Direzione didattica di Pavone Canavese

Quale scuola per quale riforma
di Girio Marabini


Il bisogno dell’innovazione e la sperimentazione

Per completare questo quadro riferito al lavoro all'interno della scuola occorre sottolineare che in ogni operatore della scuola dovrebbe nascere il bisogno dell'innovazione.

La sperimentazione dovrebbe diventare una modalità operativa costante.

La sperimentazione nel campo educativo infatti nasce o, meglio, dovrebbe nascere dal bisogno d'innovazione di un sistema educativo che vive le trasformazioni della società e vuole ad esse adeguarsi.

Coloro ,tuttavia, che in questi anni si sono impegnati a sostenere la sperimentazione verso l'autonomia, sanno che l'innovazione è possibile solo se i docenti avvertono la necessità di modificare la propria tradizionale funzione e prendono coscienza delle loro nuove responsabilità educative.

Assistiamo al contrario oggi, mentre vi sono vorticosi processi innovativi in atto il cui limite forse è proprio quello d'essere stati voluti ancora una volta "dall'alto", ad una sorta di "Crisi di identità" dell'insegnante e in definitiva dell'Istituzione scolastica stessa.

In generale le vicende legate alla riforma dei cicli ne sono una evidente manifestazione, come dicevo in premessa..

Non avendo risolto il problema della primarietà e della secondarietà , e non avendo ancora deciso i nuovi saperi ci si è persi nei meandri della vuota ingegneria strutturale. Una situazione del genere non fa altro che aumentare il disorientamento e frenare gli entusiasmi.

E' umano che di fronte all'incerto divenire delle cose la maggioranza di noi preferisca attendere e magari rinchiudersi nel particolare, nella rassicurante sicurezza della routine, dei modelli di insegnamento ormai consolidati…

Evidentemente questo avviene perché la scuola è ancora separata dalla società: vi dovrebbe essere invece un legame forte e decisivo tra le trasformazioni delle situazioni economiche e politiche e sociali e le innovazioni nel sistema educativo.

Il rischio ancora una volta è che la scuola a forza di inseguire le riforme strutturali e gli adempimenti cartacei resti "corpo separato" .

Le ragioni del ritardo con cui la scuola si adegua alle trasformazioni sociali mi sembra si possano trovare proprio nella impreparazione pedagogica, psicologica e sociologica di molti di noi operatori scolastici; nel nostro attaccarci in qualche modo ai valori tradizionali, al modo di "fare scuola" che abbiamo appreso dai nostri maestri; al nostro volerci considerare solo degli insegnanti rifiutando in qualche caso il ruolo di educatore che però la complessità della società ci richiede insistentemente.

Quando ci si trova in queste condizioni di separazione è necessario alzare il tono del dibattito e spingere verso l'innovazione.

La sperimentazione è lo strumento fondamentale di cui dispone la scuola per contribuire dall'interno a risolvere i problemi emergenti e per creare una tensione continua all'innovazione, proponendo un nuovo concetto di educazione, una nuova funzione della scuola, un nuovo ruolo dell'insegnante .

Il processo educativo infatti è da considerare formazione di capacità ed acquisizione di conoscenze per la loro utilizzazione sociale, e lo è sia per l'alunno che per l'insegnante che attraverso, l'esperienza, la documentazione, la ricerca favorisce la formazione di un cittadino-orientato.

La sperimentazione contribuisce dunque alla soluzione dei problemi educativi.

"Essa ha come oggetto immediato l'attività dei componenti la comunità scolastica; come campo le situazioni concrete che emergono da detta attività; come obiettivo il loro miglioramento o la loro innovazione; come fine l'ampliamento del processo educativo dell'alunno; come metodo l'ipotetico - deduttivo e cioè "lo studio per individuare, reperire, organizzare e applicare i mezzi e i materiali che consentono di ottenere i migliori risultati " (Guido Giugni )

E' per rafforzare la sperimentazione intesa in questi termini che si potrebbe pensare di creare all'interno di ogni istituto scolastico un centro di ricerca pedagogica e didattica ,di documentazione e di supporto all'innovazione.

Propongo in questa sede una articolazione possibile del Centro di supporto alla sperimentazione, ricordando anzitutto a me stesso che il processo di sperimentazione non può esaurirsi con l'avvio dell'autonomia ma deve diventare un processo continuo per l'innovazione e la qualità in educazione.

Le ragioni del "centro di ricerca e documentazione.

La complessità dell’organizzazione che la scuola si è data richiede il ricorso ad adeguati strumenti di ricerca e documentazione pedagogico-didattica, di informazione esterna e di comunicazione interna.

E’ necessario infatti sviluppare la ricerca per approfondire le varie tematiche e tendere costantemente all’innovazione . Occorre inoltre costruire una fitta rete di comunicazione interna alla scuola per fare in modo che tutti gli operatori siano pienamente consapevoli del progetto comune e lo condividano.

E’ anche opportuno affinare strumenti di comunicazione con l’esterno per descrivere concretamente caratteristiche e modalità di funzionamento del servizio che viene offerto e proposto dalla scuola. Si tratta in particolare di garantire la massima informazione possibile all’interno e all’esterno ; di documentare l’attività didattica e rendere visibile il prodotto scolastico

Le nuove tecnologie didattiche e gli strumenti informatici in genere sono utilissimi allo scopo.

Il Centro dovrebbe raccogliere le esperienze delle scuole, documentarsi e documentare sulla ricerca pedagogica e didattica, costruire una banca dati della normativa.

La sperimentazione che utilizza tali strumenti ha il vantaggio di promuovere l'innovazione non dall'esterno, ma dall'interno stesso della scuola. Essa coinvolge insegnanti, alunni e genitori in un processo unitario di formazione reciproca che trasforma la scuola in comunità educante.


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