Un esempio:
Biancaneve
Con gli alunni è possibile analizzare una fiaba confrontandone la versione stampata con quella cinematografica. Proponiamo di seguito un esempio: la fiaba di Biancaneve dei Fratelli Grimm viene confrontata, per alcuni suoi aspetti, con il Film danimazione - Home video di Walt Disney, Biancaneve e i sette nani, edizione originale restaurata in digitale, The Walt Disney Company, Maggio 1994.
Lanalisi e il confronto non intendono essere esaustivi, ma possono far riflettere lalunno su alcuni elementi che inevitabilmente, per varie esigenze, differenziano una versione scritta da una cinematografica o illustrata.
BIANCANEVE Una volta, nel cuor dellinverno, mentre i fiocchi di neve cadevano dal cielo come piume, una regina cuciva, seduta accanto a una finestra, dalla cornice debano. E così, cucendo e alzando gli occhi per guardar la neve, si punse un dito, e caddero nella neve tre gocce di sangue. Il rosso era così bello su quel candore, chella pensò: "Avessi una bambina bianca come la neve, rossa come il sangue e dai capelli neri come il legno della finestra!" Poco dopo diede alla luce una figlioletta bianca come la neve, rossa come il sangue e dai capelli neri come lebano; e la chiamarono Biancaneve. E quando nacque, la regina morì. Dopo un anno il re prese unaltra moglie; era bella, ma superba e prepotente, e non poteva sopportare che qualcuno la superasse in bellezza. Aveva uno specchio magico, e nello specchiarsi diceva: - Dal muro, specchietto, favella: nel regno chi è la più bella? E lo specchio rispondeva: Nel regno, Maestà, tu sei quella. Ed ella era contenta, perché sapeva che lo specchio diceva la verità. Ma Biancaneve cresceva, diventava sempre più bella e a sette anni era bella come la luce del giorno e ancor più della regina. Una volta che la regina chiese allo specchio: Dal muro, specchietto, favella: nel regno chi è la più bella? lo specchio rispose: Regina, la più bella qui sei tu, ma Biancaneve lo è molto di più. La regina allibì e diventò verde e gialla dinvidia. Da quel momento la vista di Biancaneve la sconvolse, tanto ella odiava la bimba. E invidia e superbia crebbero come le male erbe, così che ella non ebbe più pace né giorno né notte. Allora chiamò un cacciatore e disse: - Porta la bambina nel bosco, non la voglio più vedere. Uccidila, e mostrami i polmoni e il fegato come prova della sua morte -. Il cacciatore obbedì e condusse la bimba lontano; ma quando estrasse il coltello per trafiggere il suo cuore innocente, ella si mise a piangere e disse: - Ah, caro cacciatore, lasciami vivere! Correrò nella foresta selvaggia e non tornerò mai più -. Ed era tanto bella che il cacciatore disse, impietosito: - Và, pure, povera bambina-. "Le bestie feroci faranno presto a divorarti", pensava; ma sentiva che gli si era levato un gran peso dal cuore, a non doverla uccidere. E siccome proprio allora arrivò di corsa un cinghialetto, lo sgozzò, gli tolse i polmoni e il fegato e li portò alla regina come prova. Il cuoco dovette salarli e cucinarli, e la perfida li mangiò, credendo di mangiare i polmoni e il fegato di Biancaneve. Ora la povera bambina era tutta sola nel gran bosco e aveva tanta paura che badava anche alle foglie degli alberi e non sapeva che fare. Si mise a correre e corse sulle pietre aguzze e fra le spine; le bestie feroci le passavano accanto, ma senza farle alcun male. Corse finché le ressero le gambe; era quasi sera, quando vide una casettina ed entrò per riposarsi. Nella casetta tutto era piccino, ma lindo e leggiadro oltre ogni dire. Cera una tavola apparecchiata con sette piattini: ogni piattino col suo cucchiaino, e sette coltellini, sette forchettine e sette bicchierini. Lungo la parete, luno accanto allaltro, ceran sette lettini, coperti di candide lenzuola. Biancaneve aveva tanta fame e tanta sete, che mangiò un po di verdura con pane da ogni piattino, e bevve una goccia di vino da ogni bicchierino, perché non voleva portar via tutto a uno solo. Poi era così stanca che si sdraiò in un lettino ma non ce nera uno che andasse bene: o troppo lungo o troppo corto, finchè il settimo fu quello giusto: ci si coricò, si raccomandò a Dio e si addormentò. A buio, arrivarono i padroni di casa: erano i sette nani, che scavavano i minerali dai monti. Accesero le loro sette candeline e, quando la casetta fu illuminata, videro che era entrato qualcuno; perché non tutto era in ordine, come lavevan lasciato. Il primo disse: - Chi si è seduto sulla mia seggiolina?- Il secondo: - Chi ha mangiato dal mio piattino?- Il terzo: - Chi ha preso un po del mio panino?- Il quarto: - Chi ha mangiato un po della mia verdura?- Il quinto: - Chi ha usato la mia forchettina?- Il sesto: - Chi ha tagliato col mio coltellino?- Il settimo: - Chi ha bevuto dal mio bicchierino?- Poi il primo si guardò intorno, vide che il suo letto era un po ammaccato e disse: - Chi mi ha schiacciato il lettino?- Gli altri accorsero e gridarono: - Anche nel mio cè stato qualcuno -. Ma il settimo scorse nel suo letto Biancaneve addormentata. Chiamò gli altri, che accorsero e gridando di meraviglia presero le loro sette candeline e illuminarono Biancaneve. Ah, Dio mio! ah, Dio mio! esclamarono: - Che bella bambina! Ed erano così felici che non la svegliarono e la lasciarono dormire nel lettino. Il settimo nano dormì coi suoi compagni, unora con ciascuno; e la notte passò. Al mattino, Biancaneve si svegliò e simpaurì vedendo i sette nani. Ma essi le chiesero gentilmente: - Come ti chiami?- Mi chiamo Biancaneve,- rispose. Come sei venuta in casa nostra?- dissero ancora i nani. Ella raccontò che la sua matrigna voleva farla uccidere, ma il cacciatore le aveva lasciato la vita ed ella aveva corso tutto il giorno, finchè aveva trovato la casina. I nani dissero: - Se vuoi curare la nostra casa, cucinare, fare i letti, lavare, cucire e far la calza, e tener tutto in ordine e ben pulito, puoi rimanere con noi, e non ti mancherà nulla. Sì,- disse Biancaneve,- di gran cuore-. E rimase con loro. Teneva in ordine la casa; al mattino essi andavano nei monti, in cerca di minerali e doro, la sera tornavano, e la cena doveva essere pronta. Di giorno la fanciulla era sola. I nani lammonivano affettuosamente, dicendo: - Guardati dalla tua matrigna; farà presto a sapere che sei qui: non lasciar entrare nessuno. Ma la regina, persuasa di aver mangiato i polmoni e il fegato di Biancaneve, non pensava ad altro, se non chella era di nuovo la prima e la più bella; andò davanti allo specchio e disse: - Dal muro, specchietto, favella: nel regno chi è la più bella? E lo specchio rispose: - Regina, la più bella qui sei tu; ma al di là di monti e piani, presso i sette nani, Biancaneve lo è molto di più. La regina inorridì, perché sapeva che lo specchio non mentiva mai, e si accorse che il cacciatore laveva ingannata e Biancaneve era ancora viva. E allora pensò di nuovo come fare ad ucciderla: perché, sella non era la più bella di tutto il paese, linvidia non le dava requie. Pensa e ripensa, finalmente si tinse la faccia e si travestì da vecchia merciaia, in modo da rendersi del tutto irriconoscibile. Così trasformata, passò i sette monti, fino alla casa dei sette nani, bussò alla porta e gridò: - Roba bella, chi compra! chi compra!- Biancaneve diede unocchiata dalla finestra e gridò: - Buon giorno, brava donna, cosavete da vendere? Roba buona, roba bella,- rispose la vecchia,- stringhe di tutti i colori -. E ne tirò fuori una, di seta variopinta. "Questa brava donna posso lasciarla entrare", pensò Biancaneve; aprì la porta e si comprò la bella stringa. Bambina, - disse la vecchia,- come sei conciata! Vieni, per una volta voglio allacciarti io come si deve-. La fanciulla le si mise davanti fiduciosa e si lasciò allacciare con la stringa nuova: ma la vecchia strinse tanto e così rapidamente che a Biancaneve mancò il respiro e cadde come morta. Ormai lo sei stata la più bella,- disse la regina, e corse via. Presto si fece sera e tornarono i sette nani: come si spaventarono, vedendo la loro cara Biancaneve stesa a terra, rigida, come se fosse morta! La sollevarono e, vedendo che era troppo stretta alla vita, tagliarono la stringa. Allora ella cominciò a respirare lievemente e a poco a poco si rianimò. Quando i nani udirono laccaduto, le dissero: - La vecchia merciaia altri non era che la scellerata regina; sta in guardia, e non lasciar entrare nessuno, se non ci siamo anche noi. Ma la cattiva regina, appena arrivata a casa, andò davanti allo specchio e chiese:
ANALISI DEL FILM DANIMAZIONE
BIANCANEVE E I SETTE NANI
PERSONAGGI
MATRIGNA: la malvagità, la superbia e linvidia della matrigna traspare chiaramente dallaspetto fisico e dagli atteggiamenti che la caratterizzano: ha una carnagione lattea, è fasciata da un lungo abito, nero e viola; gli occhi, scuri, sono truccati pesantemente con tinte altrettanto scure; le sopracciglia aggrottate e gli occhi spesso socchiusi ne rendono lespressione minacciosa; i movimenti delle braccia e del corpo, decisi e regali, rendono palese allo spettatore il suo ruolo di "potente" allinterno della narrazione. Anche la voce decisa, risoluta e profonda incute timore e collabora a caratterizzare negativamente il personaggio.
BIANCANEVE: la caratterizzazione fisica del
personaggio rispetta la descrizione data dalla fiaba, dove però non si accenna
allabbigliamento. E vestita di abiti rammendati adatti a quel ruolo di serva
che la matrigna le ha affidato nella versione cinematografica. Lo sguardo e la fisionomia
del viso, sempre segnato da un sorriso, servono ad esprimere serenità e dolcezza; i
movimenti del corpo sono semplici e dolci; il tono di voce è leggero, delicato, suadente.
Le gote rosse simboleggiano innocenza (lo diceva anche Manzoni). Tutto in lei esprime pace
e dolcezza. E sempre inserita in un ambiente agreste, circondata di colori; dimostra
un legame strettissimo con la natura, in particolare con gli animali.
I SETTE NANI: mentre nella fiaba si parla poco
di loro, nella versione cinematografica sono ben descritti e caratterizzati. Ognuno ha un
nome che fa riferimento al suo aspetto fisico o al carattere; sono piccoli, hanno viso
rubicondo, naso rosso, occhi scuri; indossano abiti da lavoratori con maniche rattoppate;
sono tutti fisicamente molto simili luno allaltro ad eccezione di Cucciolo che
non ha la barba, indossa abiti troppo ampi per la sua corporatura, ha il naso piccolo e
gli occhi azzurri.
Esprimono bonarietà, semplicità e tenerezza; sono simpatici, giocherelloni ed ingenui.
STRUTTURA NARRATIVA
Dal confronto tra la fiaba e la versione cinematografica che da essa è tratta, appaiono evidenti analogie ma anche alcune diversità. Ne indichiamo alcune, soffermandoci sulla versione cinematografica; con gli alunni si possono cercare nella fiaba proposta i passi corrispondenti:
"Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?";
FOTOGRAFIA E SCENOGRAFIA
Le scene che accompagnano la matrigna sono
caratterizzate da luce lieve e mal diffusa, che filtra a sprazzi, rendendo lambiente
molto cupo.
I materiali della scenografia (per gli ambienti interni) sono per lo più marmo e pietra,
materiali quindi freddi, che accentuano il clima di malvagità che aleggia intorno alla
matrigna.
Le scene allaperto confermano questimpostazione: la matrigna-strega si reca
alla casa dei sette nani attraverso un bosco spettrale, in cui gli unici animali sono due
condor.
Le scene in cui appare Biancaneve sono luminose, ricche di colore; la luce è solare,
naturale; sono ricche di elementi naturali (fiori e animali umanizzati che esprimono con i
loro comportamenti e le loro espressioni sentimenti di amicizia, di affetto e di timore).
La soavità dellatmosfera è accentuata dai suoni naturali, come lo sciabordio
dellacqua e il cinguettio degli uccelli, che si sovrappongono alla musica.
MUSICA
La musica, con la melodia, i toni e i ritmi,
contribuisce in modo evidente allespressività della scena, accentua il carattere
dei personaggi e favorisce un maggiore coinvolgimento (e in alcuni casi anche
immedesimazione) dello spettatore nella vicenda narrata. Così le melodie cupe, dai ritmi
incalzanti che accompagnano la comparsa della matrigna e degli ambienti in cui vive sono
finalizzate a mantenere viva lattenzione e la tensione dello spettatore, suscitando
sentimenti di timore, di apprensione per la sorte della giovane fanciulla, ma anche di
disapprovazione per le azioni malvagie della matrigna.
Allo stesso modo, le melodie soavi, dolci, a cui si sovrappongono suoni naturali come lo
sciabordio dellacqua e il canto degli uccelli, i ritmi lenti e rilassanti che
accompagnano il personaggio di Biancaneve, immersa in ambienti agresti, mirano a
distendere le tensioni accumulate precedentemente, ad infondere fiducia ed ottimismo nello
spettatore, rassicurandolo sulla salvezza di Biancaneve. Si prova così una spontanea
simpatia verso la giovane donna, e trova conferma lidea di "buona" che
abbiamo avuto fin dalla sua prima apparizione.