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SCUOLA OGGI: Documenti e interventi sulla  politica scolastica della XVII legislatura

06.11.2013

                                                                                                                                                                                                             

A proposito delle “Linee propositive” di Tiriticco
per un riordino del nostro Sistema scolastico 
di Antonio Valentino

 

La proposta di Maurizio Tiriticco di una diversa architettura dei percorsi di istruzione e formazione del nostro sistema (scuola dell’infanzia di due anni; ciclo decennale, a partire dai 5 anni, scandito in due quinquenni; ciclo quadriennale per la secondaria superiore) ha un suo indubbio interesse nel dibattito che si è aperto sulla conclusione a 18 anni dei percorsi scolastici.
Allo stato attuale però la proposta non convince del tutto  se comporta, come mi sembra da una prima lettura, una revisione dell'architettura del nostro sistema. Con quello che ne consegue in termini di rimescolamento del personale, riadattamenti consistenti dei curricoli - che, tra l'altro sono stati ridefiniti recentemente - e ripensamenti sulla destinazione degli edifici scolastici.
Condivido comunque del tutto l'idea di concludere il secondo ciclo a 18 ann.  Sono convinto infatti che il mantenimento del quinto anno delle superiori ponga problemi a più livelli. E non presenta, a ben vedere, grandi vantaggi neanche sul fronte occupazionale, se la questione la si affronta con l’obiettivo del miglioramento del sistema.
Non può più, in ogni caso, essere sottovalutato il fatto che, tra l’altro, il quinto anno sia vissuto con sofferenza e molta insofferenza dai nostri studenti.
Questo è almeno quello che ricavo in modo particolare dalla mia   esperienza di capo di istituto in scuole superiori.
Condivido anche l'idea di operare il ‘taglio' nel secondo ciclo - da 5 a 4 anni -, a condizione però di caratterizzare il primo anno in termini orientativo - propedeutici.

 Ritengo inoltre

a.    che l'ultimo anno della scuola dell'infanzia debba essere obbligatorio, con un curricolo strettamente collegato alla primaria, ma restando comunque prescolare;

b.    che gli istituti comprensivi debbano essere realizzati sull’intero territorio nazionale, senza deroghe.  Ma con le attenzioni che si rendano necessarie per garantire la necessaria discontinuità del triennio della secondaria dalla primaria.

Cambiare il meno possibile sotto il profilo dell'ingegneria istituzionale dovrebbe – a mio avviso - consentire di concentrare tutti gli sforzi sul terreno della didattica e della sua riorganizzazione (che comunque anche la proposta Tiriticco prevede). Con particolare riferimento all'integrazione dei curricoli, ad una didattica per competenze e ad una valutazione realmente formativa e orientativa. Ma anche ad un modello organizzativo che favorisca collaborazione e coordinamento e permetta di sviluppare una leadership educativa di scuola efficacemente diffusa e responsabilizzante.
Sul respiro da dare all'operazione complessiva, invece,  la massima consonanza.

Ripropongo di seguito, con qualche sottolineatura, i punti condivisibili del suo ragionamento e della sua proposta:

·         la conclusione a 18 anni del secondo ciclo di studi non può costituire un alibi per tagliare gli organici, che devono invece essere utilizzarli meglio con una diversa organizzazione del tempo scuola (e, in questo, coglie nel segno la preoccupazione del segretario regionale FLC della Lombardia, Corrado Barachetti, nel suo comunicato sulla sperimentazione di percorsi quadriennali nelle Superiori, autorizzatadal Ministero per alcuni istituti parificati lombardi);

·         va garantita comunque continuità tra i cicli scolastici dell’attuale ordinamento, attraverso “il progressivo superamento dell’attuale organizzazione per classi di età, cattedre e orari eguali per tutti gli alunni”. E la conseguente “attivazione di opportuni gruppi di lavoro, percorsi in diversi laboratori”, che facilitino allo studente il raggiungimento delle competenze previste in tempi e con modalità più personalizzati.
Si tratta, sostanzialmente, della riproposizione  del modello inglese, sperimentato anche da noi (ITS Bollate) e di un superamento della nozione di bocciatura / promozione come è prevista dal nostro ordinamento;

·         nel primo anno (15/16 anni) del secondo ciclo vanno previste “opportune passerelle che consentano attività di orientamento e riorientamento, qualora il percorso decennale obbligatorio non abbia soddisfatto tali esigenze”.

Totale condivisione anche sulla necessità di “considerare ex novo l’insieme dei complessi rapporti tra l’istruzione secondaria statale e l’istruzione e formazione professionale di competenza delle Regioni”. Ma anche i rapporti tra titoli di studio, qualifiche triennali e diplomi quadriennali, adattando al nostro ordinamento la Raccomandazione UE sul Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF).

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