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SCUOLA OGGI: Documenti e interventi sulla  politica scolastica della XVII legislatura

22.01.2014

                                                                                                                                                                                          

Sul reclutamento degli insegnanti
di Stefano Stefanel

 

Gianni Trezzi ha lanciato una proposta per il reclutamento degli insegnanti (Una modesta proposta ... in tema di istruzione pubblica).
La proposta è volutamente schematica e vuole aprire un dibattito. Non so se ce la farà, ma cerco di dargli una mano mettendo in evidenza alcuni punti cruciali affrontati nel breve articolo.

La proposta si fonda su tre presupposti/decisioni:

Su due di questi tre tabù mi sono già pronunciato più volte: sono anch’io favorevole all’abolizione delle graduatorie permanenti con immediato annullamento di tutti i benefici ad esse connessi. Sono anch’io favorevole all’abolizione della macchina dei trasferimenti (mobilità dl personale), spostando la macchina della mobilità sulle scuole e le loro disponibilità (ogni scuola gestisce 5-10 posizioni l’anno, non un Ministero che ne gestisce contemporaneamente varie migliaia).

Il terzo tabù mi sembra in questa fase proprio extra legem. I concorsi per l’immissione in ruolo gestiti dagli Istituti autonomi con candidati al massimo tre volte superiori ai posti a concorso mi parrebbe una soluzione migliore rispetto a questa gestione privatistica dei curricoli dei candidati.

Il punto è che su tutti e tre i tabù è annidata l’alleanza tra burocrazia ministeriale e sindacati. Auguro a Trezzi di trovare altri interlocutori oltre a me, ma dubito che ciò accada, perché su queste questioni nessuno è disponibile a sbandierare in pubblico principi che tutelano l’anzianità.
E per dimostrare che Trezzi sbaglia questo bisognerebbe fare.
Troppi dicono di voler tutelare il merito e i giovani, ma poi si battono come leoni per tutelare l’anzianità e le appartenenze. Per cui davanti a simili provocazioni scelgono il silenzio.

Diversa eco avrebbe la proposta di Trezzi se a farla fosse un politico.
Io credo genererebbe il tiro al piccione, perché le graduatorie devono morire da vent’anni e poi nascono gli inserimenti a pettine, senza la mobilità nazionale troppi non avrebbero nulla da fare per guadagnarsi lo stipendio (gli uffici periferici del Miur hanno come quasi unico compito gestire graduatorie e trasferimenti). In questo momento però non credo che la categoria dei dirigenti scolastici (la mia) goda di grandissima popolarità e farla diventare vero datore di lavoro mi pare sia un po’ un azzardo.

Credo tutto debba passare da un organico funzionale (come è possibile assumere “spezzonisti”?) così come diceva la legge 35/2012. E in questa direzione va la proposta, ottima, di Giancarlo Cerini (Non solo “spending review, www.edscuola.it, 1 gennaio 2014) che affianca ai docenti di classe anche necessarie figure di sistema dentro una possibile sostenibilità finanziaria. Ma le due proposte – diverse per contenuto e ambito – presuppongono anche controllo su quanto avviene nelle autonomie e dunque presuppongono un rafforzamento del ruolo e del numero degli ispettori e una vera valutazione dei dirigenti scolastici, anche perché non si può mettere nella mani di dirigenti non valutati meccanismi così complessi e innovativi.


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