04.12.2008
Debolezze del Ministro e
forza del movimento
di Mario Piemontese
Il 2 dicembre, in
occasione della discussione del Piano programmatico in VII Commissione
Cultura del Senato, il ministro Gelmini ha messo in scena la solita farsa.
L’esordio del suo discorso è stato a dir poco raccapricciante: “la
razionalizzazione delle spese rappresenta una necessità, indispensabile e
propedeutica per la riforma, anche alla luce delle più recenti tragedie”.
In poche parole il ministro sostiene che la tragedia di Rivoli sia stata
causata dall’eccessiva quantità di personale scolastico: secondo la Gelmini
con 132.000 dipendenti in meno gli edifici scolastici saranno più sicuri!
Il ministro ha dichiarato inoltre che l’attuazione della “riforma” non può
essere rimandata perché “il Ministero deve necessariamente rivedere i propri
criteri di spesa onde evitare la subalternità all’Economia e tornare a
essere protagonista autonomo”.
I tagli verranno attuati indipendentemente dal fatto che siano previsti o
meno dei cambiamenti nella Scuola: la clausola di salvaguardia introdotta
dalla Finanziaria 2007 è ancora valida, anzi la legge n. 133/08 la richiama
esplicitamente come norma da rispettare nel caso gli obiettivi di risparmio
non siano raggiunti.
Il ministro Gelmini si erge quindi a paladino della Scuola e consiglia a
tutti di accettare subito i suoi tagli “oculati” per non essere costretti ad
accettare poi quelli “casuali” di Tremonti.
Il ministro ha poi invitato i dirigenti a sospendere le presentazioni delle
scuole a genitori e studenti, in vista delle iscrizioni per il prossimo
anno, per evitare che vengano “strumentalizzate” dai soliti facinorosi e
perché è necessario che vengano prima emanati i regolamenti. A tale riguardo
ha annunciato che le iscrizioni slitteranno di un mese, il termine sarà il
28 febbraio. Probabilmente nei prossimi giorni questa sua intenzione si
concretizzerà in una circolare ministeriale.
La Gelmini ha capito che genitori, insegnanti e studenti non sono dalla sua
e vuole quindi bloccare tutto fino a quando non potrà imporre per legge la
sua riforma. In questo modo però non si è accorta di aver mostrato tutte le
sue debolezze.
Nel 2004 accadde la stessa cosa, all’epoca era il decreto legislativo n.
59/04 in ritardo rispetto alla tabella di marcia. In quella occasione prima
dell’apertura delle iscrizioni e anche dopo, i Collegi dei docenti delle
scuole elementari e medie confermarono il POF dell’anno precedente, mentre i
genitori a gran voce chiesero il tempo pieno e il tempo prolungato,
rifiutando lo “spezzatino” previsto dalla riforma Moratti. La scelta fu
vincente e si diede avvio così alla resistenza scuola per scuola che riuscì
nei due anni successivi ad arginare il devastante progetto della Moratti.
Oggi il movimento contro la pseudo riforma Gelmini si è già organizzato ed è
ormai pronto a ripercorrere esattamente la stessa strada