Direzione didattica di Pavone Canavese

Scuola maestra di vita

14.04.02

A proposito dello sciopero del 16 aprile:
la situazione è drammatica, ma non seria

 

Quando al tempo del referendum sul maggioritario fui invitato a partecipare ad un pubblico dibattito , volli dimostrare tutti i miei dubbi.
Nel mio intervento non toccavo questioni di interesse partitico ma guardavo la questione dal punto di vista umano e sociale.

La nostra società veniva da un lungo periodo di proporzionale il quale però corrispondeva al "popolo delle minoranze" che è il popolo italiano. L’essenza del modello democratico risiede nella pluralità delle idee. In un sistema ispirato a questo principio, la vita politica deve essere espressione della realtà sociale. Come era possibile in tale realtà pretendere di costringere le coscienze in un aut aut che spesso non corrisponde alle idee dei singoli? Il proporzionale (lasciamo stare le degenerazioni che pure ci sono state e sono state molto gravi) consentiva questa libertà di associazione e di coscienza e portava al compromesso, ad un compromesso giusto e doveroso tra le parti in causa. Esso corrispondeva  alla concezione del "governo debole" che dura poco nel tempo e della società "forte" capace di auto-realizzarsi e di guidare le trasformazioni.

La stessa costituzione nasceva sulla base di un confronto tra la cultura liberale, quella comunista e quella Cattolica: insieme  avevano dato un ottimo risultato riconosciuto da tutti. Avevano cercato quegli spazi inediti, quel non ancora da costruire insieme. Ed erano riusciti attraverso il lavoro comune a costruire le regole fondamentali della nostra convivenza civile .Vedevo quindi nel maggioritario un pericolo: quello della frattura delle coscienze. Con il maggioritario costruito  su due aree , spesso in profonda contrapposizione, tale che le decisioni possono essere sovvertite quando prevale l'uno o l'altro schieramento, si era e si è costretti a scegliere tra due posizioni nette, radicali, senza possibilità di confronto, in ogni campo, in ogni aspetto della nostra vita e non soltanto semplicemente quando si è chiamati a votare.
Lo vediamo in questi giorni: è tragico costatare che ci hanno divisi anche di fronte al dramma dei due popoli in guerra nel medio oriente . O con i palestinesi o con gli ebrei, quasi come fosse una partita di calcio e non la tragedia di due popoli, la tragedia di giovani ebrei e palestinesi costretti ad imbracciare il fucile o a lasciarsi esplodere. E allora marce e contro marce, girotondi e altro ancora... mentre laggiù la gente muore, muoiono i palestinesi , muoiono gli ebrei....

E nella scuola? Siamo chiamati allo sciopero. Nulla di stravolgente e definitivo . Anzi direi pure era ora : ho sempre considerato la necessità di un sindacato libero da ogni appartenenza politica, anzi direi meglio partitica. Cinque anni di "concertazione" sono davvero troppi! Ci saremmo quindi aspettati uno sciopero sulle cose, uno sciopero che portasse proposte alternative. Ed invece anche qui si è chiamati a stare da una parte o dall'altra. Da una parte il sindacato che dichiara intoccabile l'art.18 e si irrigidisce sulla propria posizione e dall'altra il governo egualmente radicale nella posizione. Salvo entrambi dichiarare che l'art.18 non è l' aspetto principale della riforma del lavoro: è per entrambi una questione di principio e quindi questione politica. E noi ancora una volta per il  principio non espresso del "bipolarismo delle coscienze" siamo chiamati a dividerci e a decidere tra le due posizioni, anche se magari saremmo disposti a considerare quanto di positivo potrebbe esserci nella proposta dell'uno e quanto di positivo nella proposta dell'altro. Il cittadino comune, quale io pure sono e mi sento di essere , per scegliere, non essendo messo nelle condizioni di "conoscere per deliberare", potrebbe compiere ragionamenti semplici e riduttivi del tipo :"Berlusconi, presidente del Consiglio, ha il dovere di governare , è stato eletto dal popolo attraverso regolari elezioni ed è stato eletto sulla base di un preciso programma; Cofferati è  un leader sindacale eletto al congresso di quel sindacato... e rappresenta gli iscritti di quel sindacato ". Che fare?" Già sento le dura reprimenda .Se ragioni così che uomo sei ? Non hai mai sentito parlare della "tirannide della maggioranza"? A chi come me ha l'abitudine nei ritagli di tempo  di seguire in diretta i lavori della Camera e del Senato attraverso radio radicale o radio parlamento,  sarà capitato , non importa chi in quel momento è all'opposizione, destra o sinistra, ribadire quel concetto quando le proposte di chi in quel momento è maggioranza non sono in sintonia con le proposte della propria parte politica. "La tirannide della maggioranza" ! E allora devi schierarti...devi scegliere...non puoi eludere il "bipolarismo delle coscienze" E allora se scioperi sei "comunista"  , se non scioperi sei "fascista". Ma... non ci sono ma!!! Guai a pensare e a dire  che il governo sta sbagliando  o che lo sciopero è  politico utilizzato contro e non per , certamente o sei "comunista" o  hai votato per Berlusconi e ti guardano di traverso , e ti scansano.... A proposito  avete mai provato a chiedere ad una persona "qualunque" se ha votato per Berlusconi ? Non aspetta neanche il primo canto del gallo e giura e spergiura che mai e poi mai voterà per quell'uomo...Eppure Berlusconi e il centro destra hanno avuto quasi il 53 % dei consensi! Tra i due mali forse è meglio dire allora che si sciopera e dimostrare qualche simpatia per la sinistra ...è più di moda... sei considerato un bravo compagno...e forse ti inviteranno a qualche girotondo...
E la propria coscienza dove la mettiamo? E chi vuole ragionare con la propria testa e valutare obiettivamente le proposte che vengono fatte quale spazio ha in questo bipolarismo delle coscienze? Non può ...perché quel modo d'essere è qualunquismo!

E chi come me non vuole essere né di destra né di sinistra per amore della scuola e per rispetto della formazione libera ed integrale delle persone che ci vengono affidate, non ama il bipolarismo ed è per la libertà di coscienza? Meglio per lui se il 16 aprile 2002 sarà colto da improvvisa febbre e potrà starsene a letto...Qualunquista!! Qualunquista!
Eppure perché non facciamo il tentativo di ragionare? La scuola entra in sciopero perché? Che cosa realmente non va della riforma Moratti ? Posso dire che alcuni aspetti di quella riforma a me piacciono? Sono di destra e fascista per questo? Del resto, per quel che conta, non ho mai nascosto la mia contrarietà alla riforma Berlinguer, contrarietà che ho sempre motivato, sulle pagine di Pavone Risorse,  con argomentazioni pedagogiche e didattiche e non certo con pregiudizi politici.

Vorrei proporvi, tuttavia, in questa sede le stesse osservazioni di Gaspare Barbellini Amidei apparse sul "Corriere della Sera"   il 12 aprile in un articolo "La Scuola dei conservatori" domande a chi farà il girotondo sulla riforma Moratti... 

" Nell'antica Roma i girotondi dei "circumcelliones " erano la fase più irrazionale e incendiaria delle rivolte degli schiavi. Gli innocui girotondi stradali della Roma moderna non hanno schiavi e non hanno incendi. Sono un modo , se si vuole gentile, di manifestare dissenso. Ma talvolta mostrano una contraddizione, vogliono il meglio ma parrebbero disinteressarsi dell'esistente da migliorare. Poiché nessuno intende, ne sono certo, intimidire la Moratti, non si capisce perché domani mattina, anziché girare intorno al palazzo vuoto nel quale il Ministro ha promesso di restare a lavorare, registi, scrittori, professori e genitori non salgono le scale in pacifica delegazione oppure uno per volta, e non si facciano illustrare alcuni punti contesi della riforma per poi avanzare proposte alternative. Si possono chiarire cose come queste:

1. Anticipazione della scuola dell'Infanzia a due anni e mezzo Anticipazione della scuola dell'infanzia a due anni e mezzo per le materne e a cinque e mezzo per le materne e a cinque e mezzo per le elementari. Sgretola il monopolio privato delle "primine" a vantaggio della centralità della scuola pubblica. E' una novità osteggiata da sinistra, in mezzo agli slogan:"la Moratti svende la pubblica istruzione ai privati"

2. Regionalizzazione del percorso formativo ,parallelo a quello liceale, regionalizzazione obbligata dalla modifica del titolo quinto della Costituzione. Questa trasformazione costituzionale, recepita dal progetto Moratti, fu voluta dalla sinistra e confermata dal referendum sostenuto dalla sinistra. Eppure gli slogan gridano:"La Moratti si arrende a Bossi". La resa appartiene ad altra stagione politica

3. "Date una bacheca leggibile in ogni scuola" chiede da tempo la scienza della comunicazione come premessa ai cambiamenti. Hanno bisogno di maggiori illustrazioni dei contenuti la gente dei girotondi, gli intellettuali che firmano i manifesti, ma soprattutto le famiglie. Epppure viene definita una scorrettezza propagandistica la redazione di una guida che si propone di illustrare i contenuti dell'intera riforma

4. Buona logica suggerirebbe di tenere separata la fase dell'apprendimento delle novità da quella della protesta per la condizione attuale della scuola che precede la riforma. La legge non può essere blindata né dalle enfasi di chi la propone né dai preconcetti di chi la respinge. Fra i suoi obiettivi afferma di avere quello di dare dignità contrattuale e finanziaria al mestiere di insegnare.
Si acceleri quindi il momento della verifica di questa promessa senza rifugiarsi in nicchie di conservazione"

Sottoscrivo queste osservazioni e vorrei aggiungerne un'altra: come possiamo difendere la scuola pubblica? Come è successo recentemente a Brescia dove dopo una manifestazione sono state infrante le vetrate dell' Istituto privato Canossiano? Certamente no. E' la qualità del nostro lavoro quotidiano, è l'attenzione che poniamo ai problemi degli alunni, delle famiglie, e il modo come organizziamo i nostri Istituti che difende la scuola pubblica. E poi difenderla da chi? Non è forse una legge dello Stato proposta e fatta approvare dal Ministro Berlinguer che ha definito "Paritarie" le scuole private, perché svolgono una funzione pubblica? E non è vero che, proprio sulla base di quella legge,  vengono elargiti contributi alle scuole private?

E allora sciopero sì o sciopero no ? La decisione è affidata alle singole coscienze dopo un attento esame della situazione, per libera scelta e personale convinzione non per rispondere al "bipolarismo delle coscienze".

Girio Marabini

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