Direzione didattica di Pavone Canavese |
(09.10.2004)
Sapere (davvero) di mappe e schemi
- di
Marco Guastavigna
Da tempo sostengo che è necessario integrare tra di loro i diversi organizzatori grafici della conoscenza in modo da utilizzarli a sostegno della costruzione di competenze logico-comunicative da parte degli allievi. In questa occasione, voglio andare oltre, e provare, con un taglio molto pragmatico, ad ipotizzare come inserire le diverse tipologie di rappresentazione - per le quali rinvio alle riflessioni e soprattutto alle esemplificazioni della comunità map.dschola.it - nel curricolo della scuola in cui insegno, ovvero il professionale di stato, a partire dalla classe prima.
La difficoltà principale sta nel fatto che i ragazzi hanno spesso sentito in precedenza parlare di "mappe", ma senza rigore. Molto di frequente sono stati loro presentati (soprattutto per un cattivo vezzo di alcuni libri di testo, ma anche di materiali multimediali e digitali) come "mappe concettuali" strumenti di rappresentazione che in realtà non lo sono, perché sono mappe mentali, diagrammi a blocchi e così via. E quindi il primo problema per l'insegnante che voglia invece essere rigoroso è mettere un po' d'ordine, far capire le differenze tra i diversi modelli e far comprendere in quali occasioni sia utile impiegare l'uno o l'altro metodo di rappresentazione. Proprio da qui, anzi, nasce l'obiettivo strategico di un percorso di questo genere: un allievo pienamente competente in merito agli organizzatori grafici della conoscenza deve essere in grado di utilizzare consapevolmente e intenzionalmente quello più adatto al contesto operativo, allo scopo cognitivo, alla situazione comunicativa che di volta in volta gli si prospettano.
Da queste considerazioni nasce quindi la mia proposta di inserimento degli organizzatori grafici della conoscenza nel curricolo dell'istituto professionale di stato, riportata in tabella.
Classe prima
Tipo di rappresentazione |
Scopo |
Modalità: collettiva con guida dell’insegnante |
Modalità: individuale, anche a casa, con eventuale valutazione specifica |
Schemi non formalizzati |
Organizzare graficamente i contenuti dei libri di testo per lo studio |
Primo periodo dell’a.s. |
Secondo periodo dell’a.s. |
Schemi formalizzati |
|||
Mappe mentali |
Brainstorming su conoscenze relative ad un argomento/tema |
||
Progettazioni di testi e ricerche |
Classe seconda
Tipo di rappresentazione |
Scopo |
Modalità: collettiva con guida dell’insegnante |
Modalità: individuale, anche a casa, con eventuale valutazione specifica |
Schemi, formalizzati e non |
Organizzare il flusso espositivo di una lezione |
Primo periodo dell’a.s. |
Secondo periodo dell’a.s. |
Mappe concettuali |
Distanziarsi dai materiali di apprendimento. Unità di misura il paragrafo et similia |
Classe terza
Tipo di rappresentazione |
Scopo |
Modalità: collettiva con guida dell’insegnante |
Modalità: individuale, anche a casa, con eventuale valutazione specifica |
Mappe concettuali |
Distanziarsi dai materiali di apprendimento. Unità di misura il capitolo et similia |
Primo periodo dell’a.s. |
Secondo periodo dell’a.s. |
Classe quarta
Tipo di rappresentazione |
Scopo |
Modalità: collettiva con guida dell’insegnante |
Modalità: individuale, anche a casa, con eventuale valutazione specifica |
Mappe concettuali |
Distanziarsi dai materiali di apprendimento. Unità di misura: un percorso formativo disciplinare nel suo insieme |
Primo periodo dell’a.s. |
Secondo periodo dell’a.s. |
Classe quinta
Tipo di rappresentazione |
Scopo |
Modalità: collettiva con guida dell’insegnante |
Modalità: individuale, anche a casa, con eventuale valutazione specifica |
Mappe concettuali |
Distanziarsi dai materiali di apprendimento. Unità di misura: il profilo professionale e culturale |
Primo periodo dell’a.s. Simulazioni di Tesina |
Secondo periodo dell’a.s. Esame di Stato. Tesina |
Alcune notazioni a chiarimento:
a. per le distinzioni teoriche tra i tipi di rappresentazione rimando, come del resto già detto, a map.dschola.it;
b. considero mappe mentali e "schemi" organizzatori grafici di primo livello, perché più immediati dal punto di vista dell'elaborazione rispetto alle mappe concettuali, che hanno bisogno invece di profonda riflessione da parte degli allievi, di ampia mediazione da parte dell'insegnante, e soprattutto, di uno specifico “distanziamento” dal materiale di studio e di apprendimento;
c. penso che che il vero motivo per cui un allievo di scuola secondaria di secondo grado possa trovar vantaggio dall’elaborare mappe concettuali come supporto allo studio ed, ancor prima, alla comprensione profonda dei materiali di apprendimento, risieda proprio nel loro essere un metodo di schematizzazione definibile di secondo livello.
d. il fatto che le forme di rappresentazione diverse dalle mappe concettuali siano probabilmente più semplici da costruire non significa che esse siano meno "dignitose: la mia proposta, anzi, mi sembra valorizzarle pienamente, perché si sforza di individuare le esigenze, gli scopi formativi e i materiali per cui esse sono più adatte ed utili;
e. la finalità di insieme della proposta, come già detto, è che agli allievi divengano via via sempre più chiare le differenze tra i diversi strumenti utilizzati e le ragioni per cui a volte si usano gli uni e a volte gli altri e che gli insegnanti abbiano un pieno controllo delle variabili cognitive di volta in volta in gioco.
Questo articolo è pubblicato sotto Licenza Creative Commons.