Direzione didattica di Pavone Canavese

11.04.2006

torna alla pagina-indice

 

Ma dove era il popolo della scuola che è sceso in piazza contro la "Riforma Moratti" ?
di Vittorio Delmoro


L'intervento che qui proponiamo è ripreso dal sito ReteScuole e viene pubblicato con l'intento di promuovere un dibattito sui problemi evidenziati da Delmoro

Dove è finito il popolo della pace, che invadeva le piazze ed esponeva le bandiere della pace? Ci dicevano che oltre l’80% degli italiani fosse contrario alla guerra in Iraq.
Dove è finito il popolo del lavoro, che in tre milioni invadeva Roma tre anni fa? Oltre dieci milioni di iscritti al sindacato, che in queste elezioni era chiaramente schierato.
Dove è finito il popolo della scuola, che ha portato in piazza pure i bambini? Se avessero fatto un referendum sulla riforma l’avremmo vinto di gran lunga.

Scrivo queste tristi note sulla scia emotiva della cocente delusione elettorale, una delusione simile a quella di trent’anni fa (1976), quando la NSU, speranza nella quale avevamo riposto tutti gli aneliti di 8 anni di rivolte, arraffò la miseria di un’uno e mezzo per cento.
Lasciai allora la politica, come tanti e per fortuna non mi autodistrussi nella droga, come tanti, ma profusi tutte le mie energie nella scuola.

Ci sarebbe voluto Berlusconi e la sua nefanda riforma a farmi tornare in attività : 5 anni di lotte, di fatiche, di sacrifici, per raccogliere la miseria di oggi.
A questo punto non so cosa mi salverà; il pensionamento, la famiglia, la cura per conservare la salute.
Sarebbe stato meglio se avessimo perso : la sindrome del fortino assediato mi è ormai congeniale.
Mi ero anche ben preparato : ripartire dalle 50,100 mila firme della nostra Legge Popolare, dalla rete dei contatti, dall’opposizione scuola per scuola, dal sindacato, dai Consigli; per una lotta di resistenza di lungo periodo, sapendo di essere circondati da eserciti di forza impari, ma fidando nella forza dei nostri ideali e nella nostra tenacia.
Una specie di ritorno alle origini, quando al mio primo voto elettorale annullai la scheda scrivendoci su non è il voto che decide, ma la lotta.

Ora invece ci attende l’inciucio, la politica che converge al centro, il compromesso su tutto.
Ci attendono due mesi in cui la politica litigherà sul numero dei voti, così come successe alle elezioni americane del 2000 e poi cinque anni di stallo in cui non si toccherà quasi nulla delle precedenti riforme, né si farà nulla di quello per cui abbiamo lottato.

Ci terremo la riforma moratti; magari senza tutor, ma col portfolio; magari senza 8 licei, ma col doppio canale; magari senza personalizzazione, ma coi tagli.
Ci terremo la legge 30, magari affievolita; ci terremo le truppe in Iraq, magari ritirandole a poco a poco; ci terremo la privatizzazione dei servizi, magari col concorso pubblico.

Non me la sento di sopportare tutto questo, tanto più che non ne vedo un termine; un amico mi diceva stamattina sfogliando il giornale : cosa avrebbe dovuto fare Berlusconi di peggio di ciò che ha fatto per perdere voti?
Ecco, peggio di come sono andate le cose in questi ultimi anni forse non si poteva (ricordate che tutto cominciò da Genova) e se dunque ci troviamo ad avere dalla nostra solo la metà degli italiani, penso che non ci sia più speranza di redimere questa nostra terra, dove la pancia, l’egoismo, gli istinti più bassi l’hanno vinta ancora una volta.
 

torna indietro