La sordità. Una prima introduzione al problema
"Che importanza ha la sordità dellorecchio,
quando la mente sente. Lunica vera sordità,
lincurabile sordità, è quella della mente."
(Victor Hugo, 1845)
I problemi infatti nascono fin dai primi anni di vita del bambino, quando anche la diagnosi di una eventuale sordità spesso giunge tardiva.
Le cause, in base allepoca di insorgenza, possono essere molteplici.
La sordità, se non è diagnosticata in tempo, può
portare gravi conseguenze sulla serena evoluzione psico-comportamentale del bambino, quali
iperattività o tracce autistiche di isolamento interiore. Quest ultime spesso
vengono scambiate come conseguenze di una presunta insufficienza mentale e non già come
reali sintomi relativi all impossibilità di comunicare.
La psico- linguistica ci insegna come il periodo tra gli 0 e i 3 anni sia fondamentale per
lo sviluppo delle abilità linguistico-comunicative.
Il sordo non sente quindi non può godere del processo di imitazione per imparare a
parlare.
Atteggiamenti quali crisi di pianto, irritabilità o al contrario isolamento e depressione
sono in questo caso manifestazioni relative alla impossibilità di capire e di farsi
capire e non già sintomi di problemi cerebrali.
La sordità, di qualsiasi origine o gravità sia, colpisce solo l apparato uditivo e non il cervello.
"O. Sacks (1985, 1995) ci spiega come sia il linguaggio a svolgere la funzione di potenziare la facoltà del pensiero e della mente, consentendo di uscire dallisolamento.
Il linguaggio apre la strada dellastrazione,
dellimmaginazione e della progettazione. Senza di essi il pensiero si atrofizza e
non riesce ad evolversi. Allo stesso modo, lautore sottolinea che è
limpossibilità di comunicare ad ostacolare sia lo sviluppo del linguaggio che del
pensiero"°.
( Rita Ciceri "Comunicare il pensiero", Omega ed, 2001)
I nuovi studi di psico-linguistica si orientano quindi non più sul fatto se sia nato prima il pensiero rispetto al linguaggio o viceversa ma in realtà sulla stretta interdipendenza che questi due fenomeni hanno fra loro.
"Il primo presupposto è che la mente pensi comunicando" ( Rita Ciceri, 2001).
"Il cervello umano lavora comunicando" dice Barlow ( 1990)
Lesigenza di comunicare è insita in ognuno di
noi, è una condizione originaria della specie umana. Noi ci rappresentiamo mentalmente la
realtà al fine di comunicarla allesterno e a sua volta questa incessante attività
porta ad una modificazione strutturale del nostro cervello che via via si adatta sempre
meglio alla realtà.
A questo punto appare chiaro come sia fondamentale che ognuno di noi abbia il diritto
e la necessità di possedere uno strumento comunicativo per poter evolvere sia
interiormente che nei rapporti con lesterno.
A fronte di una tempestiva diagnosi medica di disabilità uditiva, risulta quindi
necessario che sia i familiari che gli operatori socio-sanitari e scolastici si adoperino
quanto prima in maniera puntuale nell offrire uno strumento comunicativo adeguato al
bambino sordo.
Vedremo in seguito quale sia stato nella storia e quale sia attualmente l approccio nei confronti dell argomento "sordità" nel mondo e in Italia al fine di orientarci in maniera consapevole e più sicura in questo campo.