Direzione didattica di Pavone Canavese

Scuola maestra di vita

 

30.01.00

Il silenzio dei giovani
(una breve riflessione)
di Girio Marabini

E' drammatico il silenzio che accompagna la vita di questi nostri giovani.
Vi siete accorti?
I giovani non parlano più , non manifestano neppure nelle forme esagerate spesso tipiche degli slanci ideali loro propri .
Non esprimono più le loro idee , le loro aspettative : non parlano con i genitori, non parlano con noi adulti ed insegnanti.
Da quanto tempo non scendono in piazza magari per chiedere una scuola migliore…?
Pensate alle riforme , sono fatte ma accompagnate dal loro silenzio .
Sembrano ormai stretti nella morsa di questa società a-centrica priva del centro dei valori.
L'odierna scena sociale e culturale è un vero e proprio "deserto dei cuori" nei confronti del quale i giovani rispondono sempre più con apatia e indifferenza finendo non di rado per perdersi per strada.
Conta oggi infatti l'apparire più che l'essere .
La nostra società sembra dominata dall’etica dell’amor proprio (Savater): un individualismo portato alle estreme conseguenze .
E’ morale solo ciò che è utile e mi interessa.
Io sono libero e padrone di me stesso e questa libertà arriva fino alla autodistruzione .
Non è forse un caso l'enorme diffusione della droga tra i giovani.
Allarmano poi i frequenti episodi di giovani che scelgono il suicidio incapaci ad affrontare la vita ed i suoi problemi. E che dire della micro-criminalità in continua crescita?
Già E.Fromm aveva avvertito che riconoscersi nella libertà comporta assumersi la responsabilità di decidere, di scegliere tra l’essere e l’avere .
"Il nuovo rapporto che permette all’uomo di sentirsi a suo agio tra gli uomini (…) è il rapporto armonioso della fratellanza, in cui la solidarietà e le relazioni umane non sono ostacolate dalla restituzione della libertà sia da un punto di vista emotivo sia da quello intellettuale" (E. Fromm, La Rivoluzione della speranza, pag.68)

Ma la società li spinge solo nella direzione dell'apparire senza più limiti né al pudore né all'etica, considerando l'umanità un oggetto ed un soggetto di consumo. Non ci si scandalizza più di niente , anzi guai a scandalizzarsi.
Spesso ci troviamo a domandarci se è più grave una raffica di mitra che uccide tante persone o una raffica di mitra che uccide due persone o una, senza tener conto invece che è grave la raffica di mitra… in se stessa
E i genitori ?
La complessità della società e gli accellerati processi di innovazione sono tali che i genitori non riescono a tenere il passo . I criteri educativi da sempre utilizzati non hanno alcun risultato con i loro figli. Il loro rapporto è caratterizzato da incomprensione e a volte da una mancata conoscenza reciproca.
Nasce così una situazione di insicurezza che porta o alla concessione di una autonomia che non corrisponde alla maturità della persona o a conflitti di autorità che risultano sconvolgenti per tutti i membri della famiglia.
Non sappiamo più dire di no e il vuoto d'autorità lascia indifesi i nostri figli, i nostri alunni…
E la scuola?
La scuola appare impotente, sembra sempre più chiusa nel quotidiano dei programmi, del medium del voto, della lezione standardizzata, della trasmissione di un sapere codificato.
E’ però necessario che la Scuola prenda coscienza del nuovo ruolo che le viene affidato: quello di uscire dai paradossi e di puntare ad una educazione che ricerchi la creatività , quello di fornire strumenti, la bussola per orientarsi in questa società senza centro, disorientata e disorientante.
Per inciso è da evidenziare tuttavia che nella Scuola assistiamo purtroppo all'emergere di una certa discrepanza tra quelle che sono le aspirazioni e quella che è la realtà : dopo l'euforia delle innovazioni potrebbe incombere la minaccia di un assopimento in particolare perché gli insegnanti sembrano essere lasciati ai margini di un processo che pure dovrebbe vederli protagonisti.
E questo non è un bene per i nostri giovani , per recuprare il dialogo interrotto
Essi non parlano più perché non sanno cosa dirci. O peggio , parlano attraverso i loro comportamenti spesso negativi…E forse questa è per noi una condanna più dura che se fosse espressa con tante parole.
I nostri figli , i nostri alunni sapranno sopravvivere a questo deserto dei cuori?
Io lo credo e dipende molto da noi ,genitori ed educatori.
Certamente ho dato l'impressione di non amare questo mondo di cui ho dato un'immagine desolante , eppure occorre prendere coscienza dei problemi per cercare di dare un contributo alla loro soluzione. Non possiamo chiudere gli occhi e dimenticare. Non ci è concesso di fare finta di niente.
E' un compito che noi educatori dobbiamo porci come prioritario e lo possiamo svolgere utilizzando al meglio le nostre discipline ed il lavoro per recuperare ai giovani la speranza, per recuperare ai giovani il sogno. Si , il sogno.
Il sogno è importante , l'ideale è importante.
Il mio maestro Italo Mancini diceva che è meglio il sogno del giorno, quello del progetto, il sognare a occhi aperti.
Ho ritrovato in un testo le sue parole e per concludere questa breve riflessioni voglio proporvi un passo di Italo Mancini riferito al sogno. Esso è di una semplicità e nello stesso tempo di una forza tale che lascia stupiti e con la voglia di fare.
"Cosa vuol dire: sognare ad occhi aperti? Pensate alle fiabe dell'infanzia : finiscono bene, tutto è rimesso in ordine, i cattivi sono puniti, i prepotenti sconfitti, le fate fanno miracoli di luce. Il linguaggio delle fiabe è capito da tutti i bambini del mondo. Le fiabe sognano un mondo buono, il farsi migliore del mondo.(…) Sogno del giorno è il progetto, è anche quel che ancora non è essere; e sognarlo è già un inizio di realizzazione. E' l'ideale. Ma quelli che non credono se non a quello che toccano, i realisti a oltranza, incalzano: ma che sogni, quello che conta è fare i conti con la realtà! Non hanno tutti i torti ; non hanno tutta la ragione. L'idea disincarnata è vuota; il fatto senza l'idea è cieco.(…) Tocca veramente nel segno colui che sa unire ideale e reale , il dover essere e l'essere, la poesia e la prosa e, se vogliamo dirlo con termini religiosi, la vita del corpo e quella dell'anima."( Italo Mancini "Tre Follie" Edizioni Camunia, Milano 1986, pagg.167,168)

Facciamo che il sogno dei giovani che ci vengono affidati sia il sogno lucido del giorno…

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