Direzione didattica di Pavone Canavese

La valutazione dopo la legge 169

05.04.2009

Cartellino giallo, cartellino rosso
di Giancarlo Cavinato

 

‘Una sanzione disciplinare, dunque, sarà come un cartellino giallo dopo il quale se i comportamenti gravi persistono il consiglio di classe darà il cartellino rosso, cioè il 5 in condotta.’
Ragazzi come calciatori ( cartellini) o come banane (bollini)? Qual è l’immagine evocata da una tale disposizione del REGOLAMENTO SULLA VALUTAZIONE approvato dal Consiglio dei ministri? Tali sono i nuovi criteri (sic!) per l’attribuzione del voto di condotta. Da quale luminosa teoria psicopedagogica sia desunto l’insieme di tali disposizioni è arduo intravedere.
E’ invece facile desumere che si vuole parlare a quella ‘casalinga di Voghera’ spesso evocata in passato cui risultavano ostici i termini ‘pedagogichesi’ impiegati nella compilazione delle schede di valutazione. In effetti può essere condivisibile che espressioni quali ‘strategie risolutive di situazioni problematiche’, ‘fase del pensiero senso motorio concreto’, ‘manipolazione’, ‘rappresentazione iconica’, ‘capacità simboliche’, ‘reversibilità dei processi’ , ecc. , possano risultare oscure ai più. Ma realmente tale terminologia era- ed è- così diffusa nel corpo docente da costituire, in assenza di spiegazioni maggiormente realistiche, ostacolo alla comprensione del percorso degli alunni? Certo non è mai facile soffermarsi a riflettere e a rivedere il percorso dei propri figli, in particolare da parte di un pubblico di committenti che poche cose intendono ‘commissionare’ alla scuola e che, a fronte della raccomandazione di dedicare maggior tempo al proprio figlio/a, rispondono che loro già dedicano tempo, ed  esemplificano con  pomeriggi trascorsi passando da un corso di karaté a uno di danza classica o sudamericana. Mentre la richiesta della scuola sarebbe di un tempo REALE di presenza, di ascolto, di condivisione, di lettura, di gioco assieme, di dialogo.
Purtroppo siamo tutti diseducati e poco disponibili su questo piano di interazione diretta. Preferiamo consumi e stimoli esteriori, quantificabili in denaro e prestazioni altrui, in ‘prestigio’ e ‘utilità’, in cura dell’esteriorità.
Ma quando lo stesso livello di comprensione ed elaborazione educativa è prospettato/richiesto agli insegnanti, proponendo ricette e soluzioni ‘facili’, scarso investimento, sostanziale indifferenza, non si può che pensare che si è toccato il fondo, e che in Italia i problemi educativi e di crescita delle nuove generazioni sono affidati….ad allenatori ed arbitri, o a mercanti di frutta e verdura.
Non bastavano le smiles, le faccine sorridenti o imbronciate, le stelline, i ‘diplomi’ di cui è ricca una simulazione di premi e sanzioni alla ‘Weight watchers’ che ha sostituito l’etichettatura superficiale e la presuntuosa anticipazione di percorsi di vita ( ‘progetti di vita’, recitava pomposamente il PECUP morattiano) alla valutazione realmente formativa come lettura a più occhi e voci dell’esperienza educativa e dei processi di apprendimento. Adesso i cartellini, domani, chissà, diplomi di calciatori e veline per premiare le ‘eccellenze’ ( quando non soldi, come già avviene).

L’insufficienza sarà attribuita dal collegio dei docenti per gravi violazioni dei doveri degli studenti’.

I casi contemplati riguardano:

* chi ‘non frequenta regolarmente i corsi e non assolve assiduamente agli impegni di studio’.
Sono, questi, in genere, alunni che hanno già perso anni di scuola o che frequentano irregolarmente fra mille scusanti da parte dei genitori; alunni che bisogna andare a cercare a casa, attendere con pazienza, con cui avere scambi frequenti con genitori e operatori del sociale. Alunni da rimotivare frequentemente. Possiamo cercare di tenerli e insieme ‘espellerli’ col cartellino rosso?

* chi ‘non ha nei confronti del capo d’istituto, dei docenti, del personale e dei compagni lo stesso rispetto che chiede per se stesso’.
Sai che deterrente formidabile costituirà il cartellino- o il 5 in condotta- per chi si vanta come di un segno distintivo e di appartenenza della propria strafottenza? Un alunno che, ‘sospeso’ simbolicamente, a cui è stato assegnato un lavoro di ricerca sotto sorveglianza in ambiente protetto per  aver svillaneggiato un collaboratore scolastico disabile, approfitta della momentanea assenza del docente incaricato della sorveglianza per aprire una graffetta  e scalfire con quella il monitor del computer. Ma il sistema cartellini-voti negativi-bocciatura  produrrà ‘rispetto’?

* chi ‘non osserva le disposizioni organizzative e di sicurezza’.
L’alunno N. è incuriosito dal piano superiore della scuola dove per disposizioni del regolamento non può accedere. In tutti i momenti in cui sfugge alla sorveglianza ne approfitta per correre di sopra, aprire porte di laboratori, sbirciare nei registri durante l’intervallo,  mettere disordine,….

Lo fermerà lo spauracchio del cartellino? Ci può essere un percorso diverso che lo porti a ‘scoprire’ spazi della scuola in momenti appositamente preposti?

* gli alunni ‘che non utilizzano correttamente strutture macchinari sussidi’
E agli insegnanti che dimenticano sistematicamente porte e finestre aperte, luci accese, macchinari costosi in funzione a surriscaldarsi, come la mettiamo con i cartellini? E ai genitori che non insegnano ai loro figli il risparmio energetico, idrico, la cura e la manutenzione degli oggetti personali e comuni? Farsi cura e assumersi delle responsabilità richiedono interventi intenzionalmente predisposti.

* chi ‘arreca danno al patrimonio della scuola’
Ne succedono di tutte e di più. A volte sono manifestazioni di immaturità, a volte trascuratezza, a volte derivano da rabbie mal represse, da senso di ingiustizia, da disagio, da eccesso di benessere e indifferenza, da ‘captatio benevolentiae’ nei confronti di compagni più ‘scafati’…e c’è chi finge di non vedere, di non sapere…chi è complice e chi è testimone inerme.  Le categorie di trasgressioni e le ragioni a monte sono varie e diverse; a differenza che nel calcio, o con le banane, due colori sono pochi….

Davvero al senso di scoraggiamento si sovrappone la risata, il senso del ridicolo….Le tecniche di condizionamento operativo erano, forse, più serie ed efficaci…con le scimmie e i ratti.

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