24.12.2015
RAV delle
mie brame ...
di Giancarlo Cerini
Sul tema della "valutazione" nella scuola dell'infanzia (sia riferita alla documentazione dei percorsi di crescita dei bambini, sia per la analisi del funzionamento delle strutture-RAV) vorrei
inserirmi nel dibattito
avviato con il documento del Cidi[1]
per rilanciare alcune osservazioni.
Il Cidi esprime una forte preoccupazione per l’eventuale adozione nella
scuola dell’infanzia di strumenti valutativi diversi da quelli degli altri
ordini e gradi scolastici, perché potrebbe portare ad una ulteriore
marginalità di questo segmento scolastico nel sistema educativo italiano.
Vorrei provare a fugare alcune perplessità, per punti sintetici, rimandando
ad approfondimenti indicati nelle note:
1) in relazione
alla valutazione dei bambini, il punto di riferimento è rappresentato dalle
parole chiare contenute nelle INDICAZIONI del 2012
(alla cui stesura ho collaborato), là ove si afferma con nettezza che
la valutazione assume una funzione formativa, perché "riconosce, accompagna,
descrive e documentai processi di crescita, evita di classificare
e giudicare le prestazioni dei
bambini, perché è orientata a
esplorare e incoraggiare lo sviluppo di tutte le loro potenzialità"[2].
2) Questa
caratterizzazione sconsiglia di adottare procedure di valutazione
standardizzate (es. test, schede, prove, ecc.) e invita a collegare
strettamente l’apprezzamento dei progressi
nelle competenze (in senso
lato) dei bambini alle caratteristiche dei contesti educativi (ed in primis
dell'ambiente scuola
dell'infanzia) influiscono sulla crescita dei bambini[3].
3) La elaborazione di strumenti valutativi
dovrebbe limitarsi a "documenti di passaggio" verso la scuola primaria, in
cui dar conto in maniera aperta,
meglio se in termini narrativi" (o con indicatori
molti ampi) dello sviluppo delle competenze
tracciate nel profilo del bambino
di sei anni e nei campi di esperienza. E’ del tutto sconsigliabile l'adozione
di schede di certificazione, con giudizi graduati.
4) Per la partecipazione a pieno titolo
della scuola dell'infanzia (questo
è l'obiettivo) al sistema di valutazione (autovalutazione) delle
scuole occorre partire dall'attuale marginalità della scuola
dell'infanzia
nell’ambito dei 49 indicatori presenti nel RAV (Rapporto di
autovalutazione). Non sempre tali indicatori prendono in considerazione
le buone ragioni pedagogiche della scuola
dell'infanzia (anzi l'area degli esiti scolastici rischia di essere del
tutto estranea alla scuola
dell'infanzia o di strumentalizzarla in una logica
preparatoria)[4].
5) Una prima operazione dovrebbe essere
quella di introdurre un linguaggio nel RAV che sia compatibile con il
lessico della scuola dell'infanzia
e con l'inserimento di alcuni indicatori specifici nel RAV
generale (questa operazione è già oggi possibile con iniziativa autonoma
delle scuole). Resta comunque una certa "marginalità" della scuola dell'infanzia
statale all'interno degli attuali indicatori generali.
6) Una proposta potrebbe essere quella di
elaborare strumenti che possano dare "peso e visibilità" alla scuola
dell'infanzia attraverso l'apprezzamento
di specifici indicatori (sulla scia delle
migliori
esperienze
di autovalutazione delle scuole dell'infanzia italiane). Anzi, molta cultura
dell'autovalutazione è nata in quel contesto, sia in Italia che nelle
esperienze europee[5].
Si può ipotizzare una sorta di
pre-RAV per la scuola dell'infanzia, con dati utili poi a confluire
nel giudizio valutativo complessivo di un istituto comprensivo o di una
Direzione didattica.
7) Per le scuole dell'infanzia paritarie
comunali e private che non hanno
RAV, sembra indispensabile costruire uno strumento che possa apprezzare
pienamente la specificità del contesto scuola 3-6 anni (che in
genere con sono aggregati in grandi istituti onnicomprensivi) ed i
suoi valori
pedagogici, pur in un quadro fortemente unitario. La legislazione
in fieri (delega legislativa contenuta nella legge 107/2015) invita infatti
ad elaborare livelli essenziali di prestazione
che potrebbero appunto essere gli indicatori di
qualità di una buona scuola dell'infanzia: statale, comunale, privata.[6]
8) Tutto ciò deve
confermare la piena collocazione della scuola dell'infanzia del sistema di
istruzione, pur con le sue specificità, in
una prospettiva di forte dialogo con il prima (nido) e il dopo (primaria),
come è nelle tradizioni europee più avanzate ed un buon sistema di
valutazione, non necessariamente schiacciato su quello dei cicli scolastici
successivi, non può che rafforzare
l'identità pedagogica di questo segmento
scolastico[7].
9) L'eventuale
introduzione di nuove modalità valutative per la scuola dell'infanzia (sia
riferite ai bambini, sia riferite al contesto organizzativo)
deve avvenire con una forte partecipazione dal basso, valorizzando
le migliori esperienze in atto, e l'adozione di strumenti-indicatori-criteri
dovrebbe assumere un forte carattere sperimentale,
di adesione volontaria in un primo tempo, utile
a mettere alla prova sul campo le
nuove idee[8].
10) Vista la
delicatezza del tema è opportuno che sia costituito un comitato
scientifico di autorevole composizione, rappresentativo delle migliori
tradizioni pedagogiche italiane, con una
funzione di garanzia e
correttezza nelle scelte da compiere[9],
non solo in materia di valutazione.
Alcuni primi documenti di orientamento sono
stati elaborati a livello di Invalsi, da un apposito gruppo di lavoro (di
cui lo scrivente fa parte), che dovranno
ora essere confrontati con il mondo della scuola, per valutarne
impatto e utilità.
[1] Il documento del CIDI è rintracciabile sul sito dell’associazione: http://www.cidi.it/articoli/primo-piano/rav-scuola-infanzia
[2] Per un commento, a schede, del testo delle Indicazioni/2012 si rimanda al volume a più voci curato da Giancarlo Cerini, Passa…parole. Chiavi di lettura per le Indicazioni 2012, Homeless Book, Faenza (RA), disponibile anche come e-book: http://www.ibs.it/code/9788896771594/cerini-giancarlo/passa-parole-chiavi.html
[3] In tal senso si esprimono in maniera assai netta Anna Bondioli e Donatella Savio nel saggio “La valutazione degli esiti formativi nella scuola dell’infanzia. Un approccio critico” in “Rivista dell’istruzione”, n. 6, novembre-dicembre 2015, Maggioli, Rimini.
[4] Un’ampia analisi degli indicatori previsti nel Rapporto di Autovalutazione (Direttiva 11/2014) sviluppato in attuazione del Regolamento per l’avvio del Sistema Nazionale di Valutazione (Dpr 80/2013) è contenuta nel fascicolo monografico di “Notizie della Scuola”, n. 9-10, 1-31 gennaio 2015, di G.Cerini, M.Spinosi (a cura di), Autovalutazione, Tecnodid, Napoli, con saggi di Cerini, Spinosi, Da Re, Castoldi, Ajello, Stancarone, Stornaiuolo, Garuti, Monducci, Carlini, Montefusco, Cristanini.
[5] La Commissione Europea, con il coordinamento di Nora Milotaj, ha elaborato una mappatura degli indicatori di qualità dei servizi educativi, nell’ambito del gruppo “Cura e educazione dell’infanzia”. I principi che stanno alla base del docuemnto europeo e la relativa mappa degli indicatori sono descritti nei due articoli di A.Lazzari pubblicati sui numeri 6/2015 e 1/2016 di Rivista dell’istruzione, Maggioli, Rimini, bimestrale diretto da G.Cerini.
[6] Una ricognizione dei temi legati alle politiche dell’infanzia, con interventi di Cremaschi, Campioni, Zunino, Lega, Benedetti, Cerini è contenuta nel fascicolo monografico di “Rivista dell’istruzione”, n. 4, luglio-agosto, 2013, Maggioli, Rimini
[7] Una sintesi degli aspetti oggi in discussione nel dibattito sul futuro della scuola dell’infanzia in un intervento di G.Cerini al Cidi di Bari: http://www.cidibari.net/notizie/15-appunti-dall-incontro-con-giancarlo-cerini-del-5-aprile.html
[8] Un’approfondita rassegna delle questioni relative alla valutazione di sistema nella scuola dell’infanzia e nei servizi educativi 0-6 anni è contenuta in: A.Bondioli, D.Savio, La valutazione di contesto nei servizi per l’infanzia italiani, Junior-Spaggiari, Parma, 2015.
[9] E’ la stessa delega contenuta nella legge 107/2015 per la riforma dell’intero settore 0-6 anni a prevedere la costituzione di un comitato scientifico che accompagni lo sviluppo dell’intero settore..