Direzione didattica di Pavone Canavese

Progetto Storia del '900. Libri e articoli

(29.01.2002)

Le leggi razziali sono una invenzione comunista ?
di Grazia Perrone

 

(…)"Al giornale ho ricevuto segnalazioni di Comuni in cui si invita a celebrare oggi l’inizio del Carnevale e a dimenticare che è il giorno della memoria. Penso al sindaco Giuliano Giuliani di San Severo, Foggia, che ha cancellato la ricorrenza sostenendo che "le leggi razziali sono un’invenzione comunista". (…)". (cfr. Furio Colombo - Corriere della Sera - 27 gennaio 2002 pag. 11).

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La polemica è forte e – qualora acclarata – suscita indignazione e sgomento.

Il fatto. Furio Colombo direttore del quotidiano "L’Unità" e uno dei promotori della legge istitutiva della Giornata della Memoria in una intervista concessa a Enrico Caiano del Corriere della Sera lancia accuse pesanti nei confronti di alcuni amministratori locali del centro-destra. Il sindaco Giuliano Giuliani – l’unico tirato in ballo con nome e cognome – ha prontamente replicato con indignazione con una nota inviata al quotidiano comunista. Nega di aver mai formulato le considerazioni che gli sono state attribuite dal corrispondente locale de "L’Unità" (Gianni Lannes) e minaccia "una querela per diffamazione aggravata i cui proventi andranno in beneficenza".(cfr. Rosanna Lampugnani Corriere del Mezzogiorno – Puglia – 29 gennaio 2002).

Nel riportare la nuda cronaca così come si evince dalla lettura di alcuni quotidiani nazionali e locali mi limito a rilevare una verità – spero – indiscussa.

Le leggi razziali emanate il primo settembre 1938 dal regime fascista ci sono state e non furono applicate "all’acqua di rose" …. come sussurra qualcuno. Precedute da un Manifesto della razza diffuso e sottoscritto nel luglio dello stesso anno da un gruppo di "docenti" le leggi razziali rappresentano una delle pagine più nere (in tutti i sensi) della nostra Storia contemporanea.

Quelle leggi hanno significato la persecuzione e la messa al bando dalla vita pubblica e sociale di 51.000 cittadini italiani (l’uno per cento della popolazione residente in Italia nel 1938) di religione ebraica o classificati di "razza ebraica"; l’espulsione dalle scuole pubbliche di 6.000 fanciulli e fanciulle; il licenziamento di 4.000 persone; il lavoro coatto a condizioni economiche vergognose (la paga stabilita per i lavoratori ebrei era del 25% rispetto a quella degli … "ariani"); l’internamento nei campi italiani per chi osava ribellarsi a questa ingiustizia; la deportazione nei lager nazisti di 40.000 cittadini italiani (di questi 6.746 erano di religione ebraica gli altri furono: oppositori politici, zingari, omosessuali); il "passaggio attraverso il camino" ovvero … la morte per la stragrande maggioranza dei deportati.

E’ passato troppo tempo per riparare il torto subito da migliaia di nostri concittadini privati di tutto. Anche del nome. Come ci ha rammentato Primo Levi.

Ma faremmo un torto ancor più grande se lasciassimo che questa ignominia fosse avvolta dall’oblio.

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