Direzione didattica di Pavone Canavese

05.03.2006

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I genitori bocciano la scuola della Moratti
di Rodolfo Marchisio

 

Nello scorso mese sono stati pubblicati i risultati della indagine generale che il MIUR ha fatto sulle scelte dei genitori il relazione alla struttura oraria ed al tipo di scuola proposti con la Riforma.
Il dato evidente è che le strutture orarie proposte (e sponsorizzate) dalla Moratti sono state evidentemente rifiutate e che lo stesso anticipo della scuola, cavallo di battaglia del Ministro, ha raccolto pochissime adesioni. Vediamo i dati.

Scuola media

Nel monitoraggio effettuato da viale Trastevere su 41.554 classi prime e seconde di scuola media, quest'anno funzionano con l'orario minimo obbligatorio (27 ore) appena 555 classi: l'1,33 per cento.

Il 21 per cento delle classi in questione adotta un orario di 30 ore settimanali (come nella vecchia organizzazione oraria) 
e il 78 per cento un orario che varia dalle 33 ore alle 40 settimanali.
I genitori avrebbero scelto in massa il "tempo prolungato"…

Ovviamente questo dato è da leggere con attenzione, perché in genere solo una parte dei genitori e soprattutto in alcune regioni ha presentato una richiesta di tempo lungo (o prolungato) nella scuola media.
In realtà il dato deriva anche dal fatto che (come denunciato da Palermo, Tosolini e da me su questo sito) nel format online da compilare per il MIUR non trovavano spazio esplicitamente le compresenze, i laboratori, le attività non frontali.

Quindi molte scuole hanno dichiarato un tempo alunno più lungo, per descrivere la propria offerta formativa e per giustificare le ore docente usate per compresenze, laboratori, lavori in gruppi ecc.. Una scuola che ha un orario alunno di 29, 30 ore con 3 compresenze la settimana, può aver dichiarato, ad es. 32/33 ore, perché non c’era luogo (fisico) per far emergere quelle attività che caratterizzano la nostra offerta formativa. Comunque, confrontando questi dati con quelli locali e con altri di questi giorni (iscrizioni):

Il tempo corto obbligatorio (27 ore) non lo vuole nessuno (tanto che il MIUR lo ha già riportato a 29 con l’aggiunta di 1 h di Inglese e 1 di Tecnologia) e con la riduzione delle ore opzionali

C’è una solida richiesta per un tempo del mattino con compresenze piu’ eventuali 1 o 2 rientri pomeridiani

Il tempo prolungato, che si voleva mortificare con il taglio delle risorse ed il declassamento a tempo lungo, esce, agli occhi dei genitori, rafforzato e piu’ appetibile.

Se una delle cartine di tornasole del livello di gradimento delle famiglie poteva essere la scelta del cosiddetto tempo scuola, la riforma Moratti è bocciata senza appello. "La scuola 'minima' delle 27 ore e la scuola 'spezzatino' modello Moratti - dicono dalla Flc Cgil - non ha dunque convinto nessuno, le famiglie hanno confermato la fiducia e l'aspettativa riposta nella scuola e hanno dimostrato che è diffusa la richiesta di più scuola. Gli esiti di tale rilevazione confermano abbondantemente che è vincente, sulla retorica familistica di Moratti, un modello inclusivo di scuola tendente a riprodurre quei modelli di scuola distesa che vanno dalle 33 alle 40 ore settimanali".

Scuola elementare

Risultati analoghi alle elementari.

Su 126.576 classi di scuola elementare monitorate quelle che funzionano con 27 ore settimanali sono soltanto 2.951, pari al 2,33 per cento.
il 72,9 per cento delle classi italiane svolgono da 30 a 34 ore di lezione settimanali e
il 24,8 per cento addirittura 40 ore.

Ricordiamo che in base al decreto legislativo numero 59 del 2004, il monte ore settimanale è suddiviso in tre parti: una quota obbligatoria, una facoltativa e la terza per la mensa. Nella scuola primaria l'orario obbligatorio è di 27 ore settimanali, 3 le ore facoltative che le scuole organizzano in piena autonomia e 10 quelle destinate alla mensa ed al dopo mensa.
Alla media, restano 27 le ore obbligatorie, diventano 6 quelle opzionali e 7 le ore destinate a mensa e dopo mensa.
Anche alle elementari vale la cautela di cui sopra, ma si conferma il rifiuto delle 27 ore e il gradimento per un tempo intermedio con 1 o 2 rientri.

Gli anticipi

In Lombardia le famiglie che hanno scelto l’anticipo nelle scuole pubbliche sono "appena" 3.213: meno dell'1 per cento (0,82 per cento). Un numero davvero esiguo se confrontato con i quasi 389 mila scolari della scuola primaria delle province lombarde. Se si confrontano i dati della Lombardia (la regione italiana con la maggiore popolazione scolastica) con quelli delle altre due regioni per numero di alunni emerge che in Campania, piccoli che hanno fatto ingresso in prima elementare a 5 anni e mezzo se ne contano quasi 10 mila e in Sicilia poco meno di 8 mila. Da sole, le due regioni del Sud contano il 40 per cento del totale degli anticipatari: 45 mila in tutto.

Secondo i sindacati:
Tra le possibili cause della disaffezione sul cosiddetto anticipo al Nord il fatto che le famiglie non se la sentono di "togliere un anno di gioco" ai propri figli, o la paura che - come sostengono diversi esperti - l'anticipo possa complicare la vita scolastica futura agli alunni "meno pronti".

Conclusioni

La Moratti aveva come obiettivo quello di far scegliere i genitori e far loro comporre la struttura oraria che volevano. La seconda cosa è pedagogicamente sbagliata, organizzativamente impossibile e poco rispettosa dei genitori stessi, come abbiamo già detto in più occasioni.
L’unica strada seria riteniamo sia una offerta strutturata o semistrutturata da parte delle scuole, frutto di un continuo monitoraggio delle aspettative della utenza e della sua valutazione del servizio proposto. Frutto soprattutto di un confronto continuo coi genitori.
Per il resto i genitori hanno scelto, ma non quello che si aspettava il Ministro.
Adesso come la mettiamo col taglio degli organici?

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