(31.08.2016)
Concorso DS:
dicembre sarà la volta buona?
di
Antonio Valentino
Lo stato
dell’arte
In una recente dichiarazione (prima di
ferragosto), la Ministra
ha dichiarato che il prossimo concorso per Dirigenti scolastici
partirà per la fine di quest’anno solare. Promesse analoghe sono
state fatte in almeno in due altre occasioni i mesi scorsi.
Tanto che corsi di preparazione al concorso erano stati attivati
da alcune associazioni professionali addirittura verso la fine
dello scorso anno.
Questa volta la dichiarazione
sembra avere basi più solide. È stata infatti predisposta
nel mese di giugno
la proposta di Regolamento del concorso, trasmessa subito dopo
al Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI) per
acquisirne il parere. Parere che è stato dato alla fine di
luglio e che esprime sostanziale condivisione dell’impianto del
Regolamento ministeriale e avanza alcune proposte di modifica,
buona parte delle quali di assoluto buon senso.
Si aspettano adesso: la predisposizione del testo definitivo, la
relativa pubblicazione sulla GU e l’emanazione del bando. Il
quale, in attuazione del Regolamento,
specificherà, tra
l’altro, i requisiti di ammissione al concorso, le modalità di
presentazione delle domande, ma anche le modalità di svolgimento
della prova preselettiva (comunque a risposta multipla) e di
quelle selettive e
le modalità e gli adempimenti previsti per il corso di
formazione e per il tirocinio (ultime fasi del concorso).
Le materie delle prove
(art. 10)
1.
normativa
di riferimento per il settore dell'istruzione ed
educazione scolastica
2.
modalità di conduzione delle organizzazioni
complesse, con particolare riferimento alla
realtà delle istituzioni scolastiche ed
educative
statali
3.
organizzazione degli ambienti di apprendimento,
con particolare riferimento all'innovazione
digitale e ai processi di innovazione nella
didattica
4.
organizzazione del lavoro e gestione del
personale, con particolare riferimento alla
realtà del personale scolastico
5.
valutazione ed autovalutazione del personale,
degli apprendimenti e dei sistemi e dei processi
scolastici
6.
diritto civile e amministrativo, con particolare
riferimento alle obbligazioni giuridiche e alle
responsabilità tipiche del dirigente scolastico,
nonché penale con particolare riferimento ai
delitti contro la PA e in danno di minorenni
7.
contabilità di Stato, con particolare
riferimento alla programmazione e gestione
finanziaria presso le istituzioni scolastiche ed
educative statali e relative aziende speciali
8.
sistemi educativi dei Paesi dell'UE
Le novità più
significative, annunziate già i mesi scorsi, riguardano lo
svolgimento delle due prove selettive. La prova scritta ,
seguendo il modello sperimentato nel recente concorso per i
docenti,
consiste, come è ormai noto agli interessati,
in cinque domande a
risposta aperta sulle
tematiche di
cui all’art. 10 del Regolamento
(v. Tavola).
Di queste una
è formulata ed è svolta nella lingua straniera prescelta dal
candidato tra inglese, francese, tedesco e spagnolo, (verifica
della conoscenza: livello B2 del CEF
(Common European
Framework del Consiglio Europeo sui livelli di padronanza
delle lingue indicate).
Anche per la prova orale si prevede qualche cambiamento anche se
meno significativo. Ancora, comunque, il colloquio – che può
“eventualmente” prevedere anche la risoluzione di un caso - è la
modalità principe per accertare
la
preparazione professionale del candidato.
È prevista altresì
-
una verifica della conoscenza e dell'uso degli strumenti
informatici
-
una verifica della conoscenza della lingua prescelta dal
candidato tra quelle indicate per la prova scritta (sempre
livello B2 del CEF) “attraverso la lettura e la traduzione di un
testo scelto dalla Commissione ed una conversazione nella lingua
prescelta”.
Fin qui le news negli aspetti essenziali.
Può
essere ora utile considerare le “materie” delle prove - e del
concorso in genere – per meglio orientare la preparazione degli
interessati.
È da richiamare che, almeno in superficie, non si registrano
cambiamenti significativi rispetto alle tematiche del concorso
precedente. Va evidenziatao
certamente la rilevanza
che assume la
tematica “organizzazione”,
articolata in ben tre sottoaree:
modalità di
conduzione delle organizzazioni complesse,
l’organizzazione degli ambienti di apprendimento,
l’organizzazione del lavoro e gestione
del personale). A sottolineare
probabilmente - del profilo ds - l’importanza delle competenze
di carattere organizzativo.
In realtà, ai fini della preparazione, i cambiamenti con cui
fare i conti sono importanti e profondi. E riguardano
soprattutto la
materia: Normativa
che fa perno sulla
molteplicità e la radicalità delle innovazioni della L. 107.
Sulla normativa
A proposito della quale appare ovvio che in primo piano risultino
i processi di riforma in atto ( e quindi Regolamenti, Indirizzi, Indicazioni riguardanti le parti della Legge nelle quali il DS è figura chiave: la valorizzazione del merito, la così detta chiamata diretta, gli indirizzi per l’offerta formativa da pianificare sul triennio, il Piano Nazionale della scuola digitale, il Piano di formazione del personale, l’anno di prova per il personale immesso in ruolo ….)
le tematiche legate alla gestione delle istituzioni scolastiche, del RAV e del PDM, oltre che della rendicontazione e della predisposizione del PTOF (come richiamato anche da una proposta di integrazione del CSPI)
la
valutazione del DS (il Regolamento e le Linee
Guida in base alla legge 107, art. 1, comma 93).
Sempre a proposito di normativa,
costituisce passaggio
obbligato nelle prove concorsuali (oltre che ovviamente nella
terza fase della Formazione dirigenziale e del tirocinio) la
rilettura dell’art. 25
del D. Lvo 165 (…) alla luce dei passaggi della legge 107 sul
potenziamento del funzioni del DS.
Le proposte di
modifica del CNPI
Si è già accennato al parere sostanzialmente
positivo del CNPI allo schema di Regolamento. Qui si vuole solo
riprendere e rilanciare soprattutto due
proposte assolutamente
condivisibile che si spera saranno accolte nel testo finale (ma
qui sono importanti le pressione che associazioni professionali
e organizzazioni potranno esercitare al riguardo nelle prossime
settimane) :
·
portare dal 20% al 30% il numero di candidati ammessi al corso
di formazione (in altri termini: ammettere al corso un ulteriore
10% di candidati ). L’obiettivo è garantire una più estesa e
migliore copertura (cioè con personale più preparato) delle
scuole che risulteranno vacanti, nel triennio successivo, per
effetto dei pensionamenti. Si potrebbe così fronteggiare con
maggiori probabilità di successo il fenomeno delle reggenze;
·
“rendere pubblici i quadri di riferimento sulla base dei quali
saranno costruite e valutate tutte le prove d’esame”.
L’obiettivo è “garantire
uniformità di trattamento a livello nazionale e la necessaria
trasparenza nei confronti dei candidati”. Mariella Spinosi (e
noi con lei) si chiede, in
Notizie della Scuola,
n. 24, se una tale richiesta non sia un po’ assurda: come si fa
a richiedere una cosa che è l’abc della democrazia? La risposta
che si dà (sensata anche per chi scrive) è che richieste di
questo tipo forniscono in realtà “la misura che nel nostro Paese
diamo per scontato che i diritti fondamentali dei cittadini
(come l’equità di trattamento) non vengano abitualmente
garantiti”. E danno quindi senso e valore alla proposta di
integrazione del CNPI.
Due questioni
da non sottovalutare
1.
TraTra le proposte di cambiamenti del
CNPI c’è anche quella di ampliare da 3 a 4 volte il numero dei
candidati da ammettere alla prova scritta. La proposta nasce
dalla diffidenza verso tipologie di prove (domande
a scelta multipla - sperimentate tra l’altro nell’ultimo
concorso DS - che valorizzano prevalentemente
capacità mnemoniche). La difficoltà a trovare altri strumenti
validi allo stato attuale rende perciò apprezzabile tale
proposta. Grazie ad essa infatti, il numero di
concorrenti effettivi da ammettere
alla prove selettive, su 1000 posti disponibili,
passerebbe così da
3 a 4 mila.
È da chiedersi però se non si possano
contenere i rischi legati a questa modalità, migliorando da
subito la qualità dei test. Il problema, non certo semplice,
richiede competenze certamente di alto livello. Che riguardano
la costruzione di test
che permettano di rilevare, oltre alla conoscenza di nozioni
fondamentali per un
DS, la padronanza di “saperi” professionali che caratterizzano
il suo lavoro.
Problema che si è posto anche nelle
rilevazioni internazionali e nazionali degli apprendimenti degli
studenti. E le cui soluzioni sono certamente perfettibili,
ma non certo da buttar via.
Perché allora non cominciare a pensarci
da subito e lavorarci, mutatis mutandis,
anche per concorsi
come
questo?
Non credo infatti si possa continuare ad accettare che la selezione di personale idoneo a posti di responsabilità nella scuola cominci con uno sforzo massacrante volto a memorizzare cose destinate, per la stragrande maggioranza, ad essere dimenticate senza lasciare traccia e che di preselettivo vero hanno ben poco. Ovviamente attenzione prioritaria dovrà essere riposta nel garantire pertinenza e chiarezza nella costruzione dei quesiti e nel saggiarne la fattibilità su un campione significativo.
Per la prova
selettiva scritta. È
certamente un passo in avanti il modello sperimentato col
concorso ultimo dei docenti (più
quesiti a risposta aperta).
A condizione però che di quella esperienza non si ripetano gli
errori che, tra l’altro, hanno
pesato molto negativamente nelle successive fasi concorsuali. Il
primo è più grossolano errore è stato quello di pretendere, in
15-20 minuti, risposte a quesiti complessi che da soli avrebbero
richiesto l’intero tempo previsto per la prova.
Si pone quindi in primo
luogo un problema di corrispondenza sensata tra livello di
complessità dei quesiti e durata complessiva della prova.
Il Regolamento parla di 5 quesiti. Se il livello di complessità
fosse lo stesso del concorso per docenti – o quanto meno
assimilabile - un tempo congruo (che eviti prolissità nelle
risposte e favorisca così il lavoro di verifica delle prove)
potrebbero essere
180 minuti. Anche
qui si pone ovviamente la garanzia della pertinenza dei quesiti
alle materie concorsuali, con particolare attenzione agli
aspetti che più caratterizzano il lavoro dirigenziale nella
scuola (gestione unitaria; valorizzazione e sviluppo delle
risorse professionali; correttezza, trasparenza e sapienza
dirigenziale; coordinamento, promozione e indirizzo nelle
diverse articolazioni e
aree del fare scuola; cura dei processi attivati e orientamento
al risultato; cura degli ambienti e del clima interno; relazioni
col territorio). Che evitino cioè fughe nell’accademia e
nell’onniscienza.