Direzione didattica di Pavone Canavese

(09.08.99)


Circolare Ministeriale n. 198 del 6.8.99
Progetto speciale musica - Legge n. 440 / 97.
Documento tecnico allegato

PER LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA COME FATTORE EDUCATIVO
NEL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO

 


RIFLESSIONE PRELIMINARE

Allo stato attuale dell'organizzazione complessiva del sistema scolastico italiano, le attività specificamente musicali sono presenti come fattore educativo nella scuola materna, nella scuola elementare e nella scuola media, con programmi sostanzialmente bene articolati e non così rigidi da impedire una sufficiente flessibilità di adeguamento alla continua evoluzione dei metodi e delle pratiche. Ciò che manca talora agli insegnanti, anche a quelli in possesso di studi musicali conservatoriali, è invece una formazione didattica aggiornata ed omogenea. Altro è saper suonare bene uno strumento o essere esperto compositore, altro e saper "far fare" musica ad un gruppo di bambini o ragazzi, coordinando le loro capacità esecutive e creative espresse attraverso lo strumento "voce" o attraverso strumenti musicali adatti allo scopo e all'età. Altro ancora è saper motivare questa attività in modo tale da condurre il gruppo alla scoperta, alla comprensione ed alla progressiva razionalizzazione di tutto ciò che l'esperienza musicale suscita in termini di emozioni e riflessioni, anche nella prospettiva dell'arricchimento del bagaglio comunicativo con riferimento alla pluralità dei linguaggi che ovviamente comprende anche quello musicale.
Per quanto si riferisce al complesso panorama degli indirizzi scolastici della secondaria superiore, si può dire che in esso la musica come disciplina quasi non esiste, poiché allo stato l'unica presenza istituzionale, quella degli Istituti Magistrali e delle Scuole Magistrali è scomparsa, a seguito del D.I.10.03.97 che ha eliminato il valore abilitante dei titoli rilasciati da queste ultime istituzioni e le ha di fatto eliminate dal sistema scolastico.
Questa assenza, che investe tutta la fascia della Secondaria, ivi compreso il biennio diventato oramai obbligatorio, comporta non solo una indebita sottrazione di formazione culturale alle esigenze e richieste degli adolescenti, ma anche una ingiustificata interruzione dell'attività comunque avviata in quest'ambito nel settore scolastico precedente. Va subito osservato che la continuità deve necessariamente prevedere attività musicali adeguate all'età e strettamente collegate ad un approfondito lavoro di ascolto, analisi e riscontro storico. A tal fine restano comunque disponibili le attività complementari e integrative di cui al D.567 del 10.10.96, con i relativi stanziamenti.
Principio generale da riaffermare definitivamente è che non si può considerare "educazione musicale" una disciplina scolastica che si risolva in termini di puro apprendimento passivo. L'ambito dell'educazione musicale dovrà sempre comprendere una parte fondamentale di attività creativa. Inoltre essa dovrà contribuire ad una formazione generale della persona. Componenti ineludibili di un'attività musicale globale sono l'attività gestuale, la pratica vocale, la pratica strumentale, la didattica dell'ascolto, la musica d'insieme, la drammatizzazione, i procedimenti di improvvisazione e composizione, con tutte le conseguenti implicazioni di acquisizione, conoscenza, competenza e razionalizzazione. La musica, ponendosi in tal modo come mezzo oltre e prima ancora che come scopo, dovrà vedere valorizzate nel suo ambito tutte quelle componenti formative individuali e sociali che costituiscono parte essenziale della sua natura.

L'attività musicale dovrà avere importanza primaria come motore di sviluppo della sicurezza individuale e delle capacità di integrarsi con gli altri e in senso più generale come mezzo per promuovere e sviluppare negli alunni la capacità di "star bene insieme" a scuola, fuori della scuola, dopo la scuola.


Si segnalano qui di seguito tre esigenze ineludibili:

1. L'esigenza di dotare la Scuola, in particolare quella dell'infanzia e quella elementare, di insegnanti realmente in grado di svolgere i compiti decisivi in tema di educazione musicale, che allo stato vengono loro attribuiti.

2. L'esigenza di provvedere a interventi che risultino coerenti con l'estensione dell'obbligo scolastico a sedici anni. Il che implica che occorre pensare a bisogni formativi inerenti all'ambito musicale che superino il livello primario e propedeutico al quale si limitano le "didattiche storiche" alle quali si può fare riferimento per l'educazione musicale di base. Occorre nell'ambito di quest'esigenza sviluppare da una parte una diversa attivazione dell'educazione musicale nella scuola media, e dall'altra proporre e sviluppare una "pedagogia musicale" per l'ultimo biennio dell'obbligo, dimensione sconosciuta al nostro sistema scolastico nella prospettiva trasversale di una presenza in tutti gli indirizzi di quel biennio.

3. L'esigenza conseguente di individuare, per tutti gli studenti coinvolti dall'estensione dell'obbligo, un nuovo settore di studi musicali, orientabile sia nel senso dell'analisi musicale, che nasca da una potenziata "didattica dell'ascolto attivo e partecipativo", sia nel senso dell'acquisizione di una pratica strumentale di propria elezione, a fini non necessariamente professionalizzanti, avviata nel segmento scolastico precedente ed opportunamente fatta proseguire nella fascia della secondaria superiore, sia come pratica corale. In tale prospettiva, dovrà essere opportunamente valorizzata l'esperienza della musica d'insieme, finalizzata anche ad un uso creativo del linguaggio musicale, senza esclusione di generi, stili e prassi.


UNA PROPOSTA OPERATIVA COME OBIETTIVO A BREVE TERMINE:
la costituzione del "Laboratorio musicale" in tutte le istituzioni scolastiche

Il laboratorio musicale è un luogo fisico, un'aula attrezzata e dotata di tutte le strumentazioni necessarie per produrre e riprodurre suono, che viene messo a disposizione dell'intera struttura scolastica, anche sfruttando il sistema dei "poli" scolastici, in senso orizzontale o verticale.


SUGGERIMENTI OPERATIVI

Nella situazione nella quale attualmente vive la realtà del sistema scolastico italiano, a livello ordinamentale, sperimentale e innovativo, il gruppo di studio ha ritenuto che una maggiore diffusione della musica come fattore educativo all'interno di detto sistema scolastico potesse essere più agevolmente realizzata sviluppando procedure operative che non investissero direttamente le strutture ordinamentali.

E' apparso, infatti, necessario tener presente che, sia a livello culturale, sia a livello normativo, sono in atto processi certamente complessi e di non rapidissimo sviluppo, ma rispetto ai quali sarebbe fuorviante l'occasionale innesco di ulteriore procedure innovative, ancorché rese meno vincolanti dal carattere sperimentale.

Si è ritenuto quindi di muoversi nell'ambito delle zone innovative identificate dall'autonomia organizzativa e didattica, di cui alla L. 59/97, art 21   (*) , ulteriormente definite e precisate attraverso la ricca ed articolata normazione ulteriore.

Si è giunti, procedendo in tale direzione di ricerca, alla proposta di un obiettivo a breve termine, che pur nella ricchezza della sua valenza formativa, si articola in termini tali da essere pienamente conseguibile senza invadere ambiti decisionali che solo ulteriori passi normativi potranno rendere agevolmente praticabili.

Tale obiettivo è stato identificato nella creazione presso tutte le istituzioni scolastiche di un LABORATORIO MUSICALE, in relazione con la funzione di sistema del coordinatore di laboratorio, che andrà opportunamente definita.

Per il conseguimento di tale obiettivo su larga scala in tutto il sistema scolastico occorrerà articolare un piano operativo che, a partire dall'anno scolastico 1999/2000, porterà all'istituzione di un numero di laboratori musicali (almeno 1500) che possano servire in rete tutte le istituzioni scolastiche.

Nel corso dell'anno scolastico 1998/99 è stata avviata una sperimentazione guidata, che ha portato alla creazione di laboratori musicali presso settanta istituzioni scolastiche, rappresentative di tutti gli ordini, gradi e indirizzi, la quale, rientrando nell'ambito della progettazione sperimentale resa possibile dalla normativa sull'autonomia, ha consentito una prima verifica della funzionalità del modello ipotizzato e proposto, in vista della sua progressiva estensione nel sistema scolastico.


MOTIVAZIONI DI FONDO

Il proposito di introdurre nel nostro sistema scolastico, con particolare riferimento a quei segmenti dello stesso nei quali la valenza formativa della musica è di fatto assente, perché manca qualsiasi riferimento esplicito alla problematica dell' insegnamento/apprendimento musicale1, una componente quale la musica, intesa prevalentemente nei suoi aspetti e nelle sue prospettive formative generali, esige la definizione e la creazione di una specifica condizione didattica, opportunamente e appositamente predisposta.

In una realtà scolastica, nella quale gli insegnamenti curricolari risultano già troppo numerosi, è opportuno pensare piuttosto ad una attività espressiva, partecipata e creativa, che si svolga in spazi operativi non convenzionali, per evitare qualsiasi rischio di ricaduta in forme di didattica fortunatamente superate. Tali spazi vanno specificamente attrezzati in modo da consentire modalità di insegnamento e soprattutto di apprendimento che non siano o almeno non siano soltanto e purtroppo prevalentemente quelle della comunicazione trasmissiva, che vede l'alunno in una situazione di improduttiva passività, o addirittura della trattazione teorica e libresca.

Lo spazio operativo per l'insegnamento/apprendimento della musica con finalità formative prevalenti se pure addirittura non esclusive rispetto a quelle cognitive fine a se stesse è quello al quale noi pensiamo quando parliamo di LABORATORIO MUSICALE, luogo fisico all'interno del quale è possibile reperire gli "attrezzi" della musica, che non a caso si produce con "strumenti", e nello stesso tempo è possibile instaurare un rapporto apprenditivo di tipo concreto, attivo, produttivo, diretto.

Solo in questo modo si riuscirà - probabilmente - a realizzare quella "laboratorialità" che rappresenta il requisito indispensabile di qualsiasi didattica attiva e che la scuola italiana dovrà saper giocare come carta vincente se e quando si vorrà avviare il processo di trasformazione del sistema scolastico italiano da scuola dei programmi a scuola degli obiettivi, da scuola degli esercizi a scuola dei problemi.

In pratica il laboratorio musicale dovrà realizzare una forma diretta di esperienza musicale, praticata sia nell'ascolto che nel fare musica, utilizzando materiali che consentano di far riferimento al vissuto esperienziale dello studente anche in relazione alla musica.

Va subito chiarito che questo riferimento al vissuto musicale dello studente non deve essere considerato mero e riduttivo espediente di strategia didattica, finalizzato, cioè, soltanto alla realizzazione di un processo motivazionale. Se la prospettiva è quella di lavorare in senso ed in direzione prevalentemente educativa, occorrerà sviluppare procedure che facciano crescere attitudini, tendenze, vocazioni, potenzialità, ma soprattutto occorrerà che si risponda a bisogni ed esigenze dell'utenza studentesca.

La proposta del LABORATORIO MUSICALE come obiettivo primario e prioritario consente anche di segnalare e soddisfare la necessità che si faccia, attraverso di esso, il primo ineludibile passo verso un approccio alla musica che privilegi la forme della pratica: la riproduzione, l'improvvisazione, la composizione, l'interazione tra suono e movimento.

La valenza educativa della musica, attraverso il laboratorio, si esplicita in un sistema di relazioni tra chi insegna e chi apprende, sistema basato sul fare, ascoltare, analizzare e conoscere musica.

L'obiettivo generale è creare insieme all'interno di un vasto campo di esperienze non circoscrivibile nei limiti di una disciplina ma riconducibile semmai a un processo in costante divenire fatto di vocalità, uso di strumenti, attività gestuali e motorie.

Obiettivi trasversali, sottesi ai diversi cicli scolastici, possono essere identificati come segue:

In questo spazio sarà anche possibile recuperare una pratica che nel nostro orizzonte didattico è marginale o addirittura assente, quella corale per lettura, con l'obiettivo di costruire nello studente quel vocabolario musicale di base necessario da una parte alla sua crescita culturale e dall'altra al suo personale processo di costruzione della personalità

Il che giustifica una definizione del laboratorio musicale inteso come luogo fisico dotato di precise caratteristiche architettoniche e acustiche e attrezzato con strumentazioni atte a produrre e riprodurre suono.
Caratteristica essenziale dello spazio deve essere quella della grande flessibilità e mobilità degli arredi e della strumentazione, per consentire l'utilizzazione dello spazio stesso per la proposta di molteplici linguaggi artistici.
Per quanto attiene all'acustica dello spazio destinato a laboratorio musicale, pur riconoscendosi che il livello ottimale, peraltro non indispensabile e non diffuso in qualche caso neanche a livelli conservatoriali, è quello dell'insonorizzazione dell'ambiente, si segnala la possibilità di una serie di interventi di assai più facile realizzazione.
Risultati accettabili da questo punto di vista si raggiungono:

Le dimensioni ipotizzabili per questo "luogo della musica" si aggirano intorno ai m.8 x 10. Va detto però che è opportuno far prevalere la qualità dell'acustica, nel senso che è più opportuno lavorare in ambienti piccoli ma dotati di buona acustica, che in un ambiente grande, come talune palestre nelle quali risulta difficile anche soltanto la comunicazione verbale.


ELEMENTI ESSENZIALI DELL'ARREDO

Si indica qui di seguito un arredo di base per il laboratorio musicale, rispetto al quale va subito chiarita la possibilità che esso sia realizzato in progress, nel senso che l'ordine nel quale i materiali sono indicati rappresenta anche la serie delle opportune priorità, in relazione alla progettazione specifica:

  1. Strumentario Orff
  2. Pianoforte
  3. Impianto di amplificazione per voci e strumenti (microfoni, aste, monitor)
  4. Eventuali altri strumenti (chitarre, percussioni, ecc.)
  5. Amplificazione per chitarre e bassi
  6. Impianto Hi-fi con lettore CD
  7. Televisione
  8. Videoregistratore
  9. Telecamera
  10. Tastiera
  11. PC multimediale con software finalizzato ad attività musicali
  12. Mediateca (CD, CD rom, videocassette, audiocassette, libri)
  13. Lavagna pentagrammata
  14. Lavagna luminosa
  15. Un essenziale parco luci



IL COORDINATORE DEL LABORATORIO MUSICALE

Per quanto attiene a questa funzione di sistema ci si limita in questa sede a sottolineare la necessità che la stessa sia puntualmente definita. A tale scopo verrà organizzato nell'ottobre 1999 un seminario residenziale di confronto e produzione riservato ad esperti sul problema, che dovrà portare ad una responsabile definizione delle caratteristiche concettuali ed operative della funzione stessa.

Per quanto riguarda l'impegno specifico in relazione ai contenuti delle attività laboratoriali, impegno che deve intendersi valido sia per i laboratori attivati nell'anno scolastico 1998/99, sia per quelli che saranno autorizzati e finanziati nel prossimo anno 1999/2000, si segnalano, in ordine di assoluta priorità, le seguenti fondamentali, anche se non esclusive, forme di attività:

In particolare si segnala la imprescindibilità di un'attività corale che curi l'educazione della voce cantata e parlata. Lo slogan Un coro in ogni scuola deve diventare una realtà. La pratica corale per lettura deve anche assumere valore compensativo rispetto ad una realtà in generale non del tutto positiva, che ancora fa dire, ed a ragione, che "a scuola si canta poco e quasi sempre per imitazione" (P.Malusà).



IL LABORATORIO MUSICALE
IL LABORATORIO: UN PROGETTO IN RETE

Il laboratorio musicale, attività che si colloca, fino all'anno 1999/2000, nell'ambito della progettazione complessa ai sensi della L.18.12.1997 n.440, si pone come "spazio della musica" sperimentale sia in termini organizzativi e strutturali che didattici e metodologici.

Esso si articola intorno ai seguenti principi generali:

  1. l'educazione musicale deve comprendere una parte fondamentale di attività creativa e non può essere considerata una disciplina scolastica che si risolve in termini di puro apprendimento passivo;

  2. l'educazione musicale è intesa come attività globale e implica l'attività gestuale, la pratica vocale, la pratica strumentale, la musica d'insieme, la drammatizzazione;

  3. l'educazione musicale è intesa come mezzo espressivo e quindi come linguaggio;

  4. l'educazione musicale è intesa in un'ottica di universalità e quindi di interculturalità.

     

IDENTIFICAZIONE DEL LABORATORIO MUSICALE

E' il luogo fisico, con spazi attrezzati in modo quantitativamente e qualitativamente completi per:

All'interno del laboratorio si elaborano percorsi di pratica musicale di continuità e trasversalità:

  1. la continuità si realizza prevedendo attività musicali adeguate all'età che, pur nel rispetto della specificità dei vari ordini di scuola, si collochino in una visione di sviluppo. I percorsi di continuità eventualmente già avviati sul territorio sui temi di lettura, storia, scienze, informatica, valutazione costituiscono un patrimonio didattico e organizzativo consolidato ai quali fare riferimento per questa nuova esperienza.

  2. la trasversalità si realizza in quanto l'educazione musicale, ponendosi come mezzo di formazione generale della persona, si colloca in una programmazione pluridisciplinare sia come presenza nei diversi indirizzi di orientamento scolastico, sia in una prospettiva di riforma dell'assetto degli attuali ordini di scuola.

     

STRATEGIE ORGANIZZATIVE

Vanno privilegiate le seguenti strategie organizzative, in relazione alle varie fasi dell'attività:

1. per la realizzazione dei percorsi di continuità, sulla base di eventuali pregresse esperienze di continuità, anche a livello interscolastico si individua una commissione operativa con competenze definite e con delega dai Collegi Docenti in merito a:

Di tali azioni si identificano i seguenti obiettivi a breve termine:

2. per la applicazione della trasversalità, vanno identificati:

3. per il raccordo con le realtà scolastiche del territorio e il territorio è necessario:

Il laboratorio musicale, poiché prevede una utilizzazione in rete, con collegamenti fra vari ordini e gradi di scuola, deve anche prevedere lo sviluppo di un curricolo verticale, pertanto tale curricolo deve avere le seguenti caratteristiche:

E' da ritenersi infatti che per l'educazione musicale debba seguirsi una logica di tipo ciclico, giungendo ad un curricolo sostanzialmente unitario dalla scuola dell'infanzia alla scuola superiore. Molti obiettivi sono comuni ai diversi gradi scolastici e lo schema più adatto a rappresentare un unico curricolo non è quello di una catena lineare, ma piuttosto quello di una spirale che ciclicamente ritorna sul medesimo obiettivo a livelli diversi.

Se si eccettua il principio che l'impianto curricolare dell'educazione musicale debba essere omogeneo, coerente ed unitario per ogni ordine di scuola, ne consegue che debbano essere perseguiti di livello in livello, ovviamente in modi e con profondità diverse, i medesimi obiettivi generali, precisando:

1. il ruolo formativo dell'educazione musicale, che va associato a quello delle altre arti e discipline le quali comunemente sviluppano attitudini, saperi, abilità estetiche ed espressive quali:

2. Le finalità di ordine generale da perseguire per suo mezzo

Si possono sostanzialmente riconoscere tre livelli di obiettivi:

Scuola di base

Biennio orientativo

Triennio superiore

In tutti i casi è fondamentale l'esercizio di attività pratiche, produttive ed esecutive.

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1Si fa riferimento al fatto che, a livello di scuola secondaria superiore, l'insegnamento/apprendimento della musica, che fino all'anno scolastico 1997/98 era presente soltanto nell'Istituto Magistrale, a partire dall'anno scolastico 1998/99 è presente soltanto, ed in via transitoria, in pratica ad esaurimento, nelle classi residue di detto Istituto, che è capitato sotto la scure abrogativa del D.I.10.03.1997. torna al testo

2 Val la pena di ricordare che perfino i cartoni ad alveare che costituiscono il tipico imballo delle uova e che sono di facilissima reperibilità, rappresentano una buona ipotesi di rivestimento delle pareti, sia al fine dell'isolamento rispetto ai suoi esterni, sia ai fini della riduzione del riverbero sonoro interno.
Talune indicazioni hanno valore specifico per particolari ordini scolastici. Lo strumentario Orff, ad esempio, è utilizzabile soprattutto, anche se non esclusivamente, nella scuola materna ed elementare
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