(09.10.2014)
La "Buona
Scuola" secondo Confindustria
di Giuseppe Adernò
Sono cento le proposte di
Confindustria per la "Buona Scuola" da integrare alle 12 del Piano del Governo.
Sono state presentate in occasione della prima Giornata dell'Education che si è
svolta alla LUISS di Roma, con la partecipazione del presidente di
Confindustria, Giorgio Squinzi e del ministro per l'istruzione Stefania
Giannini.
Il progetto-programma del Ministero che appare disegnato nel dossier su “La
Buona Scuola” appare ancora incerto e si presenta con numerosi punti
interrogativi.
Appare chiara la direzione di marcia, ha detto il direttore generale del MIUR
Sicilia, Maria Luisa Altomonte intervenuto all’incontro-studio, promosso da “La
Tecnica della Scuola” presso il Liceo “Turrisi Colonna” di Catania: “è un
cammino in salita che tende ad andare controcorrente, essendo giunti nel buio di
una situazione ingovernabile”.
Ritorna attuale l’espressione del filosofo George Christoph Lichtenberg : “Io
non so se le cose andranno meglio, quando andranno diversamente; ma una cosa è
certa, dovranno andare diversamente”. Si è giunti ad un punto di non ritorno
e quindi se non si vuole far affondare la nave, occorre sistemare i motori e
ripartire.
Sono molte le cose che necessitano cambiamenti e assestamenti ed anche la
Confindustria suggerisce alcune idee che sono indirizzate all’efficienza e alla
qualità.
Valutazione, merito, autonomia e competenze, sono le quattro ruote che mettono
in movimento la macchina della scuola e nello specifico, sentiti anche i pareri
di alcuni docenti, si potrebbe riprendere in considerazione la questione del
merito ed in particolare il carico di lavoro dei singoli docenti.
Una certa differenziazione, in aggiunta allo stipendio base, potrebbe venire dal
fatto che alcuni discipline, strutturate in prove scritte e orali, comportano
l’onere aggiuntivo della correzione dei compiti e tale lavoro aggiuntivo va
riconosciuto.
La qualità professionale del docente ha la sua centralità nell’azione didattica
in classe e
nell’impegno educativo della docenza che produce apprendimenti e quindi crescita
e sviluppo della persona.
Anche su sollecitazione dell’UCIIM quest’affermazione figura nel documento Renzi
e sembra una positiva conquista ed un meritato riconoscimento al lavoro
diligente, silenzioso e operoso dai tanti “bravi docenti” che danno priorità
all’azione didattica in classe e utilizzano i progetti non come fine, ma come
mezzo. Il progetto della scuola è, infatti, quello di istruire, formare,
educare, mentre la scuola dei progetti, a volte, ha distratto l’attenzione di
alcuni, lasciando anche le classi scoperte.
Sulla “Buona Scuola” anche la Confindustria che propone lo stipendio in base
alle funzioni svolte, differenziato per il carico disciplinare e per le attività
e gli impegni aggiuntivi.
Quest’operazione viene giudicata da alcuni come “una sorta di bracciantato della
docenza con salario legato al merito o al prodotto”.
Il fatto che i genitori chiedono alla scuola l’iscrizione in un determinato
corso per avere quei determinati docenti è già una linea di valutazione interna
che, al momento, appare come un “si dice”, ma che, in seguito, dovrà trovare
adeguata pianificazione.
La professionalità del docente merita di essere riconosciuta e valorizzata e se
un albero si apprezza per la bontà dei suoi frutti, anche gli esiti finali
costituiscono elementi valutativi, ma non possono diventare parametri
standardizzati che favoriscano “voti regalati e promozioni facili”.
L’abolizione del valore legale del titolo di studio, valorizzando meglio la
valutazione formativa che descrive il processo e guida al miglioramento del
prodotto, costituisce una nuova apertura, dando all’esame finale, previsto dalla
Costituzione al termine di ciascun ciclo di studio, una dimensione educativa di
verifica e di autovalutazione, tendendo verso un rinnovato sistema di
certificazione delle competenze acquisite al termine del percorso di studio.
Il progressivo svuotamento delle GaE previsto per il 1° settembre 2015 darà
certamente una nuova linea di organizzazione scolastica, e con l’organico
d’istituto si modificherà la procedura complessa dell’organico di diritto e, di
fatto, agevolando le procedure delle nomine così da consentire un regolare avvio
dell’anno scolastico con tutto l’organico completo sin dai primi giorni di
settembre.