Direzione didattica di Pavone Canavese

Progetto Storia del '900. Libri e articoli


Christiane Kohl, L'ebreo e la ragazza
Baldini&Castoldi, pagg.406, lire 32.000

recesnione di VANNA VANNUCCINI (da La Repubblica, 12 gennaio 2000)

Una ragazza di 22 anni si trasferisce a Norimberga. Un amico del padre, la sola persona che conosce in quella città, si prende cura di lei. E' un signore di 60 anni, possiede immobili e negozi di scarpe. In uno di questi immobili la ragazza prende in affitto un appartamentino e vi apre uno studio fotografico. Ogni tanto lui passa a trovarla, si ferma a prendere il caffè e a fumare una sigaretta, le porta piccoli doni: sigarette, cioccolatini, qualche paio di scarpe. La ragazza è carina, un po' frivola. Le piace divertirsi, si aspetta più dalla vita che passarla come le vicine di casa che cominciano la giornata dando aria alle lenzuola, e poi lavorano all'uncinetto o lustrano la boiserie nell'androne. Lei si fa scorrazzare per Norimberga dall'autista di Katzenberger - così si chiama l'amico del padre - a bordo della sua lussuosa automobile; e quando Katzenberger la invita ad accompagnarlo in qualche breve viaggio d'affari in macchina gli salta al collo dalla gioia.

Ce n'è abbastanza perché i vicini mormorino. Una storia come tante altre. Ma siamo in Germania nel 1933 e la fine sarà tragica.

Leo Katzenberger fu ghigliottinato il 3 giugno del '42 per "contaminazione della razza" - un delitto, disse il presidente del tribunale Oswald Rothaug "che è peggio dell'omicidio perché avvelena il sangue per generazioni". Irene Scheffler coniugata Seiler (nel ' 39 si era sposata con un rivenditore di automobili) fu condannata a due anni di lavori forzati per falso giuramento.

Inutilmente entrambi cercarono al processo di ristabilire la verità, inutilmente negarono che vi fossero mai stati tra loro rapporti sessuali. "Non posso confermare quello che non è accaduto" si ostinò Irene fino all'ultimo. C'era stata un'amicizia, aveva detto ai giudici, quasi un rapporto filiale, lei si sedeva qualche volta sulle sue ginocchia e gli dava un bacino come faceva con suo padre. Rothaug ne aveva dedotto che "quando questo succede, il rapporto sessuale c'è per forza". "Mi basta che il porco ammetta di aver tenuto la ragazza sulle ginocchia per incastrarlo" aveva confidato a un collega all'inizio del processo. [ … ]

Dopo la guerra, Rothaug fu processato dagli alleati per questo eccesso di zelo, e condannato nel '47 all'ergastolo. Ma pochi anni dopo fu graziato. La guerra fredda, e la necessità di integrare a pieno titolo la Germania nella Nato spinsero il mondo a mettere una pietra sopra i crimini nazisti. I giudici nazisti transitarono indenni nella Germania democratica.

[ … ] Il libro (L'ebreo e la ragazza, Baldini&Castoldi, pagg.406, lire 32.000) si legge come un romanzo. L'autrice ridà ai denunzianti e alle vittime il loro volto, la loro personalità. Tutto è meticolosamente citato dai verbali. Ne viene fuori un'umanità vigliacca e invidiosa che sembra dar ragione a Daniel Goldhagen quando sostiene che non furono solo le bande delle SS ma i tedeschi normali, i Kleinbuerger, a farsi "volenterosi carnefici" dell'industria della morte ordinata da Hitler, disegnata da Himmler e eseguita da Eichmann. Spinti, secondo lo storico di Harvard, da un "antiseimitismo eliminatorio" infiammato dalla propaganda e dai discorsi del Führer. Fu così che la Ordungspolizei, che si muoveva dietro la Wehrmacht, massacrò a proprio piacere gli ebrei o le guardie delle "marce della morte" continuarono a uccidere i prigionieri anche quando la guerra era persa e lo stesso Himmler, per addolcire gli alleati, ordinava, nell'aprile del ' 45, di fermare i massacri.

Nel caso Katzenberger "i volenterosi carnefici" furono artigiani, magazzinieri, casalinghe, tabaccaie: gente che viveva nell'edificio sulla Splittertorgraben di proprietà di Leo Katzenberger e dei suoi fratelli. Furono loro ad aprire la caccia contro il commerciante ebreo. Dai mormorii di pianerottolo alle chiacchiere della tabaccaia a un bacio osservato di là dal cortile da una donna anziana morta nel '33: tutto verrà riferito alla Gestapo nove anni dopo. Il passo decisivo lo fece l'ortopedico Kleylein, che andò ad informare il partito.

Dopo la denuncia il "guardiano dell'isolato" fu incaricato di fare il giro degli inquilini per raccogliere informazioni. Tutti offrirono le loro "prove": "la relazione tra i due lo aveva infastidito fin dall'inizio" dice il magazziniere Heilmann.

Heilmann era diventato un acerrimo nemico di Katzenberger perché questi l'aveva licenziato dopo che più volte gli erano arrivate all'orecchio le chiacchiere malevole del magazziniere. Heilmann racconta che una volta Irene gli aveva chiesto di ripassare più tardi per la pigione; lui si era nascosto nel corridoio e aveva visto arrivare Katzenberger a farle visita. Così aveva capito come Irene "si procurasse i soldi con facilità". La tabaccaia aveva notato che "quando la Seiler cambiava marca di sigarette, anche Katzenberger la cambiava". Non si uniscono al coro solo la fioraia e l'autista; e anche un'inquilina, che pure in precedenza aveva molto chiacchierato, alla Gestapo disse di non sapere nulla.

L'inquilina dovette poi ammettere qualche cosa dopo che un'altra pigionante andò a riferire alla Gestapo che lei "si era cucita il becco" perché Katzenberger le aveva venduto per due lire il mobilio di un'intera stanza. La sorveglianza non cessò nemmeno quando Irene si fidanzò con il rivenditore d'automobili, e questi insieme al fratello si trasferitono nell'appartamento della ragazza, e le visite di Katzenberger si fecero sempre più rare.

Norimberga era la città delle parate e dei megacongressi del partito nazista e la propaganda lasciava il segno. In una sfilata di carnevale nel '36 la gente applaudì un carro su cui era scritto: "Andate a Dachau" e che raffigurava la polizia mentre picchiava a sangue un ebreo. Dalla notte dei cristalli nel '38, quando cominciò la brutale espropriazione dei beni degli ebrei, alle deportazioni cominciate nel '41 alla pietra sopra i crimini nazisti messa nel dopoguerra, il caso Katzenberger è uno specchio della vita di Norimberga durante il nazismo: gli arricchimenti di orafi, notai, agenti immobiliari, banche; l'odio, le invidie, i piccoli vantaggi di chi si conformava al nazismo.

All'inizio del '39 erano rimasti a Norimberga 3800 membri della comunità ebraica, rispetto ai diecimila nel 1930. Leo Katzenberger, che fino ad allora si era sempre rifiutato di emigrare, decise anche lui di partire. Il genero dalla Palestina versò 100 sterline come garanzia e Katzenberger si procurò i biglietti. Ma poi i certificati distribuiti dall'ufficio Palestina a Berlino finirono in altre mani. Katzenberger restò a Norimberga e fu nominato dai pochi rimasti presidente della Comunità ebraica. Irene non la vedeva quasi più. Qualche giorno dopo la condanna, la moglie e il fratello di Katzenberger furono deportati in Polonia e la data della loro morte resta sconosciuta.

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