Direzione didattica di Pavone Canavese

Le Istituzioni scolastiche nel contesto delle autonomie


16.04.2010

Organici primaria. Tempo pieno intatto, difficoltà pesanti per le altre classi
Un documento dell'Andis Piemonte


I dirigenti scolastici della scuola primaria hanno restituito nei giorni scorsi, al rispettivo Ufficio Scolastico Provinciale, il prospetto relativo all'organico di diritto del prossimo a.s. 2010/11. Si trattava di un prospetto con alcune caselle a compilazione obbligata nel quale non risultava possibile, per le classi prime e seconde, segnalare il reale tempo scuola richiesto dalle famiglie sulla base delle stesse  opzioni presenti nella circolare ministeriale. Neppure era consentito, per l’anno scolastico in corso, riportare fedelmente l'effettivo funzionamento dei plessi scolastici.
Sulla base dei dati consegnati l’Ufficio scolastico provinciale non può pertanto disporre di un quadro aggiornato e attendibile relativo al tempo scuola realmente praticato dalle diverse istituzioni scolastiche e alle conseguenti soluzioni organizzative, elementi, questi, fondamentali ai fini di una equa e corretta ripartizione degli organici.
La situazione della scuola primaria, di Torino e provincia in particolare, è da molti anni caratterizzata da una crescente richiesta di nuove sezioni a tempo pieno, rimasta cronicamente insoddisfatta per le note misure tese al contenimento degli organici.
Molte scuole, non senza la consapevolezza e l’approvazione dello stesso Ufficio scolastico provinciale, hanno risposto nel corso degli anni alle esigenze delle famiglie costruendo modelli di tempo “lungo”, da 33 a 36, fino a 40 ore settimanali, utilizzando tutte le risorse disponibili (compresenze derivanti dal “modulo” e/o dalle stesse classi a tempo pieno, progetti, organico funzionale, ecc). Si è trattato in molti casi di mediazioni complesse, nelle quali le scuole, esercitando i pochi spazi di autonomia disponibili, hanno comunque trovato, in carenza di risorse, risposte accettabili e credibili a precise esigenze di carattere sociale e  pedagogico.
In questo anno scolastico, primo del triennio di tagli previsti, queste scuole  sono state pesantemente penalizzate essendosi sulle stesse concentrate tutte le operazioni di riduzione di organico. Nella maggior parte dei casi è stato possibile mantenere, con grandi difficoltà, i tempi scuola precedenti, riducendo ulteriormente, in qualche caso fino all’azzeramento, le compresenze e ricorrendo a tutte le residue risorse disponibili. In ogni caso la salvaguardia della “quantità” di tempo è andata molto spesso a scapito della qualità del progetto formativo: saltata l’organizzazione modulare del tre su due o del quattro su tre, si è fatto ricorso a tutte le soluzioni possibili, compresa quella dell’insegnante prevalente con l’aggiunta di una pluralità di docenti aggiunti l’uno all’altro con l’unico obiettivo di completare l’orario, con esiti a volte decisamente insoddisfacenti.
E’ di chiara evidenza che nuovi tagli in queste realtà non potranno questa volta non comportare una netta riduzione di orario anche nelle classi successive alla seconda, con grandi (e inattesi) disagi per le famiglie, nonché ulteriori, forti, problematicità sul piano didattico e organizzativo.
D’altro canto le scuole ormai consolidatesi a tempo pieno non solo non hanno subito apprezzabili contrazioni di orario, ma hanno in molti casi conservato tutte, o quasi, le ore di compresenza e, con esse, le attività di laboratorio, di recupero dallo svantaggio, di arricchimento curricolare  (né  si può, peraltro, non considerare che un tempo scuola di 40 ore senza tali attività sarebbe sostanzialmente svuotato dei suoi aspetti pedagogicamente e didatticamente più significativi).
Ci troviamo già oggi, in definitiva, di fronte a un’offerta formativa fortemente divaricata non solo in termini quantitativi ma anche, e diremmo principalmente, in termini di ricchezza e qualità (senza neppure avere ragionevoli certezze che esista una qualche corrispondenza fra situazioni scolastiche, diciamo così, “privilegiate” e contesti sociali particolarmente difficili, in quanto il tempo pieno riconosciuto è stato assegnato, in tempi ormai remoti, solo in relazione al casuale incrocio fra richiesta della scuola e mera disponibilità di organico in un determinato anno scolastico).
Ulteriori divaricazioni nei prossimi due anni non farebbero ovviamente che accentuare tali differenze e con esse tutte le  problematiche evidenziate.
L’ANDiS Piemonte ritiene pertanto non più rinviabile una approfondita riflessione sulle modalità di funzionamento della nostra scuola primaria che, partendo da una chiara ed esauriente conoscenza della situazione attuale, possa condurre ad una proposta in grado di garantirne, nei limiti del possibile, caratteristiche di servizio e qualità.

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