegrarmi di aver sbagliato i conti, devo dirLe che preferirei tornare sul terreno della professionalità docente …

P. Lei vuole uno stato giuridico per legge ?

Ins. Ci mancherebbe, mi accontento di maggiori risorse per retribuire la qualità di ciò che si fa sul posto di lavoro e non solo la qualità di ciò che si è. Non necessariamente i collezionisti di pezzi di carta, reinvestono il loro sapere nella didattica quotidiana. Lo so che non Le piace l’idea del fondo di istituto, ma Lei è un imprenditore, se lo immagina un salario deciso per legge per i dipendenti della sua azienda, oppure un salario totalmente deciso lontano dalla reale organizzazione del lavoro e dalla valutazione dell’efficacia ? Non penso che Lei motivi così il suo personale.

P. Che cosa ne pensa dei Tutor ?

Ins. Se la scuola progetta e realizza realmente percorsi individualizzati deve darsi una organizzazione interna più articolata, la funzione di tutor è una di queste; Lei dovrebbe individuare la funzione, fornire risorse per pagarla, contrattualizzandola, e formazione obbligatoria per sostenerla, ma, in nome dell’autonomia costituzionalmente garantita, Le suggerisco di lasciare le modalità operative e di scelta delle persone alla Dirigenza e al Collegio dei Docenti, un po’ come avete fatto per i "conselor" nell’uso delle TIC.

P. Le è piaciuto il piano di formazione per le TIC ?

Ins. Ho molto apprezzato la ridotta burocrazia per formare 160 mila persone, sono appassionato di e-learning, l’importante è cominciare a fare esperienza di massa, senza rinunciare a migliorare il dialogo con chi si forma on line. Ma a proposito di TIC, mi spiega come faccio a implementare le attrezzature informatiche se un istituto di 700 allievi, sparpagliato in 7 diverse sedi sul territorio dispone 22.000 euro/anno in tutto, per funzionare, per fare investimenti e per il diritto allo studio, al netto dei costi del personale ?

P. Lei mi ha parlato di siti web,laboratori… come li avete acquistati ?...

Ins. Abbiamo vinto due concorsi in 2 anni sull’uso delle TIC, indetti dalla Fondazione CRT, partecipiamo a tutto quello che ci capita a tiro, ma con aprile 2004 finiamo i soldi dell’ADSL, abbiamo un cablaggio strutturale da gestire e all’orizzonte non c’è nessun bando …

P. Abbiamo varato un piano di investimenti di 8320 milioni di euro nel periodo 2004/2008…

Ins. L’ho letto, però i soldi ci servono da subito, nel 2004 possiamo contare su una cifra doppia, diciamo 60.000 euro ? Guardi che l’aumento non lo chiedo a pioggia, Le chiedo di valutare il numero di sedi (le economie di scala sono diverse) in cui sono sparpagliati gli istituti scolastici e di prendere a modello lo stile della fondazione CRT: chiedere alle scuole di progettare, erogare i finanziamenti ai progetti validi, subordinando l’erogazione del finanziamento allo stato di avanzamento lavori e senza dimenticare di andare a controllare, dopo, se e come sono utilizzati nella didattica quotidiana; chi fa il furbo dovrebbe essere penalizzato, a cominciare da chi comanda; chi non sa progettare, impari, aiutato da qualche centro servizi.

P. Abbiamo l’INVALSI…

Ins. Ha fatto bene a parlarne, avrà constatato che non sono contrario alla valutazione del mio lavoro, anzi posso dirle che era ora che lo si facesse, però abbia pazienza, anche qui c’è qualche sottolineatura da fare. Lei vuole mettere sotto osservazione l’italiano e la matematica ? d’accordo; ma perché non mette anche sotto osservazione (cominci dai volontari) come gli allievi acquisiscono un metodo di studio e lo applicano nel risolvere problemi utilizzando più discipline ? L’Italia è la patria del bel canto, dell’arte e del teatro, non le interessa proprio incoraggiare anche gli insegnanti di queste discipline mettendo sotto osservazione i risultati che ottengono ?…

P. Una bella chiacchierata, ma è sicuro che gli insegnanti abbiano quel genere di aspettative che Lei espone ?

Ins. Onestamente non lo so, ma posso assicurarLe che l’autonomia scolastica è uno strumento molto potente per migliorare la qualità della scuola e motivare gli insegnanti: decidete poche cose al centro nazionale e regionale, poi lasciateci fare (responsabilizzateci) con risorse certe biennali(umane e finanziarie) e venite a controllare i risultati.

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