Direzione didattica di Pavone Canavese

 

01.01.2000

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Va' dove ti porta l'U.R.L.
Feeling immediato (od obbligato) tra gli insegnanti e la rete?
di Nicky Secchi
 

In questo millantato tramonto di millennio (pare appurato che dovremo attendere un altro annetto, prima di salutare l’aurora del nuovo…) la sindrome di nostradamus imperversa ormai su web, TV, quotidiani e riviste: miriadi di servizi e di articoli ci illustrano, a volte con dovizia di particolari, cosa ci aspetta nel prossimo futuro, in campo economico,tecnologico, sociale…
Personalmente, guardo con un po' di scetticismo alle dichiarazioni più eclatanti e perentorie ("Il PC sta per morire, sostituito da TV e cellulari connessi alla rete"  "Tra poco i negozi scompariranno e ci sarà spazio solo per il commercio elettronico"...); tuttavia, osservando il panorama attuale e il percorso compiuto negli ultimi 10 anni, qualche previsione si può azzardare.
E' certo, ad esempio, che la rotta di navigazione della nostra civiltà sarà in forte misura influenzata dalle due  attuali linee di tendenza dello sviluppo tecnologico (
F. Capasso ne traccia una descrizione chiara ed esauriente in un’intervista pubblicata da Telemà n. 17/18): la vertiginosa e continua  crescita della potenza di elaborazione dei microprocessori e l’aumento esponenziale della velocità di trasmissione delle comunicazioni. 

E non vi sono dubbi che gli  effetti più travolgenti di tutto ciò riguarderanno soprattutto l’accesso e la circolazione dell’informazione e quindi, in ultima analisi, la sfera della conoscenza.

Quest'ultima è  senz'altro materia di studio per antropologi, sociologi, psicologi, psicopedagogisti.
 Ma più di tutto dovrebbe essere  pane quotidiano per gli insegnanti, visto che lo scopo primario della scuola è proprio  aiutare (guidare?) l’individuo nella costruzione ( e nella continua riorganizzazione) della conoscenza.
Quindi questa rivoluzione annunciata e, per molti versi, già in atto, noi docenti non possiamo proprio permetterci di ignorarla.....è la nostra rivoluzione. 

Immaginiamo che un incantesimo riportasse alla luce la mitica biblioteca di Alessandria, a pochi Km dal nostro paese: lo scibile del mondo antico, raccolto e catalogato, a nostra disposizione...Chi di noi non ci farebbe un giro (anzi, si spera, più d’uno) e, magari,  non ci accompagnerebbe i propri alunni?
Ebbene, il nostro “villaggio globale” ha aperto una biblioteca (sarebbe meglio dire una  mediateca) di dimensione planetaria e tutto ci induce a credere che, tra una manciata di anni, chi non sarà in grado di muoversi tra i suoi corridoi e i suoi scaffali avrà poche possibilità di sopravvivenza (culturale).

E che dovremmo fare noi educatori delle nuove generazioni, di fronte a tanta opulenza informativa?
Farci un giro, appunto.
Magari, all’inizio, timidamente, solo  per cercare l’orario dei treni  o le clipart carine da utilizzare per i biglietti d'auguri.
Poi, per dare una sbirciatina al Louvre (qual è il neo-navigatore che non è stato al Louvre?), per fare due passi in punta di piedi nel sito della Casabianca, per  trovare…. “qualcosa sulla rivoluzione industriale, visto che la devo affrontare in storia, la prossima settimana”….
E per scoprire che, incredibilmente, sulla rete, si incontrano tanti colleghi, che ci raccontano le loro esperienze scolastiche, che ci lanciano proposte di collaborazione, che addirittura ci offrono materiali  didattici da utilizzare con i nostri alunni.
E’ difficile a credersi.
La nostra categoria (a parte mirabili eccezioni) non ha mai brillato particolarmente per apertura e disponibilità a collaborare: la tendenza a farsi gli affari propri all’interno della propria classe è stata solo in parte scalfita dalla rivoluzione dei moduli; talvolta la monade si è allargata fino a diventare triade (sempre chiusa), talvolta sono sorti ingestibili conflitti interni.
Eppure, sul web, si stanno moltiplicando le mailing list, i newsgroup di insegnanti, gli scambi di materiali , i corsi “on line” in cui c’è  chi mette a disposizione le proprie conoscenze su un determinato argomento, chiedendo invece informazioni e materiali su un altro in cui  è meno ferrato….

Ma la navigazione continua...
Viene il momento  (magico!) in cui ci si stacca per la prima volta dalla mera condizione di “fruitori” e ci si appresta, pur con qualche patema d’animo, a “dire la propria” in un gruppo di discussione….
E si sperimenta così un inaspettato ma piacevole “senso di appartenenza”, che ci porta, dall'indomani, a navigare nella rete con un piglio un po’ più sicuro…..
Certo tutto ciò può avere un rovescio della medaglia: possono nascere e proliferare sul web anche conversazioni fini a se stesse,  alimentate solo da desideri di autoaffermazione, con  interventi ad effetto, privi di contenuto significativo. Ma, per quanto ne so, questo può succedere (e succede) anche nei collegi docenti, nei corsi di aggiornamento, nella vita di tutti i giorni.

Non intendo magnificare le comunità didattiche virtuali  di oggi o presentarle come un’edizione rinnovata della Republique des lettres,  che metteva in comunicazione filosofi e scienziati europei del 600...
Pensando alla mia esperienza degli ultimi mesi, rilevo semplicemente che  l’incontro (anche indiretto) con  tanti punti di vista, illustri o meno,  discussioni, esperienze,   ha allargato i miei orizzonti in un modo che non avrei assolutamente osato sperare…e mi ha spinto, tra le altre cose, a cercare e leggere ulteriori libri e riviste (chi dice che internet ci allontana dalla lettura?) per approfondire tematiche che avevo trovato, magari, appena accennate….
Non voglio enfatizzare i toni, ma per me la rete ha significato e significa soprattutto  apertura  e  moltiplicarsi delle opportunità di informazione, aggiornamento, crescita , confronto.

“Frequentarla” può  essere un piacere per chi ci crede, ma d’ora in poi sarà per ogni insegnante anche un dovere professionale; anche perché, dopo averne sperimentato in prima persona le opportunità, dovrà trovare il modo migliore, il modo giusto (!) per avvicinare ad essa gli alunni.
E qui viene il bello.

Ma questa è un’altra storia…….