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SCUOLA OGGI: Documenti e interventi sulla  politica scolastica della XVII legislatura

28.10.2013

                                                                                                                                                                                                             

La proposta di Tiriticco:
l’Italia appassionata agli ordinamenti
di Stefano Stefanel


         L’amico e direttore Reginaldo Palermo mi chiede un commento sulla proposta di Maurizio Tiriticco (Linee propositive per un riordino complessivo del ‘Sistema educativo di istruzione e di formazione’), proposta che ho già sentito un paio di volte, senza però che fosse possibile dibatterla. O forse semplicemente Tiriticco non ha voluto dibatterla con me. Dunque raccolgo la richiesta di Reginaldo Palermo e scrivo una sintetica opinione, ben sapendo che tutto finirà qui.
         Potrei cavarmela dicendo: no, ma credo che la risposta sarebbe presa come una chiusura netta ad un’idea invece interessante e stimolante. Per cui il no finale nasce da una serie di no parziali.
Eccoli qua:

  1. la scuola italiana non può reggere un’altra riforma ordinamentale sia nel primo ciclo (riformato senza soluzione di continuità dagli anni novanta), sia nel secondo ciclo dove la riforma va a regime quest’anno;
  2. la scuola decennale obbligatoria non è il riordino dei cicli di dodici anni fa e non è una vera riforma; alla fine trasformerebbe il biennio della scuola secondaria di secondo grado in un allungamento della scuola secondaria di primo grado, lasciando i primi 5 anni alle maestre e i secondi cinque ai professori (troppo rumor per nulla);
  3. fare una riforma pensando all’occupazione dei docenti è sempre sbagliato: sia quando lo si fa per tagliare, sia quando lo si fa per conservare; i posti di lavoro conseguono dalle scelte, ma non possono condizionare le scelte; se la Gelmini ha sbagliato a riformare per tagliare, Tiriticco sbaglia a proporre di riformare per non tagliare;
  4. questa ossessione occupazionale può avere la sua soddisfazione senza toccare i bambini di 5 anni: quello dell’infanzia è il segmento migliore della scuola, deve essere potenziato, non modificato;
  5. il triennio secondario e finale è una cosa logica ma presuppone l’introduzione anche in Italia del VET SYSTEM (Vocational, Education & Training) e un sistema dei Licei flessibile: il triennio autonomo ha senso solo se è veramente opzionale e permette allo studente di costruirsi il curricolo, avere come supporto una didattica orientante, venir preparato all’Università e al mondo del lavoro, non all’esame di stato;
  6. il VET SYSTEM deve comprendere Istruzione tecnica, istruzione e formazione professionale, long life learning, istruzione tecnica post diploma: senza quest’accorpamento non c’è motivo ad avere un triennio secondario autonomo.

Io lascerei tutto com’è adesso e a normativa quasi invariata farei alcune cose:

Tolta la prima proposta (che necessita di una legge) le restanti si possono fare per via amministrativa. Un’altra riforma, no! La passione italiana per gli ordinamenti e la loro modifica ha già devastato a sufficienza la scuola.

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