(05.01.2017)
La vana ricerca del
consenso
di Stefano Stefanel
In una evidente e a tratti imbarazzata
continuità governativa spicca il cambio totale dei vertici del Miur accompagnato
immediatamente dal pressing dei sindacati che si è sommato al costante rumore di
fondo delle varie sigle e siglette da sempre ostili a qualsiasi riforma non
restaurativa della scuola, che, pur non avendo raccolto le firme necessarie per
il referendum sulla 107, sono convintE di aver vinto quello del 4 dicembre,
quasi che i voti dei grillini, dei fascisti, dei leghisti e delle varie destre
coalizzate contro Renzi fossero il solito accidente della storia.
Serpeggia l’idea che smontando la legge
107/2015 pezzo per pezzo si recupererà il consenso perduto nel mondo scolastico,
quasi che l’abbandono di ogni riformismo sia di per se una riforma. Una cosa i
sindacati e i referendari di estrema sinistra possono rimpiangere: non aver
collegato la raccolta di firma contro la 107 al referendum costituzionale e a
quello sul Jobs Act spingendo tutta la compagnia di coloro che hanno
strenuamente difeso una Costituzione che disprezzano (fascisti, leghisti, 5
Stelle) verso la firma anche per il referendum abrogativo della 107, mettendo in
piedi un’ulteriore ordalia referendaria (Jobs Act e 107: un mix infallibile).
Ci sono cose nella legge 107 che i
sindacati non possono accettare: ambiti, bonus, chiamata diretta. E per questo
hanno alzato subito il tiro per andare al cuore del breve ministero dell’on
Fedeli facendo leva sulla sua passata militanza sindacale e per cercare di
portare a casa tutto quello che avrebbero voluto portare a casa col referendum
che non ha raggiunto il quorum di firme richiesto. La strategia sindacale di
lungo respiro è però molto chiara e non prevede alcuna apertura verso il PD:
meglio un Governo di destra o di coalizione in modo che il sindacato possa
riprendere la sua piena rappresentanza nelle piazze e come soggetto delegato ad
ogni trattativa. Per i sindacati non è molto logico ostacolare un Governo di
centro sinistra e dunque da un lato hanno forzato contro il Governo Renzi (che
di fatto li voleva proprio eliminare), dall’altro sono stati spesso in imbarazzo
a scatenare proteste eclatanti verso un Governo con chiare connotazioni
progressiste. L’ideale per i sindacati è un bel Govermo di Destra e un bel
Partito di sinistra (sinistra PD ex SEL, Landini, Boldrini, ecc.), forte ma non
governativo, da appoggiare in difesa comunque di un sistema che non c’è più, ma
che comunque produce effetti positivi per i gli iscritti.
L’interesse del PD e del Governo in questa
fase, invece, non dovrebbe essere quello di accordarsi con sindacati che
comunque l’idea “maggioritaria” del
PD (sia quella di Veltroni, sia quella di Franceschini, sia quella di Renzi) non
la sposeranno mai. A me sembra molto evidente che scoperchiare oggi la 107
significa riaprire dibattiti che nelle scuole non ci sono più e non aumentare il
consenso neppure di un voto. Stime pubbliche hanno detto che il 53% dei docenti
ha votato Sì al referendum: possono essere stime in eccesso o in difetto, non è
importante. Quello che è importante è che il clima di contrasto sperato dai
sindacati e dalle forze “scolastiche”
di sinistra nelle scuole non c’è e la 107 non sta producendo alcun cataclisma
per il semplice motivo che anche un cieco vede che nella scuola ci sono più
soldi, più insegnanti, più opportunità, più crescita.
Solo un apprendista stregone può oggi
pensare che eliminando la 107 per via contrattuale si recuperi del consenso che
forse realmente non c’è mai stato: i Sindacati nella scuola in questo momento
non sono molto più popolari del Governo e le idee sui dirigenti e sul sistema di
governo delle scuole introdotto dalla 107 (RAV, PDM, PTOF) incuriosisce molto e
indigna per niente.
Io
credo che il meccanismo vincente sarebbe quello di rallentare dove
possibile lasciando intatto quello che è già stato avviato. La sentenza della
Corte costituzionale sul bonus premiante è significativa, ma è anche
significativo che sul bonus premiante non sia successo nulla e che i dirigenti
scolastici nel complesso, benché si fosse al primo anno di applicazione della
norma, abbiano fatto comunque il loro dovere, con anche errori e con
l’introduzione di meccanismi spesso cervellotici, ma in una logica di analisi
reale del merito e di attenzione alle dinamiche delle scuole e degli insegnanti.
Perché i sindacati non fanno un sondaggio/referendum nelle scuole per verificare
se i docenti preferiscono che il bonus premiante sia contrattato o se
preferiscono che venga attribuito dal dirigente scolastico seguendo i criteri
del comitato? Sarei curioso di vedere cosa ne verrebbe fuori.
Il Miur sta lavorando alacremente ad
applicare la 107: ogni giorno arrivano nuove proposte progettuali e nuovi
finanziamenti. L’alternanza scuola lavoro funziona bene e mostra una scuola viva
e progettuale, si lavora a Piano Triennali dell’Offerta Formativa realistici e
l’organico dell’autonomia permette cose che fino all’anno scorso non si potevano
fare. Se politicamente l’attuazione delle deleghe è ritenuta rischiosa per
potenziali nuove polemiche e nuova perdita di consenso le si facciano decadere,
ma nel silenzio, senza proclami e senza false scuse.
Io credo che la legge 107 come tutte le
leggi importanti abbia bisogno di tempo e non lo abbia avuto. Sempre quando si
innesca una crescita vertiginosa molte cose non funzionano, ma poi nel medio
periodo si fanno i conti in modo più chiaro. Io spero che il Miur si calmi e non
muova nulla, tanto il consenso degli esagitati ostili a tutto, che non sono
riusciti a raccogliere le firme e che si vantano di aver vinto un referendum che
invece è stato stravinto da Destra e 5 Stelle, non tornerà mai più. E’ poi
necessario non scambiare l’oggettiva forza sociale dei sindacati con un vero
consenso spostabile sul PD e sul Governo, cosa che i sindacati non hanno alcun
vantaggio, interesse o intenzione di fare. Anche perché Renzi i sindacati li
voleva proprio eliminare e gli epigoni al Governo guidati da Gentiloni sono
sempre gli stessi che quell’operazione hanno appoggiato. La 107 non è perfetta,
ma così fa male solo ai sindacati. Eliminarla pezzo per pezzo può far male a
molti e non portare neppure un voto in più.