Non si tratta di un fatto nuovo. Da circa un ventennio il modello per migliorare la scuola sembra esser quello della ricetta liberista: la scuola è anch’essa un’impresa e come tale deve garantire risultati in termini di prodotto. Mettendo in concorrenza le scuole pubbliche, riconoscendo la parità con le scuole private e comparando i “prodotti” si stimolerebbe ognuna di esse a migliorare per non restare indietro. Ho già ripercorso quella vicenda in un documento a cui rinvio[1]. Nel frattempo, il progetto che si fonda sul ruolo positivo della competizione (tra scuole e nella scuola) sta diventando sempre più realtà. Vediamo le ultime fasi.
Nel documento “La buona scuola” del Governo Renzi si prevede, com’è noto, una riforma della carriera degli insegnanti. Il cosiddetto riconoscimento del “merito” viene accompagnato da una sorta di gioco a somma zero: il “merito” sarà monetizzato per una parte degli insegnanti (66%) con la penalizzazione di altri (il 33%), i quali non riceveranno alcuna progressione stipendiale[2]. In questo modo, la competizione tra insegnanti è assicurata. Chi parla di promozione della “cooperazione” fa un gioco sottile di slittamento di significati che non può passare inosservato[3]. Se il successo (anche economico) di alcuni significa l’insuccesso di altri non si può affermare di voler promuovere la cooperazione tra insegnanti, nella scuola – sempre più ridotti ad individui isolati (meno discussione sui modi e le finalità dell’insegnare e più analisi formali della “qualità” dell’organizzazione utilizzando criteri già introdotti nelle aziende).
Intanto prosegue il progetto di valutazione delle scuole, già avviato dal precedente Governo.
[1] v. “Autonomia scolastica in
Italia: breve cronistoria di una
riforma”.
[2] Sui modi previsti per il
riconoscimento del merito rinvio al
documento del Governo e al mio documento
Buona scuola?
[3] Sull’uso deliberato degli
slittamenti linguistici per produrre
veri e propri mutamenti concettuali, v.
Gustavo Zagrebelsky, Sulla lingua del
tempo presente, Torino, Einaudi, 2010.
Nel
documento disponibile nel sito
www.enricobottero.com viene proposta una
analisi accurata delle ultime fasi.