CENNI STORICI E DESCRIZIONE

Nella seconda metà del XVII secolo (1679-1684) Emanuele Filiberto 
(detto il Muto) del ramo cadetto Savoia-Carignano incarica Guarino Guarini di occuparsi della costruzione di un palazzo per la propria famiglia.

Il Guarini progetta uno splendido edificio, con una pianta ad U, che rappresenta una delle più importanti opere del Barocco piemontese.

Nella monumentale facciata si alternano tratti concavi con parti convesse, simili a quelli dei progetti di Gian Lorenzo Bernini per il palazzo del Louvre.

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Una torre elittica è leggermente arretrata in facciata e due ali laterali si snodano per formare un cortile quadrato cinto dal complesso.

I mattoni usati per l'imponente edificio sono perfettamente  arrotati e stuccati con malta di polvere di cotto.

Le decorazioni della facciata sono anch'esse in cotto e rappresentano avventure ed imprese dei Carignano.

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All'interno del Palazzo, alcuni affreschi sono di Stefano Legnani detto il Legnanino.

Nel corso dei lavori di ampliamento eseguiti da Giuseppe Bollati su progetto di Gaetano Ferri, tra il 1864 ed il 1871, fu costruita la facciata posteriore, sull'attuale Piazza Carlo Alberto, in pietra bianca e stucco rosa, con fastose colonne, porticato al pianoterra e balaustra sul tetto rialzato al centro.

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Con l'ascesa al trono di Carlo Alberto ed il suo conseguente trasferimento a Palazzo Reale, Palazzo Carignano viene ceduto al Demanio per ospitarvi il Consiglio di Stato e poi la Direzione delle Poste.

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